sabato 30 marzo 2013

[Musicraiser] Progetto della settimana: It Takes Many Notes To Make Music - Nate Maingard

Dopo l'italiano Soltanto, un altro busker ha scelto la via del crowdfunding. Si tratta del ventinovenne sudafricano trapiantato a Londra Nate Maingard.
Nate propone "canzoni di protesta per amanti e canzoni d'amore per ribelli" impreziosita da una voce molto intimistica e avvolgente. Tra gli artisti che lo hanno influenzato figurano: J. Tillman, Death Cab For Cutie, Freelance Whales, Radiohead, Grizzly Bear, Tallest Man on Earth, Alela Diane, Jolie Holland, Nick Drake, Iron & Wine, Ben Howard, Descemberists.
Un autore molto interessante che merita indubbiamente di essere approfondito. I suoi primi due album possono essere ascoltati su Spotify.

Dopo tanti anni in giro per il mondo con la sua chitarra e dopo aver prodotto a costo zero i primi due dischi l'obiettivo di Nate diventa fare il grande salto di qualità per realizzare un album insieme a professionisti che hanno lavorato per gente del calibro di Adele, James Morrison, Cat Stevens, Jason Mraz, Paul Mcartney. L'obiettivo di raccolta richiesto è pari a  1.500 sterline. Questo l'obiettivo minimo che coprirebbe solo una parte dell'investimento complessivo di produzione del disco, che comprende:


- Registrazione: £1500
- Stampa di 1000 CD: £552
- Artwork: £300

Perché un busker londinese dovrebbe scegliere il crowdfunding e in particolare Musicraiser?

1 - il busker è cantore tra le folle e la cosa più naturale è che si rivolga ad esse per finanziare il proprio progetto musicale sfruttando le potenzialità della rete web. A tal proposito vedi l'esempio vincente di Soltanto;

2 - Musicraiser nel giro di pochi mesi ha dimostrato di essere una piattaforma di successo, conquistandosi la terza posizione in Europa tra i siti di crowdfunding musicale.

Quali sono le ricompense che Nate offre ai suoi sostenitori?

Le ricompense (rewards) sono sicuramente molto varie e interessanti. Tra queste troviamo l'ormai tradizionale album firmato (£ 10), un breve poema (haiku) scritto apposta per il raiser (£ 30), il manoscritto di una canzone a scelta (£ 40), un artwork dell'artista spagnola Amedee (£ 45), composizione e registrazione casalinga di una canzone su un tema scelto dal raiser + EP firmato + digital download (£ 250),  un show musicale a casa + EP firmato + digital download (£ 350), perfino la rasatura della tanto amata barba (filmata) + digital download + artwork (£ 1.000). Infine l'insieme di tutte le ricompense, eccetto però la rasatura della barba (£ 2.000)

Il progetto sta già riscuotendo un grande successo successo raggiungendo il 73% del minimum goal quando ci sono ancora 27 giorni a disposizione. In bocca al lupo Nate, è arrivato il momento di cantare alle folle del web!

giovedì 21 marzo 2013

2002 - Ritorno a Casa (Afterhours)

Afterhours
Erano i primi anni dell'università. Un amico/collega particolarmente sul pezzo in tema di musica di qualità mi aveva prestato Quello Che Non C'è, disco della maturità degli Afterhours, che fino a quel momento conoscevo solo per la loro canzone Non è Per Sempre.
Con questo disco, in seguito alla non poco traumatica fuoriuscita del chitarrista Xabier Iriondo il gruppo milanese si affacciava ad una forma più tradizionale e intimistica di cantautorato.
Tracce di grande intensità emotiva come Quello Che Non C'è, Radio Bombay, La Gente Sta Male, ma quella che più mi ha colpito e soprattutto è rimasta impiantata nella mia testa negli anni, è l'ottava traccia: Ritorno a Casa.
Si tratta di un rock introspettivo "parlato", che ci immerge nella narrazione delle sensazioni e dei ricordi di un uomo che torna alla casa dove è cresciuto da bambino e rivive i momenti della sua infanzia ritrovando tutti gli oggetti al loro posto, come i soldati in miniatura rivivendo quelle sensazioni che esaltano un'età sognante e spensierata. Ogni volta che torno nella mia casa in Puglia echeggia nella mia mente questa canzone.

[Testo]
Sono nella casa dove abitavo da bambino
Riconosco ogni oggetto
La disposizione dei mobili, i colori
La luce era diversa negli anni settanta, ho riconosciuto anche quella
Ho aperto tutti i cassetti per essere sicuro che in tutti questi anni nessuno
Abbia toccato la mia roba
C'è un'intera brigata dell'esercito britannico li dentro
Rosa
Sono ancora intenti a schierarsi per fronteggiare l'attacco imminente
Ma l'attacco non avverrà mai
Il divertimento per me era disporre i soldatini come se dovessero affrontare un ingaggio particolare,
e poi, senza che nulla avvenisse, cambiare la disposizione
Sono ancora lì come li avevo lasciati venticinque anni fa
L'ufficiale ha il braccio teso davanti a se mentre sta per prendere la mira
la testa piegata verso l'alto mi guada implorante: "Vado?".
Ho richiuso il cassetto
Ho setacciato tutta la stanza in cerca di quello che avevo lasciato
Ho trovato tutto meccanicamente come se non avessi bisogno di ricordarne la posizione
Devo aver fatto un bel casino perchè mia madre è entrata
Giovane e bellissima
Rideva
Mi ha preso in giro
Una strana calma, una calma enorme
Non so cos'è
Ma non ho mai pianto tanto come al risveglio
Ho rifatto il percorso che mi portava dalla scuola alla casa dei miei
La prima volta dpo venticinque anni
C'è una sensazione che non ho mai più provato
Non abito più lì da sempre
Ho avuto una vita
Altrove
E' solo una stupida villetta con uno sputo di giardino, ma sarà la prima cosa che comprerò
Quando sarò ricco



Ricordo che avrei letto da qualche parte che quel modo "parlato" di cantare sullo sfondo delle chitarre elettriche in Italia non era poi così innovativo. Fu così che ascoltai per la prima volta i Massimo Volume.

mercoledì 13 marzo 2013

[Musicraiser] Progetto della settimana: (Dovremmo Stare) Soli (?) - Sikitikis e Cladinè

Approda su Musicraiser un gruppo-icona dell'indipendente sardo: i Sikitikis. Il complesso cagliaritano nasce all'inizio degli anni 2000 riproponendo delle rivisitazioni strumentali delle musiche tipiche dei poliziotteschi anni '60-'70 (un po' come i Calibro 35). Senza chitarre, dopo aver distorto i bassi, accentuato un sound pop alternativo molto eclettico e dopo essersi fatti notare dai chitarrista dei Subsonica Max Casacci, i Sikitikis raggiungono la conformazione attuale. Diversi dischi all'attivo e una vena produttiva indipendente particolarmente sperimentale. che emerge soprattutto dalle modalità di distribuzione dei loro lavori, sempre online e gratuiti. Nel 2012 firmano anche un contratto di sola edizione con la Sugar di Caterina Caselli. Un altro aspetto che contraddistingue i Sitikitis è l'accuratezza artistica dei loro videoclip (vedi Col Cuore in Gola).
Sono proprio questi gli elementi che caratterizzano il loro progetto su Musicraiser: la voglia di sperimentare nuove forme di produzione attraverso il crowdfunding e il desiderio di creare un videoclip particolarmente ambizioso dal punto di vista artistico attraverso la collaborazione con Cladinè.
Cladinè, anch'essa sarda, è un'artista visiva a 360 gradi, molto originale poiché applica alle marionette l'animazione tradizionale e digitale. Durante il suo soggiorno a Firenze, insieme ad artisti/coinquilini provenienti da tutto il mondo ha iniziato a lavorare al cortometraggio FlatWorld utilizzando i soli oggetti a disposizione in casa per realizzare il materiale di scena (maschere, marionette, costumi, ecc.). Il progetto è rimasto incompiuto a causa della mancanza di tempo e soprattutto fondi. Dall'incontro con il cantante Diablo dei Sikitikis è nata l'idea di completare il progetto utilizzando come colonna sonora il brano Soli, realizzato insieme a Sista Namely, altra artista (reggae) sarda. 
In particolare attraverso Musicraiser si chiedono i fondi per finanziare il videoclip sperimentale di Soli per finalizzare le immagini di FlatWorld rimaste senza montaggio e postproduzione; il minimum goal (1.500 euro) è sicuramente abbordabile, visti i grandi risultati sinora raggiunti dal portale di crowdfunding musicale.

Un bellissimo assaggio di quello che sarà il video finale è possibile visionarlo su Vimeo.

Quali ricompense per i raisers?

Download del video in FullHD (5 €): Link diretto per il download integrale del video

LE BELLE COSE il disco in edizione light (12 €): Edizione light packaging del nuovo disco dei Sikitikis autografato da tutta la band.

T-SHIRT - "Dovremmo Stare Soli" - grafica esclusiva (20 €): T-shirt con grafica esclusiva per i soli co-produttori del progetto. Disponibile unicamente su sfondo bianco in tutte le taglie modelli t-shirt uomo e canottiera donna.

LE BELLE COSE il disco in limited edition (30 €): Edizione limitata del nuovo disco dei Sikitikis realizzato a mano su canvas e cartoncino riciclato 100%. In allegato libretto di 30 pagine in carta di alta qualità autografato da tutta la band.

T-SHIRT + CD LIGHT (40 €): T-SHIRT - "Dovremmo Stare Soli" - grafica esclusiva + LE BELLE COSE il disco in edizione light

T-SHIRT + CD LIMITED EDITION (50 €): T-SHIRT - "Dovremmo Stare Soli" - grafica esclusiva + LE BELLE COSE il disco in limited edition


A 20 giorni dalla scadenza è stato raggiunto il 35% del minimum goal. Quanti raisers sceglieranno di finanziare l'arte, la sperimentazione e...la Sardegna?




lunedì 11 marzo 2013

Siruan, il rapper della protesta [intervista]


Nel panorama del pop indipendente italiano brilla la luce di Siruan, al secolo Matteo Gracis, rapper bellunese proveniente dalla regione del Cadore, attivo sulle scene musicali da ormai diversi anni.
Canzoni che narrano di storie di tutti i giorni, sentimenti, ribellione ma soprattutto protesta verso quel sistema marcio e corrotto che negli ultimi decenni ha soffocato lo Stivale. Ne è esempio il brano Evviva l'Italia, vero e proprio caso sul web nel 2011 in cui Siruan "rappa", come un pugno sullo stomaco, i seguenti versi:
Evviva l’Italia, il bel Paese, che non arriva alla fine del mese.
Evviva l’Italia, la nostra patria, dove comanda tranquilla la mafia.
Evviva l’Italia, la sua bandiera, che ogni giorno diventa più nera.
Evviva l’Italia e gli italiani, evviva 60 milioni di schiavi!
Ma a Siruan piace andare oltre il rap, ricercando spesso una raffinata sperimentazione pop.
Inizia la carriera giovanissimo con diversi mixtape e si fa notare persino da Lucio Dalla di cui apre un concerto alle isole Tremiti nel 2001 Dopo aver prodotto l'album ufficiale Brividi (2011), lo street album Vivo (2011) e l'EP Energia (2012) è in studio al lavoro per il prossimo disco per il quale annuncia sonorità più tipicamente pop e collaborazioni importanti. Oggi Siruan è un artista molto amato da chi ha avuto la fortuna di ascoltarlo, ma di certo merita una celebrità superiore.
Intanto, qualche giorno fa è uscito singolo Ingannati registrato insieme a Inoki, altra icona rap (si consiglia l'ascolto de Il Mio Paese Se Ne Frega). Il brano anticipa l'album che uscirà in primavera ed è acquistabile su iTunes e sugli altri principali stores digitali. Il video è uscito in anteprima sul sito di XL Repubblica e da oggi è possibile visionarlo anche su Youtube...eccolo!!!



Ho avuto la possibilità di porre a Siruan alcune domande, le cui risposte sono utili per conoscere meglio la sua genesi e il suo pensiero:

Siruan, perché questo nome?
Potrei raccontarti qualche storia accattivante o leggenda metropolitana, come fanno spesso i rapper per motivare i loro nomi. In realtà il mio nasce un po’ per caso e non ricordo nemmeno più perché gli amici hanno iniziato a chiamarmi “Sir” tanti anni fa. Quando poi ho iniziato a fare musica c’ho aggiunto io il “One” che poi nel tempo si è trasformato in “Uan”. Mi piaceva la musicalità del nome e questo ho tenuto.

Quando e perché hai cominciato?
Le prime cose risalgono al ’96, sono quasi oldschool!
Avevo iniziato ad ascoltare rap da poco e fin da subito ho sentito la necessità di fare qualcosa di mio: il rap è stato solo un mezzo, non un fine. Avrei da subito voluto fare musica più complessa e melodica, ma non sapendo suonare alcuno strumento mi era impossibile. D’altronde il rap, così come il punk, nasce proprio dal bisogno che hanno i “non-musicisti” (passatemi il termine) di fare musica.

Descriviti in tre parole
Domanda impegnativa. Ti rispondo con un passaggio di una recensione che mi hanno fatto sul precedente disco e che naturalmente mi lusinga e in parte condivido: “Siruan è il giusto connubio fra la denuncia di Caparezza, la leggerezza di J.Ax e la “furbizia” di Fabri Fibra” (da Saltinaria 2011)

Quali sono gli artisti italiani e internazionali che più ti hanno influenzato?
Ho avuto la grande fortuna di ascoltare sempre buona musica in casa, grazie soprattutto a mio padre. Da Bob Dylan ai Beatles, dai Pink Floyd ai Dire Straits. E poi Keith Jarrett, Bob Marley, Queen, Eagles e tanti altri. Gli italiani erano Battiato, Battisti, Fiorella Mannoia, Equipe 84, ecc. Poi è arrivato l’hip hop, con gli Articolo 31, Neffa e cose più underground. Dagli States uno su tutti, 2 Pac. E a quel punto ho iniziato io a far ascoltare buona musica a mio padre!

Qual è il pubblico di Siruan?
Dai feedback che ricevo sui social network e da ciò che vedo in giro, penso sia un pubblico eterogeneo e molto vario: so di bambini piccolissimi che vanno matti per certe canzoni come “Magico” e a 2 anni la sanno già a memoria, e poi di persone adulte, anche over 50, che mi seguono e aspettano le mie uscite. Di certo i miei ascoltatori più affezionati sono persone che ascoltano vari generi musicali, senza troppi paletti e sempre pronti a sorprese e sperimentazioni.

Cosa significa per te musica indipendente? Ti reputi un artista indipendente? Che rapporti hai con la tua casa discografica?
La musica indipendente per me è la musica libera. La musica non filtrata, quella fatta per il solo piacere di essere suonata e fatta ascoltare. Senza altri fini. Io sono sempre stato e sempre sarò un artista indipendente, per il semplice fatto che la musica per me è una passione e tale deve rimanere. Non mi interessa trasformarla in un lavoro e anzi, in un certo senso mi impegno anche perché non lo diventi. Mi piace dire che non faccio musica per fare soldi, ma faccio soldi per fare musica (lo diceva Walt Disney riguardo i suoi film).
Con l’etichetta ho un ottimo rapporto: sono libero di fare ciò che voglio e non ho particolari impegni o scadenze, anche perché se fosse così non avrei mai firmato un contratto discografico. La Pull Music, del gruppo Crisler, non è un’etichetta rap, ma più indirizzata sul pop e visti i miei progetti musicali sono contentissimo di essere nel loro roster. Non smetterò mai di ringraziare Luca Zeta (mito della italo dance) che mi ha “scoperto” e portato da loro.

La tua musica spesso assume un tono di protesta verso il sistema. Qual è la tua visione della politica nostrana alla luce delle ultime rocambolesche elezioni?
Per una volta voglio essere ottimista. Sento vento di cambiamento, di novità, di rivoluzione.
Questo Stato merita molto di più di come è stato governato in questi ultimi 20 anni. La situazione deve cambiare al più presto, perché hanno già rubato il futuro a intere generazioni. Ci hanno preso in giro, ci hanno ingannato. E da qui parte lo spunto per il nuovo singolo, “Ingannati” appunto, con il feat di Inoki, un vero king, un puro. Nessuno meglio di lui poteva affiancarmi in un pezzo del genere.

Vuoi parlarci del tuo prossimo lavoro? Come nasce? Quando uscirà?
Il nuovo album dovrebbe uscire in primavera, aprile o maggio. Proprio in questi giorni sono in studio per registrare voci e definire le ultime cose. E’ un album importante per me: sancisce il passaggio dal rap alla musica e contiene collaborazioni con grandi artisti, sia della scena rap che big della musica italiana. Ne ascolterete delle belle!


Chiudo con una curiosità. Matteo porta con sé un'eredità piuttosto singolare: suo nonno Ettore Gracis, era il direttore stabile dell'orchestra della Fenice di Venezia, ma ha diretto anche altre prestigiose orchestre come RAI, La Scala di Milano, la New Philarmonica di Londra. Che Matteo sia una "capricciosa" rivisitazione moderna di nonno Ettore?

giovedì 7 marzo 2013

Musicraiser, progetto della settimana: Unità di Produzione Musicale di Enrico Gabrielli

Un progetto visionario all'insegna della sperimentazione. Sperimentazione artistica poiché si incrociano musica, cinema, sociologia e proletariato. Sperimentazione finanziaria poiché la formula scelta è quella del crowdfunding.
Musicraiser è il portale delle sfide impossibili e in questi mesi tante sono state vinte, diversi progetti curiosi e interessanti. Ma questa sembra proprio la scommessa più grande (sinora) e non a caso dietro di essa c'è quasi tutto l'indipendente italiano. 
Si chiama Unità di Produzione Musicale e le grande mente dietro di esso è Enrico Gabrielli, notevole fiatista e polistrumentista dei Calibro 35 e dei Mariposa, ha collaborato con diversi artisti della scena indipendente ed è tra i fondatori dell'etichetta bolognese Trovarobato. I compagni di viaggio sono il critico e teorico della fotografia Sergio Giusti e i filmmakers della Enece Video. Gli "attori", nomi importanti dell'indipendente italiano, tra i quali: Xabier Iriondo, Bruno Dorella, i Ministri, Giulio Favero, Dente, i Morkobot, Eugenio Finardi, gli Zen Circus, Vasco Brondi, Rodrigo d'Erasmo, Steve Piccolo, John Parish, gli Zeus, l'Arsenale, Vincenzo Vasi, Roberta Sammarelli dei Verdena, la Tempesta tutta, la Trovarobato tutta, Fritzdacat, Stefano Pilia, Giorgio Canali, Zona MC, i Baustelle, Manuel Agnelli, Iosonouncane, la Fuzz Orchestra, Davide Toffolo, Julie’s Haircut, Francesca Biliotti, Cesare Basile, i Selton, Honeybird and the Birdies, A Classic Education, Quartetto Prometeo, Alfonso Alberti, Maria Pavan, Steve Wyn.

Ma cos'è Unità di Produzione Musicale?

Nel suggestivo video di presentazione del progetto un Marco Gabrielli invecchiato ci parla dal futuro attraverso un televisore, presentandoci di un progetto che vorrebbe tornare a realizzare nel passato.
Si tratta di un’opera a metà tra un film documentario e una performance (documentario distopico). "Una simulazione di 8 ore di lavoro in fabbrica dove, anziché stare al tornio o produrre bulloni, si scrive e si suona musica su turni da catena di montaggio. Per questo verranno assunti in qualità di musicisti-operai sessanta persone che suoneranno in uno spazio industriale coordinati da un capo reparto. Indossate le tute da lavoro, la metà verrà messa a produrre spartiti su trenta tavoli e l'altra metà ad aspettare davanti a trenta leggii. Finito il momento della scrittura, chi aspettava, dovrà eseguire ciò che è stato scritto in una sorta di interplay estemporaneo di massa.
I tempi saranno rigidamente stabiliti e una volta finito il turno, le due squadre si invertiranno: la squadra compositori diventerà la squadra esecutori. E così in alternanza fino alla  fine della giornata. Saranno decise pause e tempi realistici, compresa la pausa pranzo. E sarà ripreso tutto, anche le conversazioni di servizio, i commenti, i dubbi, la stanchezza.  La squadra documentaristi si limiterà però a osservare e registrare senza intervenire o intervistare.  
Il minimum goal richiesto è sicuramente di fascia alta rispetto alla media dei budget di Musicraiser: 15.000 euro.
L'obiettivo è sostenere l'industria creativa attraverso idee libere e autonome. Alla fine del suo appello il vecchio Gabrielli in stile Grande Fratello orwelliano recita i seguenti versi:

Cultura è Politica 
l'Intrattenimento è Fatica
il Futuro è Passato

Si tratta dunque di una produzione particolarmente atipica e sperimentale finanziabile solo attraverso un circuito totalmente indipendente. Quale miglior strada dunque se non il crowdfunding e Musicraiser?
Il progetto può contare sulla sponsorizzazione dei tanti artisti che vi partecipano, che potranno dunque mettere insieme i loro fan per raggiungere l'ambizioso obiettivo.

Quali sono le ricompense per i raisers?

A seconda del contributo dato a ciascun raiser verrà assegnato un preciso status:

Azionista: € 15. Chi contribuisce con questa quota minima, verrà citato nei titoli di coda come finanziatore e avrà in free download un estratto audio della performance.

Primo DiViDendo: € 20. Il pacchetto consiste nel DVD prodotto, nella citazione nei titoli di coda e nel free download audio.

Secondo DiViDendo: € 40. Il pacchetto: uno spartito autografo su carta intestata fra quelli prodotti durante le ore lavorative dalla squadra compositori, DVD, citazione nei titoli di coda, free download audio.

Terzo DiViDendo: € 60. (40 disponibili) Il pacchetto comprende: una tuta con logo UDP e numero di matricola fra quelle usate dai musicisti operai, uno spartito autografo su carta intestata fra quelli prodotti durante le ore lavorative dalla squadra compositori, DVD, citazione nei titoli di coda, free download audio.

Azionista di maggioranza: € 120. (30 disponibili) Pacchetto completo: visita aziendale guidata che permette di assistere allo svolgimento di un turno da 40 minuti della performance, DVD, uno spartito autografo su carta intestata fra quelli prodotti durante le ore lavorative dalla squadra compositori, una tuta con logo UPM e numero di matricola fra quelle usate dai musicisti operai, citazione nei titoli di coda, free download audio.


Sostenere e rendere realtà un progetto così folle e visionario ma nello stesso tempo di elevato calibro culturale può essere motivo di orgoglio per i raisers a cui si chiede di finanziare una fabbrica. A pochi giorni dall'avvio del progetto sono stati già raccolti più di 3.000 euro. Restano 54 giorni al traguardo impegnativo ma possibile. Perché l'intrattenimento è fatica!

lunedì 4 marzo 2013

L'Officina Della Camomilla - Dai Graffiti del Mercato Comunale 2013 [testo]

Pubblico questo post come aggiornamento di quello pubblicato il 9 novembre 2011 per la rubrica Un anno, una  canzone [Italia].

L'Officina della Camomilla è cresciuta, i componenti sono diventati 5 (si sono aggiunte due girls), il disco non se lo sono fatti più da soli ma se lo sono fatti produrre dalla Garrincha Dischi, inglobati nell'importante etichetta indipendente emiliana del "padrone" Matteo Romagnoli, che ama tanto far collaborare tra loro gli artisti appartenenti alla sua scuderia. Il titolo è Senontipiacefalostesso 1 ed è sorprendentemente zeppo di cori, ritmo e rock'n roll. Il suono ha perso come prevedibile la freschezza iniziale ma il disco resta notevole.

Sul canaleYoutube dell'Officina sono stati misteriosamente cancellati tutti i loro video della fase autoprodotta,: uno smacco durissimo  per i fedelissimi fans dei primi tempi, i "camomilli", abbagliati da quel modo di essere così naif e cresciuti a morsi di pane e lo-fi nonsense.

E dai Graffiti del Mercato Comunale? Via l'introduzione ispirata ai Klaxons, lo splendido xilofono di Tarantino, dentro chitarre e tanto rock'n roll. Resta un grosso pezzo dell'indipendente italiano (una volta ancora più indipendente), ma dei primi tempi si sa, piace sempre la versione originale. Tutti preferisco il look col quale si sono innamorati della propria amata la prima volta che l'hanno vista.

Pubblico il testo integrale, inedito sul web. Tra parentesi le parole della versione originale che sono state sostituite.

Cecilia oggi sul presto ti va
di dar fuoco alla scuola?
A cavallo del mio mostro d'armadio
scatteremo polaroid shock (pop)
a tutti gli studenti morti nel falò love love love

Siamo brilli di freddo tedesco
e il nostro amore è un serpente grasso
e brindiamo ai vostri le vostra ginocchia spaccate (Rayban Clubmaster)
al brutto tempo e alla birra di castagne

e le felpe e le ferrovie
e l'Inghilterra tastiera
e di tasti come grappoli di scale a chiocciola
ma su si va
dai graffiti del mercato comunale

E la Repubblica del pomeriggio bianco
delle panchine che sono stanza
e quando fumi ruggisci il mare
e la Camargue
la brina nei Brancamenta
salpiamo sulle barche a vela
con un giradischi e una Moka