mercoledì 31 ottobre 2012

Musicraiser: qualche regola per un progetto di successo



Vorrei inaugurare con questo post una nuova rubrica nella quale scriverò delle potenzialità della piattaforma di crowdfunding musicale e circa i progetti più interessanti.

Innanzitutto direi che la piattaforma è partita benissimo: tre progetti hanno superato in una settimana la metà del target prefissato, Barbara Cavaleri è stata la prima a raggiungere (e superare) il minimun goal in soli otto giorni,  sono stati "donati" già migliaia di euro e sono state richieste le ricompense più disparate.

In questo momento i 3 progetti con un percentuale di raggiungimento dell'obiettivo più vicino alla soglia minima sono i seguenti:

1 - Barbara Cavaleri: 101%, day left: 36 , minimum goal: 1.000 - disco
2 - I Science: 64%, d.l.: 52, m.g.: 500 - videoclip
3 - Clubnoir: 57%, d.l.: 52, m.g.: 750 - evento

I tre artisti in questione non partono una base di notorietà  molto consolidata, Barbara Cavaleri e Clubnoir sono realtà emergenti e I Science è un gruppo addirittura senegalese che produce in Senegal. Questi tre artisti sono vicini all'obiettivo sostanzialmente grazie a tre fattori:

- ottima comunicativa, che significa un accattivante video di presentazione il quale è fondamentale. E'   spesso il primo elemento che colpisce il potenziale raiser che deve scegliere un progetto da sostenere;

-  un minimum goal relativamente basso: se non si è molto conosciuti non si può chiedere il finanziamento di una produzione ad alto costo, ma tendenzialmente low budget. Un progetto con obiettivo di raccolta basso significa anche che saranno necessari meno raisers, ovvero persone, per raggiungerlo. Non sottovalutiamo che presentare un progetto low budget di successo su Musicraiser significa prima di tutto acquisire visibilità nella piattaforma di crowdfunding musicale più importante attualmente in circolazione;

- durata del progetto: più è alto questo parametro e maggiori sono le possibilità di successo;

-  la qualità artistica: ovviamente non vanno messe in secondo piano ma non sono nemmeno il fattore principale. La speranza che è che l'indipendente italiano possa porre le basi e la cultura sul crowdfunding ai fini del finanziamento dai suoi stessi fan.

Un altro elemento molto importante e che necessita di ingegno sono le ricompense (rewards); devono essere appetibili, originali e personalizzate per il raiser. Qualche esempio:

- disco con dedica personalizzate
- bonus track con canzone composta per te;
- concerto in luogo che vuoi tu;
- vere e proprie partnership. E' il caso di Barbara Cavaleri che ha associato ad alcune ricompense immagini o gadget create dell'artista Cevì;
- una guida per band emergenti, vedi progetto Io Non Sono Bogte.

Le ricompense vanno ponderate in maniera razionale. Molto importante è la ricompensa minima che deve essere ben valutata anche in proporzione al minimum goal. Minore è il minimum goal, minore deve essere l'importo corrispondente alla ricompensa minima. Negli attuali progetti la ricompensa minima la troviamo pari a 3, 5, ma anche 20 euro. 

Con riferimento invece agli euro raccolti, ecco sinora chi ha raccolto di più:

1 - Soltanto: 2.915 € / 8.000 €, 52 g.r. - disco
2 - Salvo Vinci: 1.645 € / 15.000 , 52 g.r. - disco
3 - Shandon: 1.365 € / 5.000 €, 33 g.r. - dvd

In questi casi si tratta di progetti con soglie minime abbastanza alte. Questi artisti hanno pensato di chiedere una somma medio-alta sfruttando una base notorietà accumulata in maniera differente:

- Soltanto: attraverso la sua vita da busker ha acquisito popolarità per le strade in giro per l'Europa e soprattutto a Milano;
- Salvo Vinci: attraverso una notorietà conquistata in TV, con la partecipazione ad Amici. Etichetta di cui ora vorrebbe disfarsi facendosi finanziare dai suoi stessi fan per un disco libero;
- Shandon: ha una base di fan consolidata essendo un gruppo molto seguito a partire dagli anni '90.

Questo conferma che:

il minimun goal deve essere proporzionale alla base di notorietà del creatore del progetto

Ovviamente si tratta di una regola generale che in quanto regola ammette eccezioni.

Il minimun goal è l'obiettivo finanziario che si vuole raggiungere. Un indicatore della base di notorietà potrebbe essere il numero dei fan su Facebook.

Man mano che la piattaforma si consolida si potrebbero fare delle analisi empiriche per rilevare qual è il rapporto medio fan iniziali Facebook / minimun goal  dei progetti di Musicraiser che andranno a buon fine.

Analizziamo quindi i fan su Facebook dei primi tre progetti per percentuale e raccolta.

Progetti primi per percentuale

1 - Barbara Cavaleri - 200 fan
2 - I Science - 730  fan
3 - Clubnoir - 958 fan

Progetti primi per raccolta

1 - Soltanto - 8.745 fan
2 - Salvo Vinci - 4.644 fan
3 - Shandon - 5.661 fan

E' logico pensare che questi artisti in generale abbiano incrementato il loro numero di fan proprio grazie a Musicraiser.
Il dato conferma che i progetti degli artisti emergenti (pochi fa Facebook) tendono ad essere vincenti quando sono low cost mentre artisti con alta base di notorietà (molti fan su Facebook) possono permettersi di richiedere una raccolta più alta.

In base a questo principio si può pensare che col sistema del crowdfunding gente come Ligabue, Jovanotti, Ramazzotti, potrebbe organizzare grandi eventi o tour internazionali.

Ora pensiamo a Vasco Rossi che vanta 3.086.500 fan circa. Silvio Berlusconi ne può vantare circa 448.000. Questo significa che Vasco attraverso un crowdfunding, considerata la propria popolarità potrebbe finanziarsi una campagna elettorale in stile Obama e addirittura vincere le elezioni. Ma questa è fantapolitica. Forse.

lunedì 29 ottobre 2012

Musica indipendente italiana da esportazione - un'analisi regione per regione

Nel post del 15 settembre abbiamo visto gli artisti e le band che cantano in italiano. Ora analizzeremo invece i nomi degli artisti che cantano in lingua straniera (quasi tutti in inglese) e riprenderemo dei gruppi strumentali: indipendente italiano da esportazione che spesso bada innanzitutto alla qualità musicale (superiore alla media nostrana), alla sperimentazione e più raramente alle complessità narrative. Ma anche diversi gruppi che magari finiscono semplicemente per "imitare" miti stranieri. In generale però nella sterminata galassia di questi gruppi si fa fatica a volte a ricordare i loro nomi ma non ci si scorda di certo della loro musica.

VALLE D'AOSTA: regione piccola non passiva dal punto di vista musicale. Si segnala il rock psichedelico dei Yellow School Bus Factory.

PIEMONTE: la scena torinese è tra le più interessanti in assoluto: il groove e la contagiosa psichedelia dei Drink To Me, il post punk in tinte africane dei Did, il punk blues dei Movie Star Junkies, il post punk di Foxhound, il rock industriale dei N.A.M.B., il progetto parallelo Niagara, l'hard rock teatrale dei Denimor, gli Stearica che hanno girato mezza Europa e l'aternative folk dei Dead Cat in A Bag. Sono di Verbania invece i Van Houtens, sospesi tra mille sonorità coinvolgenti e spensierate, saliti alla ribalta delle scene grazie a uno spot McDonald's.

LIGURIA: a Genova spicca la meravigliosa voce che spicca sulla chitarre folk di Ila & the Happy Trees.

LOMBARDIA: citazione d'onore per gli ormai storici Lacuna Coil, i milanesi sono di gran lunga il gruppo italiano più seguito all'estero e nonostante il successo internazionale conservano la loro indipendenza legandosi all'etichetta "metal" indipendente "Century Media".  Altra band fermamente radicata all'estero sono i Blonde Redhead, composti dai gemelli milanesi Amedeo e Simone Pace e dalla giapponese Kazu Makino e capaci di farsi ampiamente rispettare nella scena underground americana.
Ma a Milano c'è anche il dream pop dei Iori's Eyes, l'esplosivo indie folk dei Pocket Chestnut e l'indie folk dei Green Like July. Hanno base a Milano anche i Kalweit & The Spokes, formati da un'americana (Georgeanne Kalweit, ex Delta V), un napoletano e un tarantino e i Kafka On The Shore, collettivo internazionale formato da un siciliano, un tedesco e due americani, esponenti di un "pirate mexican porn rock". Tra le realtà emergenti negli ultimi mesi si segnala The Assyrians.
Brescia invece è la patria di un'altro dei gruppi più seguiti all'estero, gli Aucan tra math rock e dubstep. Bresciani sono anche i  Le Man Avec Les Lunettes,delicato indie pop da esportare in USA e in Giappone. Infine da Como gli His Electro Blue Voice, "etichettati" Sub Pop.

TRENTINO ALTO ADIGE: sono indubbiamente i trentini Casa del Mirto a portare la bandiera della regione, con il loro synth pop di qualità.

VENETO: nella terra che fu dei One Dimensional Man si segnala il folk psichedelico C+C=Maxigross, freschi vincitori dell'Arezzo Wave. Da Padova invece i Jennifer Gentle, attivi dal 1999 con il loro garage psichedelico e prodotti addirittura dalla Sub Pop Records che lanciò i Nirvana.

FRIULI VENEZIA GIULIA: Uno dei gruppi italiani più seguiti all'estero è di Podernone: sono i Mellow Mood e fanno reggae. Dalla provincia di Udine invece gli eclettici e seguitissimi MiG-29 Over Disneyland, particolarmentu eclettici e capaci di mescolare inglese, italiano e friulano e molto seguiti anche in Germania.

EMILIA ROMAGNA: anche in questo caso regione regina dell'indipendente con un grande varietà di gruppi e generi. Da Bologna il pregiatissimo post-punk sperimentale degli A Classic Education, l'alternative rock degli Eveline, gli OfeliaDorme, i Mimes of Wine, senza dimenticare i già citati Zeus! (strumentali). 
E' difficile pensare che dietro l'ottimo alternative country di Bob Corn si nasconda un tal Tiziano Sgarbi da Modena, poiché le sue canzoni potrebbero far rabbrividire i migliori songwriters americani del genere, basti pensare che ha aperto anche un concerto di Bonnie "Prince" Billy a Ravenna. Dalla provincia di Modena gli storici Julie's Haircut e Three in One Gentleman Suite.
A Reggio Emilia si segnala la psichedelia dei Dumbo Gets Mad, l'indie rock acustico degli Stoop, senza dimenticare i Giardini di Mirò da Cavriago, che hanno prodotto l'ultimo album in lingua inglese.
Sul fronte romagnolo: se i Joy Division fossero nati a Ravenna oggi si chiamerebbero Doormen, si segnala l'indie folk dei Comaneci, mentre in provincia troviamo il dream pop di successo internazionale degli Amycanbe.
In provincia di Rimini spiccano invece l'indie folk di Girless & the Orphan e l'ottimo indie rock degli Overtheview e NelCaso.
Nel cesenatico ricordiamo i Quintorigo che ormai da un paio d'anni cantano in inglese e l'ottimo successo estero anche per il già citato screamo dei Raein da Forlì.

TOSCANA: a Firenze si segnala l'indie rock di The Hacienda e The Vickers. Citiamo nuovamente i pisani Criminal Jokers che prima di registrare in lingua italiana avevano ottenuto un discreto successo in lingua inglese. Da Lucca invece la devastante new wave dei Dance for Burgess. Per concludere gli sperimentatori aretini Sycamore Age i pistoiesi King Of The Opera.

MARCHE: attenzione a questa regione, potrebbe essere una delle sorprese. Pesaro si candida come una delle capitali europee della new wave con tre nomi piuttosto pesanti: Soviet Soviet (seguitissimi nell'est Europa) Be Forest e Brothers In Law. A Macerata troviamo Beatrice Antolini, sospesa tra rock e pop sperimentale e  il soul punk degli Aedi. In provincia di Ancona invece spiccano gli storici e ottimi Yuppie Flu (in parte emiliani) e, soprattutto, un duo tra i più controversi e originali in questo momento in Europa. Stiamo parlando di Above The Tree & E-side da Senigallia, mascherati con  maschere di lana che raffigurano un uccello e un maiale; il loro genere si chiama etno folk.
Infine, da Ascoli Piceno l'indie folk dei Persian Pelican.

UMBRIA: da Foligno di segnala l'indie rock dei scatenati Tiger! Shit! Tiger! Tiger!

LAZIO: l'artista romano con maggior seguito internazionale è Porcelain Raft, al secolo Mauro Remiddi, emigrato prima a Londra e poi affermatosi a New York con il suo indie pop.
La Capitale ha adottato uno dei gruppi più originale della scena italiana e non solo; vengono da Los Angeles, Catania e Torino e sono gli Honeybird & The Birdies. Il loro genere oscilla tra folk e synth pop e cantano in inglese ma anche in altre svariate lingue del mondo.
Sono romani due componenti italiani dei Vadoinmessico, band internazionale capace di fondere ottimamente tra loro vari generi musicali.
Si segnalano infine la meravigliosa voce soul/blues di Luca Sapio, che vanta prestigiose collaborazioni tra le quali i Quintorigo, l'indie jazz degli Underdog, l'alt folk dei Mamavegas e la dark-wave dei Der Noir. Da segnalare anche l'indie blues di forte impatto scenico dei The Cyborgs, mascherati come personaggi di un film di fantascienza anni '50 Non dimentichiamo tuttavia il buon successo estero dei già citati e strumentali Zu.
Una delle band laziali più seguite all'estero è però di Frosinone, ovvero i Betty Poison: rock alternativo con buona dose di metallo capace di ottenere notevole successo in tutta Europa, in USA e persino in Giappone.

ABRUZZO: ancora una volta c'è l'ombra di Umberto Palazzo con i suoi El Santo Nada, ovvero desert rock strumentale con titoli in lingua spagnola. Dalla provincia di Teramo si segnalano invece le sperimentazioni rock dei Moveonout.

MOLISE: anche se stabile a Roma proviene da Isernia l'interessante dreampop lo-fi dei Lapingra. Citiamo nuovamente il progressive strumentale de Il Rumore del Fiore di Carta.

CAMPANIA: innanzitutto A Toys Orchestra da Agropoli, grande successo in Italia così come all'estero, senza tralasciare il progetto parallelo The Sons Of Anarchy. Ma la provincia di Salerno è particolarmente attiva con una miriade di gruppi tra i quali citiamo: il garage rock di The Bidons e il synth pop degli A Rain Day in Bergen. Da Napoli invece citiamo nuovamente i Fitness Forever capaci di avere un ottimo seguito in Spagna, cantando in lingua spagnola.

PUGLIA: da Fasano (BR) i Moustache Prawn, indie rock di forte impatto. Assolutamente da approfondire gli Eels on Heels da Trani, tra sperimentazione e no wave.

BASILICATA: sono di Matera, in partecipazione con Roma, i Divenere, band che punta su un interessante rock alternativo.

CALABRIA: ancora una volta è Cosenza a distinguersi. Il rock granitico dei Camera237 e l'hard rock senza fronzoli dei Bad Swan.

SICILIA: è la regione che vanta l'eclatante successo internazionale di Alborosie, che con il suo reggae si è conquistato ormai la nazionalità giamaicana e può vantarsi di essere il primo artista bianco ad aver vinto il M.O.B.O. Awards, prestigioso premio attribuito agli artisti reggae di spicco nella scena della black music.
A Palermo si segnalano la splendida voce di Thony (trapiantata a Roma), Fabrizio Cammarata tra pop e world music e  lo scatenato rock n'roll dei Waines. A Messina il garage psichedelico di The Out Key Hole, da Catania il math rock degli Uzeda e tra Ragusa e Catania il post rock in stile Nick Cave dei Gentless3.

SARDEGNA: da Cagliari spicca il dream pop dei Diverting Duo.

La lista ovviamente non potrà MAI essere completa perciò ora attendo un bel po' di suggerimenti nei commenti...scatenatevi!!!





[post aggiornato a Dicembre 2013]

mercoledì 24 ottobre 2012

Musicraiser: il fan che diventa produttore

A proposito delle nuove frontiere della produzione musicale indipendente vorrei parlare di Musicraiser, la più importante piattaforma italiana di crowdfunding musicale inaugurata appena due giorni fa.

Ieri, 23 ottobre, in quanto collaboratore in qualità di talent scout per Musicraiser, sono stato invitato alla conferenza stampa nella cornice intima e suggestiva del Lanificio 159 a Roma.

Erano presenti i due fondatori Giovanni Gulino, frontman dei Marta sui Tubi e Tania Varuni, compagna di Giovanni e brillante imprenditrice nel settore degli eventi. Oltre ai giornalisti invitati c'erano anche alcuni degli artisti che usufruiranno della piattaforma.

Giovanni ha illustrato il funzionamento e le potenzialità di Musicaraiser: si tratta di un sito di crowdfunding, ovvero di "finanziamento dalla folla", dal basso: ciascun fan è libero di finanziare il progetto musicale del proprio idolo in cambio di ricompense.

Nel complesso gli elementi chiave di Musicraiser sono i dunque i seguenti:

- SOGGETTO: artista musicale, videomaker, società di booking, etichetta discografica, ecc.
- PROGETTO: si intende la produzione di un album, la sua distribuzione, un videoclip, un documentario in ambito musicale, un tour, ecc.
- RICOMPENSE è forse l'aspetto strategicamente più delicato poiché devono essere creative e appetibili: ad esempio nel caso della produzione di un album si possono chiedere 5 euro per il disco in prevendita in digitale, 10 euro per quello fisico, 15 euro per t-shirt, 30 euro per disco più t-shirt, ecc. C'è chi si inventa concerti  a casa, su skype, crediti sui dischi, composizione di una canzone personalizzata.
- OBIETTIVO ECONOMICO: quanto si vuole raccogliere.
- DURATA: arco di tempo in cui è possibile raccogliere la somma richiesta..
- TUTOR: è il professionista di Musicraiser che segue il progetto durante tutto il suo percorso.
- INTEGRAZIONE CON I SOCIAL NETWORK: Musicraiser presenta uno spazio web che funziona come un blog, un minisito, ed è molto integrato con Facebook. Sulla home page di ciascun progetto c'è un video di presentazione all'interno del quale l'artista si presenta e invita a sostenere il proprio progetto. 

Curioso notare come molti di questi video, alcuni davvero simpatici, assomiglino un po' a quelli presentazione di concorrenti di un talent show. A volte il clima che si crea attorno a questi artisti finisce per essere simile proprio a quello del reality, poiché su internet hai gli occhi perennemente puntati, oltre a proporre la tua musica racconti la tua storia, a volte quasi commovente, e sveli i tuoi sogni e i tuoi fan partecipano e ti seguono condividendo il tuo sogno e affezionandosi al tuo progetto.

Viene presentato così il busker milanese Soltanto, laureato che poi si licenzia e decide di realizzare il suo sogno: armato di sola chitarra gira mezza Europa e diventa cantante di strada portando in giro una voce davvero notevole. Ora cerca 8.000 euro per produrre il primo disco e sta già raccogliendo un bel gruzzolo.
Il progetto di Soltanto
C'è anche un'altra meravigliosa voce, Luca Sapio, ex Quintorigo, che si esibisce in un live acustico da brividi e cerca fondi per un tour internazionale con la sua band. Poi ci sono anche l'ex Amici di Maria de Filippi Salvo Vinci che si vuole togliere l'etichetta di dosso diventando un artista vero, i romani Io Non Sono Bogte che addirittura in cambio della produzione del loro disco offrono una guida per band emergenti e la distribuzione del disco su un supporto USB a forma di vecchia musicassetta. Infine si esibiscono i QuintaEssenza Habanera con una rhumba molto coinvolgente. Un'occasione per ascoltare anche musica niente male.

Tra i vari progetti descritti spicca anche una simpaticissima band sengalese che chiede 500 euro (che in Senegal sono davvero tanti) per produrre un videoclip. Ma troviamo anche nomi affermati come Stato Sociale e Shandon.

La piattaforma si presenta davvero all'avanguardia, con un design davvero accattivante e gode dell'esperienza e della conoscenza del settore dei propri fondatori.
E' una nuova e affascinante frontiera per gli artisti indipendenti che vogliono prodursi  senza cacciare un'euro,  magari senza la scomoda intermediazione di etichette discografiche.  

Si tratta di essere abili nello sfruttare nuovi canali di comunicazione e forme di finanziamento innovative che gravitano attorno alla propria rete consolidata di fan ma offre anche tantissimi strumenti per conquistarne nuovi. Il valore artistico ma anche all'ingegno imprenditoriale e comunicativo dell'artista saranno fondamentali per raggiungere l'obiettivo. Nel caso l'obiettivo non venga raggiunto nell'arco di tempo prestabilito i soldi verranno restituiti ai benefattori: o tutto o nulla. 

Il crowdfunding è una forma di finanziamento che ha avuto molto successo in USA con le elezioni di Obama che ha chiesto ai suoi stessi futuri elettori il danaro per finanziarsi la sua campagna elettorale. In seguito questa forma di raccolta fondi si è diffusa nel mondo musicale e non solo con il popolare sito americano Kickstarter. Tra gli indipendenti italiani Honeybirds and the Birdies hanno finanziato in questo modo il loro album You Should Reproduce.

Giovanni Gulino, dopo aver risposto in maniera brillante a un giornalista circa il regime fiscale del caso in essere (donazioni) manda tutti a gustare un appetitoso buffet. 


Ora tocca a voi, fan dell'indipendente, finanziate la vostra musica!


ps. se sei un artista interessato ad aprire un progetto con Musicraiser puoi contattarmi alla seguente mail: joydark82[at]yahoo.it

martedì 23 ottobre 2012

Musica meditativa, un genere per tutti: intervista a Shantam

L'indipendente italiano non è solo rock, pop e tutti gli altri sottogeneri di cui abbiamo parlato sinora, ma anche forme di musica più sperimentali, introspettive, che hanno lo scopo non solo di intrattenere ma di coinvolgere direttamente la mente umana attraverso la meditazione e la purificazione spirituale con benefici diretti per la salute.
E' Ganesh Records ad accollarsi la missione di diventare propulsore di questo tipo di musica rivolto a tutti e che si esprime nei generi world music, ambient, new wave, chill out, lounge, nonché incroci sperimentali come ambient-rap.
Il prossimo 25 ottobre uscirà "Kailash Music" il primo lavoro prodotto da questa etichetta. Ho colto l'occasione per intervistare l'autore del disco, Shantam, al fine di comprendere il significato di questa produzione musicale.



Ciao Shantam, ci vorresti illustrare il tuo profilo artistico?

Ciao, dunque mi chiamo Stefano Crespan in arte Shantam sono un musicista polistrumentista e mi occupo di composizione arrangiamento e ricerca riguardo alla musica e ai suoni. Ho scritto musica per colonne sonore e pubblicità, collaboro stabilmente da 6 anni con Maurizio Irko Sera a StudioBeat2, e insieme abbiamo prodotto Hip Hop italiano e non (Siruan, La miss, etc), World Music e cantautoristica, nonché arrangiato e scritto brani per artisti USA. Dal mio viaggio in India nel 2000 mi sto dedicando anche alla composizione di musiche che favoriscano stati meditativi o di rilassamento stimolando così processi di riequilibrio e guarigione. Questo è un po' il senso primo della musica e soprattutto del suono.

Qual è il tuo "pensiero" musicale"?

Attraverso la mia ricerca ho compreso che certi suoni, frequenze, e certe combinazioni, possono stimolare una maggior presenza e quindi, una qualità di vita più alta. Spesso ascolto musiche definite "rilassanti" che creano in realtà solo una sorta di "torpore". Credo che la musica dovrebbe produrre gli stessi effetti di una camminata immersi nei suoni del bosco o al mare dove ci liberiamo delle tensioni e allo stesso tempo diveniamo più attivi, più presenti appunto, se la passeggiata nel bosco è notturna poi, ogni suono o rumore ci farà sentire vivissimi. La mia ricerca mi porta spesso ad esplorare strumenti etnici con timbri e frequenze particolari che creano effetti molto interessanti sull'ascoltatore. Alcune musiche che ho scritto vengono usate da oltre 5 anni presso la Clinica Ospedaliero Universitaria di Careggi a Firenze per un importantissimo studio sulla cura dell'ipertensione arteriosa con metodi non farmacologici. A condurre questa ricerca è il Prof. Pietro Amedeo Modesti affiancato dalla Dott.ssa Antonella Ferrari, musicoterapeuta che ha ideato e messo in pratica il progetto seguendo la sperimentazione su centinaia di pazienti e ottenendo eccellenti risultati (vedi articolo Sole 24 Ore sul sito www.ganeshrecords.com, ndr).

Grazie. Ci vuoi parlare un po' di questa Ganesh Records?

Ganesh Records è una etichetta indipendente nata dalla passione per la musica di qualità e con fini che vanno oltre il semplice intrattenimento. Insieme all'amico Matteo Gracis, conosciuto in studio durante l'arrangiamento del suo album, abbiamo deciso di creare una opportunità concreta per poter realizzare dei prodotti musicali altrimenti non collocabili tra le etichette attualmente esistenti nel panorama italiano.

Qual è la ragione che vi ha portato a fondare questa etichetta indipendente?

Lo scopo di Ganesh Records è quello di proporre delle musiche svincolate da ciò che il mercato richiede in quel momento, musiche che devono prima di tutto avere un contenuto artistico. La bellezza e l'arte non dovrebbero mai essere condizionate dal commercio. Ganesh Records si propone di creare la musica che manca, e non di creare la musica che vende. Il criterio per scegliere ciò che verrà stampato è l'emozione che suscita, l'equilibrio dei suoni, l'energia espressa, la buona vibrazione, insomma tutti parametri che hanno più a che fare con l'aspetto umano, vibrazionale e artistico più che con l'aspetto puramente estetico o commerciale.

A quail target si rivolge Ganesh Records?

Ganesh Records si  rivolge a tutti coloro che dalla musica si aspettano un momento di armonia, emozione, benessere. L'ascoltatore avrà la sensazione di compiere una spostamento percettivo, emozionale a volte anche fisico, trasportato dalla musica che creerà un ambiente sonoro dove potrà lasciarsi andare. Come quando una colonna sonora di un film si lega indissolubilmente alle immagini, così la nostra musica si propone di diventare la colonna sonora della vita quotidiana o di uno speciale momento rendendolo più vivido.

Il primo album della Ganesh Records è Kailash Music. Ce lo puoi illustrare?

"Kailash Music" nasce come soundtrack del documentario "Kailash nelle terra degli Dei" di Andrea Gracis.
In tutto il CD dura 77 minuti circa.
La colonna sonora dura circa 47 minuti si divide in 25 tracce e l'ascolto avviene tutto d'un fiato, senza interruzioni.
Alla fine del CD si trovano 4 tracce, 3 delle quali sono contenute anche nella colonna sonora, però qui sono in versione originale e integrale cioè senza tagli. L'ultima traccia è una bonus track dal titolo Infinito Mondo scritta da Siruan Matteo Gracis. Infinito Mondo è affiorata durante l'ascolto di Hea, traccia cantata da Maria Chabushnig. Matteo ha provato l'irresistibile desiderio di scriverci un testo e di rapparlo con il suo stile inconfondibile e così ha preso vita un brano che io percepisco come magia pura e che mi emoziona ogni volta che l'ascolto. Infinito mondo è una bellissima istantanea, una visone profonda di ciò che può esserci di più bello nell'uomo, il messaggio contenuto è alquanto auspicabile in questo momento storico per questo "Infinito mondo".

Cosa ha ispirato il lavoro?

Kailash Music è stata quasi interamente composta suonata e registrata a Fontallorso, bellissima residenza di un amico, Satyadeva, sulle colline fiorentine a Pelago, nonché centro di meditazione e di attività per lo sviluppo e la fioritura dell'essere umano. Ho potuto suonare strumenti indiani, sitar, tambura, campane tibetane, percussioni, flauti bansuri. L'atmosfera era particolarmente ispirata dalla presenza di persone che con il monte Kailash hanno avuto un legame profondo. Mai come in questo caso la sincronicità era tanto evidente. Nella stanza dove lavoravo, proprio davanti a me, vi era un dipinto di Satyananda, un maestro illuminato che si è recato al monte Kailash per lasciare il corpo. Durante la scrittura ricevevo spesso le visite di Atmananda, Simone Vanni, discepolo di Satyananda suo prosecutore e biografo. Nei suoi racconti sul viaggio con Satyananda verso il Kailash, ho potuto percepire un aspetto spirituale e misterico che mi ha permesso di cogliere ancora più chiaramente la vibrazione di quei luoghi sacri che si esprimono principalmente con il silenzio.

Grazie Stefano e in bocca al lupo per questo progetto ambizioso.

Grazie a te.

Per approfondimenti e aggiornamenti circa l'attività della Ganesh Records è possibile visitare il sito http://www.ganeshrecords.com.

martedì 16 ottobre 2012

Artista indipendente, cercasi definizione

"Sono così indie che con la musica non ci arrivo a fine mese" cantano scherzosamente (ma neanche tanto) quelli de Lo Stato Sociale. Ma cosa significa veramente essere indipendenti? Spesso tale definizione risente di falsi miti. Cerchiamo di giungere ad una definizione smentendo un po' di credenze popolari. Avere scarso successo? Piacere a pochi? Non seguire la moda? Fare musica diversa o underground? Nessuna di queste caratteristiche è calzante.

1 - La musica indipendente non è la corrente comunemente chiamata "indie" o "indie-rock"

A partire dagli anni 2000 con il termine "indie" spesso si intende erroneamente un "sound", una corrente artistica, esplosa negli USA e subito dopo in UK con garage band quali ad esempio The Strokes, White Stripes, Black Rebel Motorcycle Club, The Killers, The Libertines, Franz Ferdinand, Kaiser Chiefs, Arctic Monkeys, ma anche gli svedesi The Hives e gli australiani The Vines. Tuttavia questo movimento viene erroneamente spacciato per la musica indipendente, anche se alcuni gruppi indipendenti prendono ispirazioni dal movimento indie-rock. Per quale motivo? Basta dare un'occhiata alle etichette da cui sono state prodotte:

RCA Records (Sony): The Strokes;
Virgin Music (EMI): Black Rebel Motorcycle Club;
Island Music (Universal): The Killers;
Rough Records (Sony): The Libertines:
B-Unique Records (Universal): Kaiser Chiefs;
Capitol Records (EMI): The Vines.

Come è facile notare questi gruppi hanno in comune il fatto che le loro società di produzione facciano parte delle quattro grandi major mondiali della discografia: Universal Sony ed EMI (che sta per essere acquisita dalla stessa Universal). A queste va aggiunta la Warner. 

Gli Arctic Monkeys e i Franz Ferdinand invece sono stati prodotti, sin dai loro primi successi, tramite l'etichetta indipendente londinese Domino. Per tale motivo i due gruppi britannici possono essere definiti, ancora oggi, un vero gruppo indipendente nel genere indie-rock. Anche i White Stripes invece hanno fatto capo a una etichetta indipendente: la XL Records. Lo stesso si può dire per la svedese Burning Heart Records che ha prodotto The Hives.

2 - Musica indipendente non significa necessariamente originale, innovativa, sperimentale o di avanguardia

I Velvet Undergrund sono considerati all'unanimità i "padri" della musica indipendente: infatti vennero prodotti per la prima volta da Andy Warhol nel 1966 e la loro indipendenza si rifletteva nel sound grezzo e innovativo così come i temi trattati nei testi che affrontavano aspetti oscuri della società mai trattati prima (droga, omosessualità, masochismo, ecc.). Ma nessun artista che si ispira alla band newyorkese o in ogni caso sperimentale o all'avanguardia, può essere autenticato come indipendente se viene prodotto, ad esempio da Universal.

Tuttavia, esistono delle eccezioni, ovvero artisti che da indipendenti hanno assunto una tale fama e una tale forza contrattuale da rimanere indipendenti anche in una major. L'esempio più eclatante è quello dei Radiohead, che nel 2000 produssero "Kid A", il loro album più sperimentale di sempre, sotto l'egida della EMI.

3 - La musica indipendente non identifica necessariamente un segmento di nicchia o vendite relativamente basse

E' curioso notare come spesso i gruppi o glia artisti indipendenti emergenti o comunque con riscontri commerciali non elevati critichino artisti indipendenti capaci di raggiungere un importante successo commerciale. E' il caso di chi vede in gente come Le Luci della Centrale Elettrica, Dente, Brunori Sas o Mannarino esempi sbagliati poiché capaci di ottenere un importante riscontro popolare. Magari spesso succede che, a prescindere dalla validità dei dischi, il successo logora chi non ce l'ha.

4 - Si può essere indipendenti solo in alcuni periodi della propria carriera musicale 

Una band o un singolo artista possono essere etichettati come indipendenti solo per un determinato periodo della loro carriera per poi diventare mainstream. Si pensi ai Litfiba, prodotti dall'indipendente I.R.A. fino all'album "Litfiba 3" per poi passare alla CGD della Warner. E il sound ne ha risentito tanto. Oppure, il passaggio dalla Sonica Factory di Gianni Maroccolo alla Virgin Records (EMI) da parte dei Marlene Kuntz, che ha fatto storcere il naso a più di un fan. Infine ricordiamo il ritorno all'indipendente degli Afterhours con l'ultimo album "Padania" prodotto con la propria etichetta discografica Germi, dopo anni con la Universal.

5 - Una definizione 

Essere indipendenti significa avere alle spalle una produzione indipendente che prescinde dalle logiche di mercato proprie delle 3 major internazionali: Universal, Warner, Sony. 

Essere indipendenti è dunque una questione di prodotto e non di genere o sound. 

E come ogni regola che si rispetti abbiamo visto che esistono delle eccezioni (Radiohead).

Se volessimo giungere ad una definizione "integralista" si potrebbe dire che è indipendente solo chi si autoproduce, perché spesso anche un'etichetta indipendente segue delle proprie logiche artistiche. Si pensi al boss della Garrincha Dischi Matteo Romagnoli che spesso si occupa direttamente dell'arrangiamento dei brani dei propri artisti.

Per concludere, negli ultimi anni si potrebbero segnalare in Italia  i seguenti lavori autoprodotti, e quindi più indipendenti che mai:

"Fallen" (2008) - Il Rumore del Fiore di Carta
"Emoterapia" (2009) - Trivo
"Raccolta Demo" (2010)" - L'Officina della Camomilla
"Mezze Stagioni" (2011) - Ex Otago, prodotto con azionariato popolare
"Low Budget Invasion" (2011) - Ratafiamm
"Sulla Linea d'Orizzonte su Questa Mia Vita e Quella di Tutti" (2011) - Raein


giovedì 4 ottobre 2012

Le etichette discografiche indipendenti, un torneo sempre amichevole

Se, come abbiamo visto nel post del 15 settembre, in Italia c'è un vero e proprio movimento indipendente il merito è anche delle etichette discografiche che si sono trasformate sempre più in aggregatori di artisti che portano in giro per l'Italia e non solo, con la loro carovana.

Spesso l'indipendente fiorisce proprio dall'indipendente. Andando di poco indietro nel tempo la band più prolifica in questo senso sono stati sicuramente i CCCP: nel 1990 I Dischi del Mulo (Reggio Emilia) di Giovanni Lindo Ferretti e Massimo Zamboni producono gli Ustmamo. Nello stesso tempo Gianni Maroccolo (anche ex Litfiba) fonda la Sonica Factory che scopre i Marlene Kuntz. Nel 1994 le due etichette si fondono e danno vita al Consorzio Produttori Indipendenti, che produrrà gente come Marlene Kuntz, Santo Niente, Yo Yo Mundi e Andrea Chimenti. Nel 1999 il progetto si scioglie e i diritti passano alla Sonica Factory per un po' di tempo. Lo stesso Maroccolo nel 2012 presenta l'etichetta Al-Kemi Lab che produce i Bastian Contrario.

Un esempio simile è seguito oggi dal bassista dei Tre Allegri Ragazzi Morti Enrico Molteni che nel 2000 fonda La Tempesta Dischi, etichetta di riferimento nell'attuale panorama musicale italiano, distribuita da Universal e Venus. Seguiranno le esperienze dei Mariposa, Dario Brunori.

Un caso interessante è quello dell'album "Mezze Stagioni" (2011) degli Ex Otago, che il gruppo genovese riesce a produrre grazie all'iniziativa di azionariato popolare "Anche io produco gli Ex Otago" che prevede che anche i fan del gruppo diventino produttori acquistando un'azione del progetto.

Ma procediamo con ordine e analizziamo le etichette indipendenti italiane ancora una volta con un approccio "geografico" prendendo spunto dall'infografica sulle etichette italiane presente sul portale Rockit:

fonte: rockit.it


Deduciamo che In Italia troviamo una miriade di etichette, poco meno di 800. Come era ben facile prevedere la Lombardia (200) la fa da padrone seguita dall'Emilia Romagna (108) che si conferma regione di grande movimento musicale, forse la migliore da un punto di vista del rapporto qualità/quantità,  mentre va a completare il podio il Lazio (100), dove troviamo diverse tra le etichette più importanti.

Seguono Veneto (56), Piemonte (55), Toscana (47), Puglia (34), Campania (32) e Sicilia (32). Da notare l'assenza di produzione musicale rilevante in Valle d'Aosta e Basilicata, mentre in Molise troviamo una sola etichetta.

Ma analizziamo alcune etichette indipendenti tra le più attive nella produzione indipendente, raggruppandole sempre per regione.

PIEMONTE: da Verbania si segnala FaceLikeaFrog Records che produce gruppi interessanti come The Van Houtens e Dadamatto.

LOMBARDIA: nel panorama indipendente si distingue Foolica Records (2008) di Mantova che produce, tra gli altri Edipo e The Vickers, distribuiti non solo in Italia ma anche in Giappone.
Altra importante etichetta è la Ghost Records di Varese, fondata da Francesco Brezzi e Giuseppe Marmina e che vanta nella sua squadra artisti come Dente, Alessandro Grazian, Il Triangolo e Green Like July.

VENETO: molto attiva la Fosbury Records, nata nel 2002, nella cui scuderia spiccano Valentina Dorme e N.A.N.O. L'etichetta si definisce "un laboratorio per i suoi componenti, un raccoglitore di idee, un punto di incontro. Perchè sia ancora l'unione a fare la forza".

FRIULI VENEZIA GIULIA: è qui che troviamo la base de La Tempesta Dischi di Enrico Molteni, precisamente Maniago in provincia di Pordenone. Il patrimonio artistico di questa scuderia è sicuramente tra i più invidiabili: oltre a i Tre Allegri Ragazzi Morti vanta in catalogo anche Il Teatro degli Orrori, Le Luci della Centrale Elettrica, The Zen Circus, Aucan, Il Pan del Diavolo, Giorgio Canali & Rossofuoco, Uochi Toki,  A Class Education, Sick Tamburo, Massimo Volume e Umberto Maria Giardini, al secolo Moltheni, tornato alla ribalta con il freschissimo album "La dieta dell'Imperatrice".

EMILIA ROMAGNA: A Bologna molto importante e attenta alla qualità è la Unhip Records (2001) che    produce i Drink To Me e ha coprodotto i Zen Circus. La Unhip tuttavia si è specializzata nella distribuzione di vinili in edizione speciale di artisti italiani e non tra i quale Le Luci della Centrale Elettrica, Massimo Volume, Offlaga Disco Pax, Yuppie Flu, Notwist, Lali Puna e Tarwater. Molto attenta alle dinamiche di internet nel 2011 è stata fondata Trovarobato Netlabel.
Sempre nella città felsinea abbiamo l'Associazione Culturale Trovarobato che nasce dall'esperienza autoproduttiva dei Mariposa e la cui mente è il tastierista Michele Orvieti; in catalogo spiccano Iosonouncane, Dino Fumaretto e Julie's Haircut.
A Medicina (BO) troviamo Garrincha Dischi fondata da Matteo Costa Romagnoli nel 2008 e che si ispira all'imprevedibilità del grande calciatore brasiliano degli anni '50. Negli ultimi anni lo sforzo, anche a livello di marketing  per il lancio di talenti emergenti è stato notevole: Lo Stato Sociale, L'Orso, L'Officina della Camomilla, Chewingum, 33 Ore, ManzOni, Jocelyn Pulsar, Nel Dubbio e la stessa mente Matteo Costa che si auto-produce da solista o nel duo LE-LI.
Spostandoci a Ferrara abbiamo Infecta Suoni & Affini che produce i Sikitikis e co-produce Dadamatto, Zen Circus e Management del Dolore Post-Operatorio.

TOSCANA: a Firenze troviamo Pippola Music, etichetta dietro il quale inizialmente si celava il fiuto del giovane Matteo Zanobini (ora Picicca Dischi), che ha lanciato Brunori Sas e Dimartino e produce Fitness Forever, Carpacho! e Dilaila.
Del capoluogo toscano anche la storica Santeria, distribuita da Audioglobe che presenta un catalogo prestigioso con nomi come Perturbazione, Giardini di Mirò, Andrea Chimenti, ma ha prodotto anche album di A Toys Orchestra, Offlaga Disco Pax e Paolo Benvegnù.

UMBRIA: è la regione di To Lose La Track, etichetta di Foligno (PG) fondata da Luca Benni. Spiccano nomi tra i quali Gazebo Penguins, Fast Animals and Slow Kids, Tiger! Shit! Tiger! Tiger!, Distanti e Verme. In questo caso la politica dell'etichetta è abbastanza chiara per sua stessa ammissione: non accetta demo in quanto produce solo per un gruppo di amici o persone con cui si condivide la musica prodotta.

LAZIO: l'etichetta più attiva della capitale è la 42 Records, fondata nel 2007 dal romano Emiliano Colasanti e dal bolognese Giacomo Florenza che può vantare nomi di grande impatto nel panorama indipendente come Colapesce, I Cani, Criminal Jockers, I Quartieri e Gatto Ciliegia e il Grande Freddo.
Sempre nella capitale nel 2008 Giuseppe Casa fonda MarteLabel che produce tra gli altri il grande ritorno dei Diaframma, Nobraino, i Management del Dolore Post-Operatorio e i Petramante e offre servizi musicali a 360 gradi.
A Roma troviamo anche la 29Records (2008), l'etichetta degli Eva Mon Amour e Galoni.
Tra le etichette emergenti si segnala invece la Boombica che dopo aver lanciato Thegiornalisti si accinge a produrre i Jonny Blitz.

CALABRIA: Dario Brunori e Simona Marrazzo dei Brunori Sas nel 2011 hanno deciso di staccarsi da Pippola Music portandosi dietro oltre alla mente Matteo Zanobini anche l'amico Dimartino e nello stesso tempo hanno lanciato Maria Antonietta. E' così che è nata Picicca Dischi che ha sede a Rende (CS).

SICILIA: si segnala l'etichetta Tamburi Usati dei Marta sui Tubi che hanno lanciato anche Il Disordine delle Cose. Il leader del gruppo di Marsala Giovanni Gulino, insieme alla propria compagna Tania Varuni ha dato vita all'interessante progetto Musicraiser basato sul crowdfunding: raccolta fondi dagli stessi fan in cambio di ricompense direttamente sul web, finalizzata alla realizzazione di progetti musicali.

Il mondo delle etichette indipendenti è fatto di solidarietà e collaborazione continua, in nome di un vero e proprio movimento culturale underground che va al di là della musica. Per tale motivo, diversi giorni fa, si è conclusa a Bologna la seconda edizione del primo torneo di calcetto tra etichette indipendenti "Tutto Molto Bello", cui hanno partecipato 16 squadre. Per la cronaca il torneo è stato vinto da Trovarobato, mentre l'edizione scorsa (a 8 squadre) ha visto trionfare 42 Records.

Di seguito l'estrazione dei gironi effettuata da Max Collini degli Offlaga Disco Pax e condotta da Michele Orvieti dei Mariposa.



Infine, un'altra esperienza di cooperazione "culturale" tra le etichette è il video di "Sono così indie" degli Stato Sociale (Garrincha Dischi) che vede la partecipazione di diversi artisti presi in prestito da svariate case discografiche.