I Nelcaso sono tre giovanissimi ragazzi provenienti da Rimini e provincia, che hanno deciso di fare musica sul serio, seguendo le orme del nuovo indie-folk americano con un'orecchio al miglior cantautorato italiano.
Loro sono Giacomo (voce, banjo, chitarra), Rocco (basso) Gaio (tromba).
Su Bandcamp è disponibile in free download il loro primo EP, "Sabato Piove", registrato allo Stop! Studio di Andrea Muccioli e Ivan Tonelli. Quattro tracce grezze, in lingua inglese nelle quali si percepisce una capacità di composizione di livello superiore rispetto alla media dell'indie emergente italiano e un'intensità emotiva capace di trasportare in luoghi incontaminati. Le sonorità si fondono alla perfezione con la voce vellutata di Giacomo. Non male per per dei ragazzi tra i 18 e i 19 anni che promettono di fare tanta strada.
In esclusiva per (S)controBlog hanno concesso chiacchierata informale.
Ciao ragazzi, innanzitutto perché avete scelto questo nome? Una scelta casuale?
Ciao boss! Tutto bene? Noi tutto a posto, a parte le cose che vanno storte ma che magari, secondo una logica migliore della nostra, vanno dritte pure quelle. Il nome non è mai stato un problema per noi fino a quando non siamo entrati in studio ad agosto. 'Ciao questo è il nostro cd, con le nostre canzoni e noi non non ce lo abbiamo un nome!'. Non suona molto bene come presentazione ad un concerto, anche se fa molto alternativi. Una sera la scorsa estate, stavamo camminando sul lungo mare di Viserba in cerca di un posto in cui suonare e mostrare il nostro spettacolo pirotecnico-musicale, ma nessuno ci accoglieva. Tornando indietro abbiamo deciso di fare una camminata sul mare. Ad un certo punto Rocco, il nostro leone e bassista, se ne è venuto fuori con 'Nelcaso?'. Dopo un ghigno veloce gli abbiamo chiesto il perché gli fosse balzata in mente questa malsana idea. Nel film Ogni cosa è illuminata di Liev Schreiber, tratto dall'omonimo romanzo, un giovane ragazzo ebreo si mette sulle tracce dei i cimeli della sua famiglia perseguitata dal nazismo e, in breve, giunge in Ucraina dove, accolto da una simpatica vecchina che aveva salvato suo nonno, lo riconosce e gli dona una scatola con su scritto 'nel caso...'. Ci è piaciuta molto l'idea. Nel caso qualcuno venisse e chiedesse di noi. Ma la cosa è opinabile, ognuno può aggiungere quello che vuole alla fine del nostro nome.
Come nascono i Nelcaso? Depressione? Noia? O Forse Gioia?
Sicuramente per tutte tre le cose. Forse, soprattutto, per gioia e per la voglia di dar voce alla nostra vita in una maniera più appropriata. Ma anche perché vogliamo diventare ricchi e famosi come Brunori Sas.
A quali artisti vi ispirate?
Bella domanda. Ognuno di noi proviene da una base musicale molto diversa. Sicuramente ci piacciono molto i Mumford & Sons, gli Altro, i Dinosaur Jr. e Lucio Battisti. Ma ognuno di noi ti potrebbe rispondere in maniera differente. Possiamo dirti cosa non ci piace: la musica house, i bar costosi e le fighe di legno.
Quali sono secondo voi i migliori gruppi indie italiani del momento? Cosa ne pensate dell’attuale scena indipendente?
Noi siamo sicuri che senza Brace, molto probabilmente, non saremmo così come siamo. Quindi Brace per noi è il top dei top. Poi ci piacciono molto anche i Cosmetic. Anzi li amiamo. Per il resto quando andiamo a cantare in collina schitarriamo spesso Darione Brunori, i Verdena, gli Altro e i CCCP (valgono ancora come band indipendente?) Per quanto riguarda la scena indipendente siamo molto attenti a cosa succede qui, in zir per la Rumagna. C'é la Stop! Records che sta sfornando una dietro l'altra delle band che fanno impazzire come Urali o i Talk to Me. Siamo molto contenti di come il circuito alternativo abbia ridato un po' di respiro alla nostra città, portando persone, concerti e tanta musica buona anche qui davanti al mare.
Cosa significa per voi essere indipendenti?
Beh...per noi essere indipendenti vuol dire poter tornare a casa quando vogliamo e poter girare in macchina. Musicalmente parlando vuol dire che le nostre canzoni le facciamo come vogliamo noi. Ma questo non vuol dire che non accettiamo critiche o suggerimenti, anzi, sono sempre ben accette.
Avete un’etichetta discografica?
Non abbiamo un'etichetta discografica, ma facciamo parte di una combriccola di amici che si chiama Zanne Project e che offre alcuni servizi, birre e pacche sulle spalle. Non è una vera e propria etichetta ma in un certo senso lo è. E' una non etichetta indipendente romagnola. E noi ci sentiamo a casa con loro.
Che generi musicali troviamo nelle vostre canzoni? Di cosa parlano veramente?
Risponde Giacomo: sicuramente la prevalenza sta tutta nel folk-rock. Su Rockit siamo nella categoria rock/cantautore, non so in base a quale criterio ma ci sta bene. Dopodiché c'è un po' di blues, un po' di country e qualche bicchiere di sangiovese.
Le nostre canzoni, in generale, sono pezzi di vita, estrapolati e messi alla luce del sole. Sono discorsi fatti tra di noi, quando, in mezzo alle prove, usciamo di fuori e, se non suona l'allarme, ci sediamo sulla panchina a fumare una sigaretta.
Si può parlare di donne, amici, fili d'erba o di quante cazzo di corde abbiamo spaccato in questi 2 anni, ma il fatto di condividere tutto ciò tra di noi, rende le canzoni che scriviamo un pezzo di noi, qualcosa che appartiene a tutti, anche se la cosa vissuta è stata di uno in particolare.
Ad esempio, Come Out, è nata da una storia travagliata. Come tutti i teenager che si rispettano, ognuno ha la sua storia d'amore che poi finisce male e naturalmente anche io ho la mia (mie! ahahahahaha).
Il problema è che non finisce, continua a stare lì, accovacciata sul tuo stomaco. Allora ho pensato che il modo migliore per poter vivere un po' più serenamente questa cosa era innanzitutto parlarne con i regaz.
Poi la canzone è nata da sé.
Benediction XVI è uguale, è nata un giorno che stavo a testa in giù per un evento abbastanza scandaloso (un mio amico carissimo aveva perso il lavoro) e cercando un po' di conforto tra le scordate corde della mia chitarra, è nata, così, molto naturalmente, quasi come viene naturale mettere la maionese nell'insalata di riso.
Blue blues - inizialmente si chiamava Caccalabbubba, per gli amici - è una cosa a sé, c'è. E' come la vecchia signora che sta al balcone e guarda di fuori tutto il giorno. Non sai perché sia lì, non sai chi ce l'ha messa. Però è lì, non gli puoi dire vai via. E poi, in fondo, quando passi di lì e la vedi, ti viene da sorridere. Ecco, blue blues è così. Si capisce?
To A Sleeping Tiger invece è proprio una canzone a trabocchetto, perché sembra una canzone felice - in effetti è l'unica canzone solare di tutto l'ep, ma perché ancora non avete sentito quelle nuove - ma in realtà parla di, rullo di tamburi, Una ragazza! Alè! Ola per noi che siamo originalissimi!
Sì, comunque parla di una ragazza che potrebbe essere una tigre ma in realtà preferisce dormire.
Insomma, le nostre canzoni sono una parte, piccola o grande di noi, che hanno trovato il modo di diventare musica e di far conoscere agli altri chi siamo.
Le nostre canzoni, in generale, sono pezzi di vita, estrapolati e messi alla luce del sole. Sono discorsi fatti tra di noi, quando, in mezzo alle prove, usciamo di fuori e, se non suona l'allarme, ci sediamo sulla panchina a fumare una sigaretta.
Si può parlare di donne, amici, fili d'erba o di quante cazzo di corde abbiamo spaccato in questi 2 anni, ma il fatto di condividere tutto ciò tra di noi, rende le canzoni che scriviamo un pezzo di noi, qualcosa che appartiene a tutti, anche se la cosa vissuta è stata di uno in particolare.
Ad esempio, Come Out, è nata da una storia travagliata. Come tutti i teenager che si rispettano, ognuno ha la sua storia d'amore che poi finisce male e naturalmente anche io ho la mia (mie! ahahahahaha).
Il problema è che non finisce, continua a stare lì, accovacciata sul tuo stomaco. Allora ho pensato che il modo migliore per poter vivere un po' più serenamente questa cosa era innanzitutto parlarne con i regaz.
Poi la canzone è nata da sé.
Benediction XVI è uguale, è nata un giorno che stavo a testa in giù per un evento abbastanza scandaloso (un mio amico carissimo aveva perso il lavoro) e cercando un po' di conforto tra le scordate corde della mia chitarra, è nata, così, molto naturalmente, quasi come viene naturale mettere la maionese nell'insalata di riso.
Blue blues - inizialmente si chiamava Caccalabbubba, per gli amici - è una cosa a sé, c'è. E' come la vecchia signora che sta al balcone e guarda di fuori tutto il giorno. Non sai perché sia lì, non sai chi ce l'ha messa. Però è lì, non gli puoi dire vai via. E poi, in fondo, quando passi di lì e la vedi, ti viene da sorridere. Ecco, blue blues è così. Si capisce?
To A Sleeping Tiger invece è proprio una canzone a trabocchetto, perché sembra una canzone felice - in effetti è l'unica canzone solare di tutto l'ep, ma perché ancora non avete sentito quelle nuove - ma in realtà parla di, rullo di tamburi, Una ragazza! Alè! Ola per noi che siamo originalissimi!
Sì, comunque parla di una ragazza che potrebbe essere una tigre ma in realtà preferisce dormire.
Insomma, le nostre canzoni sono una parte, piccola o grande di noi, che hanno trovato il modo di diventare musica e di far conoscere agli altri chi siamo.
Dove vogliono arrivare i NelCaso?
Sinceramente non ci siamo prefissati alcun limite, vogliamo solo spaccare tutto. Questa estate, se Dio vuole e se troviamo i soldi, registreremo il nuovo cd. Le canzoni ci piacciono molto e pensiamo di aver trovato una stabilità. Comunque il sogno più grande che abbiamo è aprire il concerto in cui i Camillas e Magic Voice finalmente faranno un concerto assieme.
In bocca al lupo e grazie regaz, Nelcaso ci si rivede su qualche palcoscenico!
Gustate nel player sottostante il loro EP. Buon ascolto!
Gustate nel player sottostante il loro EP. Buon ascolto!