mercoledì 28 maggio 2014

Dalla provincia di Rimini il folk rock dei giovanissimi Nelcaso [intervista]

Sabato Piove
I Nelcaso sono tre giovanissimi ragazzi provenienti da Rimini e provincia, che hanno deciso di fare musica sul serio, seguendo le orme del nuovo indie-folk americano con un'orecchio al miglior cantautorato italiano. 

Loro sono Giacomo (voce, banjo, chitarra), Rocco (basso) Gaio (tromba).


Su Bandcamp è disponibile in free download il loro primo EP, "Sabato Piove", registrato allo Stop! Studio di Andrea Muccioli e Ivan Tonelli. Quattro tracce grezze, in lingua inglese nelle quali si percepisce una capacità di composizione di livello superiore rispetto alla media dell'indie emergente italiano e un'intensità emotiva capace di trasportare in luoghi incontaminati. Le sonorità si fondono alla perfezione con la voce vellutata di Giacomo. Non male per per dei ragazzi tra i 18 e i 19 anni che promettono di fare tanta strada.



In esclusiva per (S)controBlog hanno concesso chiacchierata informale.


Ciao ragazzi, innanzitutto perché avete scelto questo nome? Una scelta casuale? 

Ciao boss! Tutto bene? Noi tutto a posto, a parte le cose che vanno storte ma che magari, secondo una logica migliore della nostra, vanno dritte pure quelle. Il nome non è mai stato un problema per noi fino a quando non siamo entrati in studio ad agosto. 'Ciao questo è il nostro cd, con le nostre canzoni e noi non non ce lo abbiamo un nome!'. Non suona molto bene come presentazione ad un concerto, anche se fa molto alternativi. Una sera la scorsa estate, stavamo camminando sul lungo mare di Viserba in cerca di un posto in cui suonare e mostrare il nostro spettacolo pirotecnico-musicale, ma nessuno ci accoglieva. Tornando indietro abbiamo deciso di fare una camminata sul mare. Ad un certo punto Rocco, il nostro leone e bassista, se ne è venuto fuori con 'Nelcaso?'. Dopo un ghigno veloce gli abbiamo chiesto il perché gli fosse balzata in mente questa malsana idea. Nel film Ogni cosa è illuminata di Liev Schreiber, tratto dall'omonimo romanzo, un giovane ragazzo ebreo si mette sulle tracce dei i cimeli della sua famiglia perseguitata dal nazismo e, in breve, giunge in Ucraina dove, accolto da una simpatica vecchina che aveva salvato suo nonno, lo riconosce e gli dona una scatola con su scritto 'nel caso...'. Ci è piaciuta molto l'idea. Nel caso qualcuno venisse e chiedesse di noi. Ma la cosa è opinabile, ognuno può aggiungere quello che vuole alla fine del nostro nome. 

Come nascono i Nelcaso? Depressione? Noia? O Forse Gioia?

Sicuramente per tutte tre le cose. Forse, soprattutto, per gioia e per la voglia di dar voce alla nostra vita in una maniera più appropriata. Ma anche perché vogliamo diventare ricchi e famosi come Brunori Sas.

 A quali artisti vi ispirate? 

Bella domanda. Ognuno di noi proviene da una base musicale molto diversa. Sicuramente ci piacciono molto i Mumford & Sons, gli Altro, i Dinosaur Jr. e Lucio Battisti. Ma ognuno di noi ti potrebbe rispondere in maniera differente. Possiamo dirti cosa non ci piace: la musica house, i bar costosi e le fighe di legno.

Quali sono secondo voi i migliori gruppi indie italiani del momento? Cosa ne pensate dell’attuale scena indipendente? 

Noi siamo sicuri che senza Brace, molto probabilmente, non saremmo così come siamo. Quindi Brace per noi è il top dei top. Poi ci piacciono molto anche i Cosmetic. Anzi li amiamo. Per il resto quando andiamo a cantare in collina schitarriamo spesso Darione Brunori, i Verdena, gli Altro e i CCCP (valgono ancora come band indipendente?) Per quanto riguarda la scena indipendente siamo molto attenti a cosa succede qui, in zir per la Rumagna. C'é la Stop! Records che sta sfornando una dietro l'altra delle band che fanno impazzire come Urali o i Talk to Me. Siamo molto contenti di come il circuito alternativo abbia ridato un po' di respiro alla nostra città, portando persone, concerti e tanta musica buona anche qui davanti al mare. 

Cosa significa per voi essere indipendenti? 

Beh...per noi essere indipendenti vuol dire poter tornare a casa quando vogliamo e poter girare in macchina. Musicalmente parlando vuol dire che le nostre canzoni le facciamo come vogliamo noi. Ma questo non vuol dire che non accettiamo critiche o suggerimenti, anzi, sono sempre ben accette. 

Avete un’etichetta discografica?

Non abbiamo un'etichetta discografica, ma facciamo parte di una combriccola di amici che si chiama Zanne Project e che offre alcuni servizi, birre e pacche sulle spalle. Non è una vera e propria etichetta ma in un certo senso lo è. E' una non etichetta indipendente romagnola. E noi ci sentiamo a casa con loro.

Che generi musicali troviamo nelle vostre canzoni? Di cosa parlano veramente?

Risponde Giacomo: sicuramente la prevalenza sta tutta nel folk-rock. Su Rockit siamo nella categoria rock/cantautore, non so in base a quale criterio ma ci sta bene. Dopodiché c'è un po' di blues, un po' di country e qualche bicchiere di sangiovese.
Le nostre canzoni, in generale, sono pezzi di vita, estrapolati e messi alla luce del sole. Sono discorsi fatti tra di noi, quando, in mezzo alle prove, usciamo di fuori e, se non suona l'allarme, ci sediamo sulla panchina a fumare una sigaretta.
Si può parlare di donne, amici, fili d'erba o di quante cazzo di corde abbiamo spaccato in questi 2 anni, ma il fatto di condividere tutto ciò tra di noi, rende le canzoni che scriviamo un pezzo di noi, qualcosa che appartiene a tutti, anche se la cosa vissuta è stata di uno in particolare.
Ad esempio, Come Out, è nata da una storia travagliata. Come tutti i teenager che si rispettano, ognuno ha la sua storia d'amore che poi finisce male e naturalmente anche io ho la mia (mie! ahahahahaha).
Il problema è che non finisce, continua a stare lì, accovacciata sul tuo stomaco. Allora ho pensato che il modo migliore per poter vivere un po' più serenamente questa cosa era innanzitutto parlarne con i regaz.
Poi la canzone è nata da sé.
Benediction XVI è uguale, è nata un giorno che stavo a testa in giù per un evento abbastanza scandaloso (un mio amico carissimo aveva perso il lavoro) e cercando un po' di conforto tra le scordate corde della mia chitarra, è nata, così, molto naturalmente, quasi come viene naturale mettere la maionese nell'insalata di riso.
Blue blues - inizialmente si chiamava Caccalabbubba, per gli amici - è una cosa a sé, c'è. E' come la vecchia signora  che sta al balcone e guarda di fuori tutto il giorno. Non sai perché sia lì, non sai chi ce l'ha messa. Però è lì, non gli puoi dire vai via. E poi, in fondo, quando passi di lì e la vedi, ti viene da sorridere. Ecco, blue blues è così. Si capisce?
To A Sleeping Tiger invece è proprio una canzone a trabocchetto, perché sembra una canzone felice - in effetti è l'unica canzone solare di tutto l'ep, ma perché ancora non avete sentito quelle nuove - ma in realtà parla di, rullo di tamburi, Una ragazza! Alè! Ola per noi che siamo originalissimi!
Sì, comunque parla di una ragazza che potrebbe essere una tigre ma in realtà preferisce dormire.
Insomma, le nostre canzoni sono una parte, piccola o grande di noi, che hanno trovato il modo di diventare musica e di far conoscere agli altri chi siamo.

Dove vogliono arrivare i NelCaso?

Sinceramente non ci siamo prefissati alcun limite, vogliamo solo spaccare tutto. Questa estate, se Dio vuole e se troviamo i soldi, registreremo il nuovo cd. Le canzoni ci piacciono molto e pensiamo di aver trovato una stabilità. Comunque il sogno più grande che abbiamo è aprire il concerto in cui i Camillas e Magic Voice finalmente faranno un concerto assieme.

In bocca al lupo e grazie regaz, Nelcaso ci si rivede su qualche palcoscenico!

Gustate nel player sottostante il loro EP. Buon ascolto!


venerdì 23 maggio 2014

Le ultime uscite in casa Garrincha: intervista tripla a Brace, La Rappresentante di Lista e Pernazza (Magellano)

Garrincha Dischi rappresenta senza ombra di dubbio una realtà consolidata nella galassia delle etichette indipendenti nostrane. Non semplicemente un’etichetta, ma una grande famiglia che ruota intorno al suo boss e acuto talent scout Matteo Romagnoli.

Alla scuderia di Medicina sono approdate realtà emergenti reduci da successi eclatanti su YouTube. Basti pensare a Lo Stato Sociale, L’Officina della Camomilla, L’Orso, le cui auto-produzioni avevano ottenuto migliaia di visualizzazioni.

Generi musicali diversi in Garrincha, con un impatto sociale che scuote soprattutto quella parte del pubblico giovanile che sente bisogno di qualcosa di alternativo, un universo di personaggi che sembrano dei “freaks” mitologici come in un film di Harmony Korine.

Tra questi personaggi mitologici incontriamo Brace, La Rappresentante di Lista e Magellano che rappresentano le ultime tre produzioni in casa Garrincha, per la verità molto differenti tra loro.

Prendete una voce da folk singer americano e prestatelo alla canzone italiana con qualche vampata di rock’n roll e sonorità western alla Morricone. Questo è Brace. L’album Puledri Nello Stomaco è davvero sorprendente: il cantautore romagnolo è una rivelazione un po’ annunciata di questo primo 2014, a distanza di otto anni dall’ultima uscita che aveva suscitato ammirazione e stima nell’ambiente underground.

Altra rivelazione è La Rappresentante di Lista con il loro debutto Per La Via Di Casa. Il duo toscano-siciliano proviene dal teatro e si sente. La potentissima voce di Veronica (sorta di Nina Hagen toscana) e la fisarmonica/chitarra di Dario (siciliano) danno vita a una forma senza tempo di canzone-teatro condita di filastrocche, ninnananne e preghiere. Una miscela davvero originale nell'attuale panorama indipendente italiano.

Con Calci in Culo i genovesi Magellano, capitanati dall’ex Ex-Otago Pernazza,  propongono invece un coinvolgente sound  electro-rap denso di allegra e spesso tagliente ironia. Un lavoro segnato dai tanti featuring tra i quali spiccano i compagni di etichetta L’Orso.

Ora la parola passa direttamente ai protagonisti che si sono confrontati in esclusiva per (S)controBlog in una “intervista tripla”. Rispondono Davide "Brace" Rastelli, Dario e Veronica per La Rappresentante di Lista e Alberto "Pernazza" per Magellano.


Parlaci un po’ del tuo ultimo lavoro. Come è nato? 

Brace: Puledri Nello Stomaco è una raccolta di brani che ho scritto e suonato dal vivo più volte nell’arco degli ultimi otto anni.  Abbracciano perciò un periodo molto ampio della mia vita in cui sono avvenuti molti cambiamenti: città, lavori, amori, etichetta discografica e anche queste canzoni accompagnandomi si sono adattate, hanno cambiato più volte vestito e qualche volta anche significato senza mai trovarne uno definitivo. Praticamente un parto in cui i mesi si sono dilatati in anni.
Dario e Veronica: Il nostro ultimo lavoro - che è anche il primo -  è raccontato nelle storie di (Per La) Via Di casa attraverso gli occhi, le mani, la bocca e i denti di una donna. Questa donna ci ha suggerito immagini e parole per piccoli mondi spiati, ricordati, inventati, traditi o mai vissuti. Sono 11 canzoni scritte tra il 2011 e il 2013 che hanno mosso i primi passi insieme a noi durante i concerti e che con difficoltà abbiamo fermato in questo disco. Il disco è stato registrato al Teatro Garibaldi Aperto di Palermo con l'aiuto di Roberto Cammarata e Serena Ganci (Iotatòla, ndr). 
Pernazza: E’ nato durante il tour del precedente lavoro (“Tutti a spasso” sempre per Garrincha Dischi), dove abbiamo capito, concerto dopo concerto, quale ulteriore step volevamo intraprendere nel percorso Magellano. Durante i nostri viaggi abbiamo iniziato a selezionare le tematiche e salvare suoni e ritmi a noi congeniali, in seguito dopo aver  studiato solfeggio per le metriche  e curato al meglio  la produzione abbiamo partorito “Calci in culo”, nato per essere suonato live con svariate soluzioni.

L’alt folk di Brace, il rap di Magellano e la canzone teatrale de La Rappresentante di Lista: generi completamente diversi, ma di cosa parlano i vostri testi? Cosa lega tra loro le canzoni del disco?

Brace: Le mie canzoni sono un cut up più o meno sconnesso di appunti, riflessioni, immagini e parlano delle difficoltà, scoperte, paure e conquiste di chi, attraversata la soglia dei trent’anni, si trova ancora più lontano che mai dall’avere certezze o una qualsivoglia stabilità.
Dario e Veronica: Quello che abbiamo fatto in questo primo disco, senza pretendere di cominciare la nostra relazione con la discografia italiana con un precisissimo concept album, è stato quello di osservare quello che succedeva fuori, alcune piccole cose che ci saltavano all'occhio erano i compro oro, i genitori che nonostante tutto cantano ancora le ninnananne, i suicidi per amore e la paura negli occhi dei nostri coetanei. Tutto questo (e qualcos'altro) l'abbiamo mischiato alla nostra vita, alle memorie di una nonna o a un sogno che sembrava realtà. Ed ecco (Per La) Via Di Casa.
Pernazza: I nostri testi parlano di esperienze realmente vissute, parlano di persone, di luoghi, sdrammatizzano stereotipi, ironizzano su music business, parlano di feste, di giorni di festa, di privazioni, di azioni prive di anima, di notti vuote, mare. Le nostre canzoni parlano del vissuto come tante  polaroid, che ovviamente  vanno agitate prima di essere visualizzate e messe a fuoco.

Avete tutti dei nomi piuttosto curiosi. Spiegatene un po’ l’origine.

Brace: Il nome "Brace" proviene dalla prima canzone omonima contenuta in un ep del 2003. E’ sia il nome proprio di un personaggio inventato che una metafora. Ogni istante vissuto, ogni persona incontrata possono avere la durata e la consistenza di un soffio ma quando questo incontra la brace inevitabilmente finisce per farla bruciare, talvolta incendiare. Da quando scrissi quella canzone, poiché il testo recita più volte “mi chiamo Brace”, in molti cominciarono a chiamarmi così. Ora è praticamente il mio nome.
Dario e Veronica: Per quanto riguarda il nome, invece, la storia è semplice. Era il 2011 e Veronica si trovava a Palermo. L'unico modo per votare al referendum contro il nucleare era quello di iscriversi come rappresentante di lista a una delle associazioni che promuovevano il referendum. Un giorno che eravamo al mare Veronica mi racconta che a Pedona, vicino Viareggio, c'è una via che si chiama Via degli Uomini e quando passa da lì, paesino di duecento anime, tutti la guardano e lei si sente la protagonista. Io le rispondo "alle prossime elezioni sarai rappresentante di lista". Gioco fatto.
Pernazza: Il nostro nome viene proprio da quello del navigatore portoghese Ferdinando Magellano, che intraprese la prima circumnavigazione del globo passando per lo stretto che ora porta il suo nome per arrivare fino alle Indie. Ci piaceva il concetto di viaggio, di esplorazione, di non fermarsi ad un genere, di poter raccontare storie, di avere un legame con il mare (noi siamo genovesi), di essere così indie per arrivare alle Indie.

Come sei entrato in Garrincha?

Brace: Ho conosciuto Matteo Romagnoli alle fiere e agli eventi dedicati alla musica indipendente ai tempi in cui io producevo dischi insieme alla Tafuzzy Records e ancora lui non era partito con il progetto Garrincha. Poi è partito. Abbiamo cominciato a confrontarci, scambiarci dischi, condividere concerti, banchetti e dividere spese. Un paio di anni fa mi propose di fare il mio nuovo disco per la sua etichetta che nel frattempo era cresciuta diventando una delle realtà più interessanti del panorama italiano. Avevo bisogno di nuovi stimoli e ho accettato. Se non mi avesse spronato lui, insieme ad altri amici, forse avrei impiegato anche più di otto anni per tornare a incidere le mie canzoni.
Dario e Veronica: Avevamo chiuso registrazioni, mix e mastering del disco, abbiamo ricevuto un messaggio da Matteo (Romagnoli, ndr), poi una telefonata e altre cento. Abbiamo partecipato a una serata organizzata da Garrincha all'Arterìa di Bologna e lì abbiamo conosciuto un po' della squadra. Il live è andato bene (con noi c'era anche parte della Banda Roncati). Dopo qualche settimana ci siamo risentiti e ci è piaciuta l'attenzione con la quale Matteo aveva ascoltato quello che avevamo fatto, la precisione con cui si era dedicato a rintracciare le cose belle e le piccole imperfezioni di (Per La) Via Di Casa. Il resto si vedrà! Intanto aspettiamo i Garrincha Loves per incontrare i parenti acquisiti.
Pernazza: Mazzo e mazzette.

A quali artisti e generi ti ispiri?

Brace: Per tutta la mia infanzia ho ascoltato quasi solo musica americana attraversando e sviscerando le discografie degli artisti nei vari periodi che furono denominati grunge, indie, noise, post rock, low-fi, alt folk. Quindi direi che il mio gusto si è formato allora, in un periodo che va dai primi anni ’90 ai primi del 2000.  La lista degli artisti che mi sono d’ispirazione sarebbe veramente troppo lunga e ve la risparmio.
Dario e Veronica: Nina Hagen, Nina Simone e Ho Visto Nina Volare.
Pernazza: All’interno del gruppo ascoltiamo vari generi musicali e tutti e tre proveniamo da altre esperienze storiche con dischi ed esibizioni live all’attivo; dall’elettronica al post-rock passando per hardcore, crosssover e rap non manca nulla al nostro background.

La domanda che faccio un po' a tutti: cos’è per te la musica indie?

Brace: Direi quella di cui parlavo sommariamente nella risposta precedente. I vari significati che vengono dati al termine oggi mi suscitano una gamma di sentimenti che vanno dal riso al nervoso. Internet ha cambiato tutto: il mercato, le mode, le possibilità di fare, registrare e distribuire musica e va benissimo così, sul serio, sarebbe solo ora di rinnovare la terminologia per non incorrere in paradossi imbarazzanti o rovinare memorie storiche creando vuoti di beata ignoranza. Sto esagerando? Mi fermo.
Dario e Veronica: Musica indie? non sappiamo cosa sia. Noi facciamo punk.
Pernazza: Mi viene posta spesso questa domanda. Non ho mai amato particolarmente il termine “indie“,ma se la musica riesce a svincolarsi dalle logiche imposte dalle major per premiare qualità e contenuti allora “W l’indie”. In realtà si tratta di un discorso complesso e lungo che meriterebbe più spazio.

Oggi la musica indipendente italiana pare stia cambiando molto, sta emergendo un vero e proprio movimento. Qual è il suo stato di salute?

Brace: Oggi chi lavora seriamente nell’ambito della musica “indipendente” rischia la possibilità di arrivare a vendite e diffusione non dico pari a quelle delle major di dieci anni fa (quando comunque erano già in crisi) ma quasi. Mi piacerebbe solo che mia madre, o i miei studenti, sono un prof. di matematica, potessero conoscere quello che accade nella realtà ancora più facilmente. Giusto per citare solo artisti che ormai troviamo nelle classifiche di vendite insieme ai “grandi” tipo Cremonini o Pharrell (lui sanno tutti chi è, ad esempio) mi chiedo perché non tutti i miei studenti conoscono le canzoni dei Tre Allegri Ragazzi Morti, Luci Della Centrale Elettrica o Lo Stato Sociale? Perché mia madre non sa che faccia abbiano Dente o Brunori Sas? Immagino le piacerebbero tantissimo. Ha da poco scoperto chi sono i Perturbazione e i Marta Sui Tubi, ma con quanto ritardo? Ho speranza che sia solo questione di tempo.
Dario e Veronica: La musica indipendente per noi è quella che risponde a una necessità, a un'urgenza, che non ha bisogno di nomi, marchi, etichette dai colori dorati per esistere. Sicuramente il pubblico della musica indipendente sta crescendo e la riprova è il fatto che oggi le major abbiano agganciato progetti sui quali, fino a qualche anno, non avrebbero investito. Sullo stato di salute della musica indipendente Dario, nonostante sia un medico, non sa cosa dire. Deve fare degli accertamenti, dice.
Pernazza: Mah, direi che la musica indipendente gode di ottima salute grazie al lavoro di  etichette come “Garrincha Dischi”, la “Tempesta Dischi”, ecc. e all’affermarsi progressivo di artisti quali Brunori Sas, Dente, Le Luci della Centrale Elettrica, I Cani, Lo Stato Sociale (per citarne alcuni) che hanno contribuito a risvegliare il mercato musicale che resta comunque agonizzante. Il lato negativo potrebbe rivelarsi il formarsi di cliché, stereotipi ed un eccessivo snobismo tale da abbassare la qualità dei prodotti e produrre cloni e dischi senza un cuore.

Chi eri a 16 anni?

Brace: Uno studente di liceo classico, d’estate un cameriere d’hotel a Riccione e soprattutto un malato di musica che risparmiava fino all’ultima lira per comprarsi un disco o andare al Velvet e allo Slego a vedere più concerti possibili.
Dario e Veronica: Dario suonava in una cover band dei NOFX, Veronica si faceva in vena o forse era un lupo mannaro, non se lo ricorda.
Pernazza: Uno studente di uno dei licei classici più duri della città visto da professori e compagni come un mix tra Milhouse dei Simpson, Tormento dei Sottotono ed Angus degli AC/DC.

Dove ti vedi tra 10 anni?

Brace: Al momento non saprei dire con esattezza neanche dove sarò a settembre.
Dario e Veronica: Su Plutone.
Pernazza: Thailandia ad organizzare feste o Genova con moglie e figli a gestire uno studio di tattoo o un negozio  di import/export di vestiti o dentro il vestito di Pluto ad Eurodisney o a fare televendite di ukulele elettronici.

“Calci in Culo” di Magellano è caratterizzato da un insieme di featuring. Avete mai suonato insieme? Pensate di farlo in futuro?

Brace: Ho conosciuto Dario e Veronica de La Rappresentante Di Lista ieri sera, ero a un loro concerto, poi ci siamo fatti un giro per una Bologna più surreale che mai. Mi sono piaciuti come musicisti e come persone. Magari in futuro si potrebbe anche vedere se esce qualcosa di buono da una collaborazione. I Magellano li conosco da un po’ più di tempo. Una volta dal vivo Pernazza è venuto a cantare una cover degli X-Mary insieme a me e, se sinceramente non riesco ad immaginare come potrei fare ad inserirmi in un loro brano, non ho invece alcun dubbio che lui potrebbe fare qualsiasi cosa volesse in una qualsiasi mia canzone. E' un maestro in improvvisazione e inserti a sorpresa. Oppure vedrei bene un remix curato da loro, sarebbe un onore. Chissà. Per il momento non vedo l'ora di dividere palchi insieme a loro.
Dario e Veronica: Aspettiamo Garrincha Loves!
Pernazza: Con alcuni ospiti abbiamo avuto occasione di collaborare o "jammare" anche prima del disco (L’Orso, Gnu Quartet, ecc.) Noi crediamo in un live elettronico, divertente e non algido dal cuore rock; non sarebbe male in qualche contesto poter trascinare i nostri amici, colleghi e soci. Mai dire mai.


Garrincha Dischi

Ascolta i tre album su Spotify:

Olio Per Cervella - Brace
(Per La) Via Di Casa - La Rappresentante di Lista
Calci In Culo - Magellano

martedì 20 maggio 2014

[Musicraiser] Gianni Maroccolo colpisce ancora. Dopo 30 anni è tornata l'Eneide di Krypton.

Musicraiser
Gianni Maroccolo e Musicraiser, un connubio ancora una volta vincente. Dopo i quasi 28.000 euro raccolti per il progetto VDB 23/Nulla è Andato Perso, insieme al compianto Claudio Rocchi, l'ex Litfiba e CSI è tornato a puntare sulla nota piattaforma di crowdfunding per un nuovo progetto altrettanto ambizioso: riportare a teatro la fastosa rappresentazione dell'Eneide di Krypton.

L'Eneide di Krypton è uno spettacolo teatrale d'avanguardia dell'omonima opera di Virgilio, rappresentato per la prima volta nel 1983 dalla compagnia fiorentina Krypton fondata da Giancarlo Cauteruccio, facendo uso multimediale di luci, ombre, costumi, disegni e suoni elettronici, con una colonna sonora musicata dagli allora esordienti Litfiba. Tale colonna sonora divenne un LP autoprodotto cult e molto raro.

Lo spettacolo riscosse straordinaria attenzione e successo di pubblico, tanto da essere rappresentato persino a New York.

Dopo più di 30 anni Gianni Maroccolo, l'ex tastierista dei Litfiba Antonio Aiazzi e il pianista e compositore Francesco Magnelli (ex Moda, Litfiba, CCCP, CSI) hanno riproposto lo spettacolo teatrale in una versione completamente nuova "che si arricchisce dell’esperienza maturata dagli artisti, del mutato punto di vista, delle nuove possibilità tecnologiche e non ultimo di un senso critico verso i linguaggi e verso il sistema delle arti". Vi hanno collaborato quasi 30 artisti e addetti ai lavori e la voce è stata prestata da Ginevra Di Marco. Grazie alla campagna è stata possibile la messa in scena degli spettacoli in cinque date (tra il 9 e il 17 maggio) presso il Teatro Studio di Firenze.

Come è stato possibile tutto questo? Da dove sono provenuti i fondi per un progetto così ambizioso? Semplice, direttamente da chi a questo spettacolo ha voluto assistere. Ancora una volta Gianni, insieme ai suoi vecchi compagni di avventura si è affidato al crowdfunding e alla piattaforma specializzata Musicraiser.

Per invogliare i raisers sono state pensate ricompense di grande sostanza: inviti per le  prime file ai vari spettacoli di esibizione dell'Eneide di Krypton, cd e cofanetti inediti, veri e propri cimeli del 1983 (libretto di sala, manifesto, ecc.), un anello studiato per l'evento, accesso alle prove generali.

La campagna si è rivelata un trionfo senza precedenti soprattutto per la celerità con la quale viene raggiunto l'obiettivo minimo fissato a 5.000 euro. Questa quota è stata raggiunta in meno di 24 ore ed è stata raddoppiata, per una raccolta finale pari a 20.663(!!!) euro, pari al 413% dell'obiettivo base. Il tutto finanziato da ben 383 raisers.

Un successo clamoroso che può essere attribuito ai seguenti fattori:

1 - L'attesa suscitata nel pubblico/raisers per un evento che 30 anni fa aveva fatto parlare molto di sé;

2 - L'esclusività dell'acquisto delle prime file su Musicraiser;

3 - La vendita di oggetti da collezione e di culto risalenti allo spettacolo del 1983;

4 - La varietà delle ricompense: solo alcune invendute ma tante altre sono andate invece esaurite;

5 - La serrata campagna di promozione sui social, cominciata ben prima del periodo di raccolta;

6 - La leva del marchio "Litfiba", i quali avevano musicato la versione originale dell'Eneide di Krypton;

7 - L'esperienza acquisita da Maroccolo in tema di crowdfunding musicale.

Musicraiser e Gianni Maroccolo colpiscono ancora.

 

martedì 6 maggio 2014

Le 25 etichette indie più popolari su Facebook

La musica indipendente italiana sta subendo una mutazione negli ultimi anni grazie soprattutto al fiorire delle etichette indipendenti, che pescando e valorizzando artisti in giro per la penisola contribuiscono a creare un vero e proprio movimento musicale che coinvolge anche altri operatori come distributori discografici, agenzie di booking, agenzie di comunicazione specializzate, webzines e locali per le esibizioni dal vivo.

Per etichetta indipendente si intende quella casa di produzione discografica che non fa parte delle galassie delle major internazionali Sony, Universal/Emi e Warner. Spesso le etichette indipendenti si affidano alle major solo per la fase distributiva.

In particolare il riferimento è alla musica "indie", considerata come musica libera, alternativa e fuori da logiche puramente commerciali.

Non tutte le etichette indipendenti possono essere considerate "indie", si pensi alla Sugar di Caterina Caselli che produce autori mainstream come Andrea Bocelli, Elisa e Negramaro o alla Carosello Records che produce ad esempio Emis Killa.

Le alternative alle etichette indipendenti comunque esistono e sono l'autoproduzione o i portali di crowdfunding musicale come Musicraiser.

Dall'analisi del mercato indipendente e "indie" italiano e della popolarità su Facebook emerge dunque la seguente classifica, che tiene conto delle etichette attualmente attive.


#1 MESCAL MUSIC [likes: >117.300]




Etichetta storica di Nizza Monferrato (AT), nata nel 1993 da un'idea di Valerio Soave (attuale boss) e (addirittura) Luciano Ligabue, la Mescal è stata fondamentale nella fase di lancio dell'indipendente italiano degli anni '90, producendo mostri sacri come Afterhours, Bluvertigo, Carmen Consoli, Estra, Cesare Basile, Cristina Donà, La Crus, Marco Parente, Massimo Volume, Modena City Ramblers, Subsonica, Yo Yo Mundi
Negli ultimi anni la Mescal ha intensificato l'attività editoriale piuttosto che quella produttiva e oggi si segnala soprattutto per essere l'etichetta dei Perturbazione.

#2 LA TEMPESTA DISCHI [likes: >38.200]




La Mescal sta agli anni '90 come La Tempesta Dischi sta agli anni duemila. Fondata a Maniago (PN) nel 2000 dal bassista dei Tre Allegri Ragazzi Morti Enrico Molteni, la Tempesta si è fatta propulsore del nuovo movimento indipendente italiano. Basta dare un'occhiata al rooster stellare; oltre ai TARM: Le Luci Della Centrale Elettrica, Il Teatro Degli Orrori, The Zen Circus, Il Pan Del Diavolo, Uochi Toki, Giorgio Canali & Rossofuoco, Massimo Volume, Sick Tamburo, Maria Antonietta, Fine Before You Came, Bachi Da Pietra, Umberto Maria Giardini, Cosmetic, Altro, Mellow Mood.

#3 PIPPOLA MUSIC [likes: >15.400]




Altra etichetta seminale della nuova musica indipendente italiana, nasce nel 2005 a Bagno A Ripoli (FI) per opera di Paolo Favati e Isabella Panero, ha lanciato Dario Brunori prima con i Blume poi con i Brunori SAS. Dei Blume faceva parte anche Matteo Zanobini che si è trasformato nel vero talent scout dell'etichetta toscana. Grazie a lui la Pippola ha prodotto artisti importanti come Dimartino e Jang Senato. Dopo l'abbandono di Brunori e Zanobini, che nel 2011 fondano la Picicca Studio, l'etichetta rinasce nel 2013 sotto la guida di Tommaso Bianchi.

#4 GARRINCHA DISCHI [likes: >7.900]




Etichetta simbolo dell'indie emergente italiano degli ultimi cinque anni, fondata a Medicina (BO) da Matteo Romagnoli, è stata capace di accaparrarsi negli ultimi anni il meglio degli artisti che si facevano conoscere soprattutto grazie a Youtube. Si pensi a Lo Stato Sociale, L'Orso, L'Officina dell Camomilla, La Rappresentante di Lista, Brace, I Camillas, prodotti senza alcun aiuto distributivo da parte della major. Matteo Romagnoli ha fatto della sua etichetta un vero e proprio collettivo, una grande famiglia e oggi ogni giovane band che ama definirsi "indie" aspira a un contratto con Garrincha.

#5 LA FABBRICA ETICHETTA INDIPENDENTE [likes: >7.600]




Etichetta bolognese nata nel 2006 come associazione culturale è molto attiva anche nel settore management ed eventi. Attualmente nel roster spiccano Leitmotiv, Iotatola e Kafka On The Shore.

#6 INRI [likes: >6.700]


etichetta


Altra etichetta del momento, la torinese INRI (Il Nuovo Rumore Italiano) annovera diversi fondatori tra i quali Paolo e Davide "AntiAnti" Pavanello, componenti dei Linea 77. Nel roster si segnalano anche l'astro nascente Levante, Gnut, I Monaci del Surf e band anglofone come The Cyborgs e Foxhound.

#7 TANNEN RECORDS [likes: >4.600]




L'etichetta veronese è specializzata nella pubblicazione di vinili: nuove uscite, ristampe e dischi del passato mai editi in tale formato. Tuttavia interviene come co-produttore per artisti importanti quali Calibro 35, Colle Der Fomento, Massimo Volume, Zeus! e Soviet Soviet.

#8 42 RECORDS [likes: >4.600]




La più importante etichetta indipendente romana è stata fondata nel 2007 da Emiliano Colasanti e Giacomo Fiorenza. Produce artisti capitolini e non e il roster è tra i migliori in circolazione: I Cani, Colapesce, Testaintasca, Cosmo, I Quartieri, Mamavegas e C+C=Maxigross.

#9 LA FAMOSA ETICHETTA TROVAROBATO [likes: >4.400]




Trovarobato è un'associazione culturale bolognese che opera come etichetta discografica, booking, centro di produzioni radiofoniche ed eventi. Nasce dall'esperienza di autoproduzione e autopromozione dei Mariposa. Anche qui roster di tutto rispetto, oltre ai Mariposa: Iosonouncane, Julie's Haircut, King Of The Opera, Simona Gretchen, Honeybird & The Birdies e Dino Fumaretto.

#10 FOOLICA RECORDS [likes: >3.900]




L'etichetta mantovana nasce nel 2008 e ha lanciato Paletti, poi passato alla Sugar, di cui ha mantenuto però il management. Cresciuto in Foolica anche Edipo, mentre attualmente si segnalano i Did e il management degli M+A.

#11 LEAVE MUSIC [likes: >3.500]




Quando si parla della romana Leave Music si parla sostanzialmente di Alessandro Mannarino, uno degli artisti indie più popolari in assoluto.

#12 PICICCA STUDIO [likes: >3.500]



La prima delle etichette meridionali della lista ha sede a Rende (CS) ed è stata fondata nel 2011 da Dario Brunori e Simona Marrazzo dei Brunori SAS con la supervisione artistica di Matteo Zanobini, dopo l'abbandono collettivo di Pippola Music. E' diventata subito un'etichetta di primo piano producendo artisti come Dimartino, Non Voglio Che Clara, I Gatti Mezzi e lanciando Maria Antonietta, poi passata a La Tempesta.


#13 GHOST RECORDS [likes: >3.300]




L'etichetta di Varese ha perso il suo "top player" Dente passato alle major. Tra gli artisti di punta restano comunque Selton, Il Triangolo, Alessandro Grazian e Green Like July.

#14 ALA BIANCA [likes: >3.300]




Etichetta indipendente storica fondata a Modena da Toni Verona, produce una quantità elevatissima di artisti e generi musicali, tra i quali troviamo anche indie come Tete de Bois, Petrina, Bastian Contrario e   A Toys Orchestra (co-produzione).

#15 MARTELABEL [likes: >3.300]



La romana MArteLabel negli ultimi anni si è trasformata in qualcosa di più di una semplice etichetta musicale, spaziando tra produzioni musicali ed eventi. Ha il merito di aver lanciato i Nobraino, poi passati alle major. Oggi il fiore d'occhiello del roster sono i Management del Dolore Post Operatorio, ma molto interessanti anche Underdog e Pietramante.

#16 BLACK CANDY RECORDS [likes: >2.700]



L'etichetta fiorentina compie dieci anni e attualmente nel roster vanta La Notte Dei Lunghi Coltelli, progetto parallelo dello Zen Circus Karim Qqru e gli interessanti anglofoni The Vickers e The Hacienda.

#17 TO LOSE LA TRACK [likes: >2.700]




La scuderia di Luca Benni ha sede a Foligno (PG) ed rappresenta una delle realtà aggregative più importanti dell'emo-core italiano. Top player sono i Gazebo Penguins, ma segnaliamo anche Tiger! Shit! Tiger! Tiger!, Do Nascimiento, senza dimenticare l'esperienza dei Verme.

#18 WOODWORM LABEL [likes: >2.500]



L'etichetta aretina nasce nel 2011 e vanta un roster importante: Fast Animals And Slow Kids, Umberto Maria Giardini, Julie's Haircut e, recentemente, Paolo Benvegnù.

#19 URTOVOX RECORDS [likes: >2.400]*




Fondata nel 1997 in provincia di Firenze da Paolo Naselli Flores è nota soprattutto per aver lanciato A Toys Orchestra, ma nel roster si segnalano anche Alessandro Fiori, Cesare Basile e Mimes of Vine.

*gruppo Facebook, no fan page

#20 VIA AUDIO RECORDS [likes: >2.200]




Etichetta brianzola, si occupa anche di eventi e  si segnala soprattutto per la produzione degli Io?Drama.

#21 MALINTENTI DISCHI [likes: >2.000]




Etichetta di riferimento dell'indie siciliano, si segnala per la produzione dell'astro nascente Nicolò Carnesi a cui si aggiungono nomi molto interessanti come Oratio, Omosumo e Toti Poeta.

#22 DIAVOLETTO NETLABEL [likes: >1.600]




Fermento indie anche in Basilicata grazie a questa etichetta che distribuisce musica esclusivamente via internet.

#23 STOP RECORDS [likes: >1.400]




Etichetta romagnola in ascesa, fondata da Ivan Tonelli, one man band di Urali, vanta uno studio di registrazione tutto suo e nomi di calibro sopratutto con riferimento all'indie anglofono: Girless & the Orphan, Talk To Me e Mary in June.

#24 VICEVERSA RECORDS [likes: >1.100]




Altra realtà siciliana, nasce dall'esperienza in major di Enzo Velotto. Tra gli artisti prodotti: Mapuche e Dead Cat In A Bag.

#25 WALLACE RECORDS [likes: >1.100]




Una serie infinita di produzioni e co-produzioni per l'etichetta lombarda fondata nel 1999 da Mirko Spino. Si segnalano Bologna Violenta e Fuzz Orchestra, ma ci è passata anche gente come Bachi Da Pietra, I Camillas e Zu.