Oggi, 9 ottobre 2013, è una data particolare poiché ricorre il cinquantesimo anniversario di una delle tragedie più immani del secolo scorso quando una enorme frana scivolò dal monte Toc e precipitò nella vallata racchiusa dalla diga artificiale del Vajont causando più di 1.900 morti e spazzando via diversi centri abitati tra Veneto e Friuli. Una triste vicenda resa ancora più amara dalle evidenti responsabilità tecniche e politiche. Non bastarono le denunce sulla pericolosità della diga da parte di diverse personalità, tra cui giornalisti che furono costretti a scontrarsi con le logiche del profitto che viziarono la costruzione della diga.
Siruan, rapper bellunese particolarmente attento alla denuncia degli aspetti più scomodi del sistema economico e politico italiano (vedi Evviva l'Italia e Ingannati feat. Inoki), ha voluto ricordare l’evento e le vittime con una canzone.
“La tragedia del Vajont è una storia che va raccontata e soprattutto ricordata -spiega- e non essendo mai stata scritta una canzone sul tema, ed essendo io originario di queste zone, ho pensato di scriverne una”.
Il testo che cita la cronista Tina Merlin, esprime una netta condanna verso i politici e i tecnici che all’epoca non hanno voluto evitare la tragedia. La strofa rappata e ritornello ispirato all’Hurricane di Bob Dylan, vanno di pari passo con chiari riferimenti allo spettacolo di Marco Paolini (Il racconto del Vajont del 1997 nda), in cui proprio dalla diga del Vajont, in diretta televisiva nazionale, raccontò la storia della tragedia.
Nel video, girato nel comune di Erto-Casso (PN), l’enorme gettata di cemento armato che costituisce la diga è la triste protagonista delle immagini assieme al monte Toc, da cui si è staccata la frana che ha provocato l'enorme onda mortale. Scorrono poi le immagini dei giornali dell’epoca, che fotografavano i danni causati dall’impatto dell’onda d’urto prima e dell’acqua dopo. È stato stimato che l'onda d'urto dovuta allo spostamento d'aria fosse di intensità eguale, se non addirittura superiore, a quella generata dalla bomba atomica sganciata su Hiroshima.
Di seguito il video della canzone con il testo
ore 22:39, 9 ottobre 1963...
rit
NON E' UNA STORIA COME TANTE ALTRE
IN QUESTA STORIA NON C'E' LIETO
FINE
C'ERA UNA VOLTA E MAI PIU' CI
SARA'...
QUI LA GIUSTIZIA E' MORTA E CON LEI
LA VERITA'
Giorno di sole a Longarone quel
giorno di ottobre /
aria fresca e pulita, si respirava,
c'era la vita /
La piccola Milano, la chiamava
qualcuno / e di sicuro nessuno /
avrebbe immaginato che un immenso muro d'acqua sarebbe stato la fine del loro
futuro!
Una persona c'era, in realtà / si
chiamava Tina Merlin /
l'aveva detto e scritto su L'Unità
/ lei era fatta così /
Giornalista vera e coraggiosa / di
quelle con le palle /
aveva detto chiaro e tondo che ci
sarebbe stato il finimondo / in quella valle!
Parole scomode e pesanti / troppi
interessi economici /
dai ministri ai tecnici / tutti
coinvolti, tutti colpevoli /
Giochi di potere soprusi / paesi
stuprati, abusi /
l'arroganza di uno stato che si
sente autorizzato / a distruggere usi e costumi!
Costruirono la più grande diga del
mondo /per fare più energia, più soldi /
La montagna gli parlava ogni giorno
/ ma loro non ascoltavano, sordi /
Terremoti, frane, vecchi saggi /
furono tutti ignorati
fino a quella sera del '63 /
un'onda immensa, 2mila corpi dilaniati!
rit.
NON E' UNA STORIA COME TANTE ALTRE
IN QUESTA STORIA NON C'E' LIETO
FINE
C'ERA UNA VOLTA E MAI PIU' CI
SARA'...
QUI LA GIUSTIZIA E' MORTA E CON LEI
LA VERITA'
Mille bare con qualcosa dentro e
quasi altrettante vuote.
Mille bare con qualcosa dentro e
quasi altrettante vuote.
rit.
NON E' UNA STORIA COME TANTE ALTRE
IN QUESTA STORIA NON C'E' LIETO
FINE
C'ERA UNA VOLTA E MAI PIU' CI
SARA'...
QUI LA GIUSTIZIA E' MORTA E CON LEI
LA VERITA'
(titoli di coda)
La diga del Vajont fu costruita
fra il 1957 e il 1960 nel territorio del comune di Erto e Casso (Pordenone,
Friuli). Fu edificata
dalla SADE (Società Adriatica di Elettricità) e poi passò di proprietà
dell'ENEL. All'epoca della sua costruzione era la diga più alta del mondo.
Alle ore 22:39 del 9 ottobre
1963, un'enorme frana del monte Toc precipitò nel bacino facendolo traboccare:
un'onda di 250 metri d'altezza si riversò su Longarone e i paesi limitrofi,
distruggendoli e causando quasi 2.000 vittime.
È stato stimato che l'onda
d'urto dovuta allo spostamento d'aria fosse di intensità eguale, se non
addirittura superiore, a quella generata dalla bomba atomica sganciata su
Hiroshima.
Prima il fragore dell'onda, poi
il silenzio della morte, mai l'oblio della memoria.