L'indipendente italiano non è solo rock, pop e tutti gli altri sottogeneri di cui abbiamo parlato sinora, ma anche forme di musica più sperimentali, introspettive, che hanno lo scopo non solo di intrattenere ma di coinvolgere direttamente la mente umana attraverso la meditazione e la purificazione spirituale con benefici diretti per la salute.
E' Ganesh Records ad accollarsi la missione di diventare propulsore di questo tipo di musica rivolto a tutti e che si esprime nei generi world music, ambient, new wave, chill out, lounge, nonché incroci sperimentali come ambient-rap.
Il prossimo 25 ottobre uscirà "Kailash Music" il primo lavoro prodotto da questa etichetta. Ho colto l'occasione per intervistare l'autore del disco, Shantam, al fine di comprendere il significato di questa produzione musicale.
Ciao Shantam, ci vorresti illustrare il tuo profilo artistico?
Ciao, dunque mi chiamo Stefano Crespan in arte Shantam sono un musicista polistrumentista e mi occupo di composizione arrangiamento e ricerca riguardo alla musica e ai suoni. Ho scritto musica per colonne sonore e pubblicità, collaboro stabilmente da 6 anni con Maurizio Irko Sera a StudioBeat2, e insieme abbiamo prodotto Hip Hop italiano e non (Siruan, La miss, etc), World Music e cantautoristica, nonché arrangiato e scritto brani per artisti USA. Dal mio viaggio in India nel 2000 mi sto dedicando anche alla composizione di musiche che favoriscano stati meditativi o di rilassamento stimolando così processi di riequilibrio e guarigione. Questo è un po' il senso primo della musica e soprattutto del suono.
Qual è il tuo "pensiero" musicale"?
Attraverso la mia ricerca ho compreso che certi suoni, frequenze, e certe combinazioni, possono stimolare una maggior presenza e quindi, una qualità di vita più alta. Spesso ascolto musiche definite "rilassanti" che creano in realtà solo una sorta di "torpore". Credo che la musica dovrebbe produrre gli stessi effetti di una camminata immersi nei suoni del bosco o al mare dove ci liberiamo delle tensioni e allo stesso tempo diveniamo più attivi, più presenti appunto, se la passeggiata nel bosco è notturna poi, ogni suono o rumore ci farà sentire vivissimi. La mia ricerca mi porta spesso ad esplorare strumenti etnici con timbri e frequenze particolari che creano effetti molto interessanti sull'ascoltatore. Alcune musiche che ho scritto vengono usate da oltre 5 anni presso la Clinica Ospedaliero Universitaria di Careggi a Firenze per un importantissimo studio sulla cura dell'ipertensione arteriosa con metodi non farmacologici. A condurre questa ricerca è il Prof. Pietro Amedeo Modesti affiancato dalla Dott.ssa Antonella Ferrari, musicoterapeuta che ha ideato e messo in pratica il progetto seguendo la sperimentazione su centinaia di pazienti e ottenendo eccellenti risultati
(vedi articolo Sole 24 Ore sul sito www.ganeshrecords.com, ndr).
Grazie. Ci vuoi parlare un po' di questa Ganesh Records?
Ganesh Records è una etichetta indipendente nata dalla passione per la musica di qualità e con fini che vanno oltre il semplice intrattenimento. Insieme all'amico Matteo Gracis, conosciuto in studio durante l'arrangiamento del suo album, abbiamo deciso di creare una opportunità concreta per poter realizzare dei prodotti musicali altrimenti non collocabili tra le etichette attualmente esistenti nel panorama italiano.
Qual è la ragione che vi ha portato a fondare questa etichetta indipendente?
Lo scopo di Ganesh Records è quello di proporre delle musiche svincolate da ciò che il mercato richiede in quel momento, musiche che devono prima di tutto avere un contenuto artistico. La bellezza e l'arte non dovrebbero mai essere condizionate dal commercio. Ganesh Records si propone di creare la musica che manca, e non di creare la musica che vende. Il criterio per scegliere ciò che verrà stampato è l'emozione che suscita, l'equilibrio dei suoni, l'energia espressa, la buona vibrazione, insomma tutti parametri che hanno più a che fare con l'aspetto umano, vibrazionale e artistico più che con l'aspetto puramente estetico o commerciale.
A quail target si rivolge Ganesh Records?
Ganesh Records si rivolge a tutti coloro che dalla musica si aspettano un momento di armonia, emozione, benessere. L'ascoltatore avrà la sensazione di compiere una spostamento percettivo, emozionale a volte anche fisico, trasportato dalla musica che creerà un ambiente sonoro dove potrà lasciarsi andare. Come quando una colonna sonora di un film si lega indissolubilmente alle immagini, così la nostra musica si propone di diventare la colonna sonora della vita quotidiana o di uno speciale momento rendendolo più vivido.
Il primo album della Ganesh Records è Kailash Music. Ce lo puoi illustrare?
"Kailash Music" nasce come soundtrack del documentario "Kailash nelle terra degli Dei" di Andrea Gracis.
In tutto il CD dura 77 minuti circa.
La colonna sonora dura circa 47 minuti si divide in 25 tracce e l'ascolto avviene tutto d'un fiato, senza interruzioni.
Alla fine del CD si trovano 4 tracce, 3 delle quali sono contenute anche nella colonna sonora, però qui sono in versione originale e integrale cioè senza tagli. L'ultima traccia è una bonus track dal titolo Infinito Mondo scritta da Siruan Matteo Gracis. Infinito Mondo è affiorata durante l'ascolto di Hea, traccia cantata da Maria Chabushnig. Matteo ha provato l'irresistibile desiderio di scriverci un testo e di rapparlo con il suo stile inconfondibile e così ha preso vita un brano che io percepisco come magia pura e che mi emoziona ogni volta che l'ascolto. Infinito mondo è una bellissima istantanea, una visone profonda di ciò che può esserci di più bello nell'uomo, il messaggio contenuto è alquanto auspicabile in questo momento storico per questo "Infinito mondo".
Cosa ha ispirato il lavoro?
Kailash Music è stata quasi interamente composta suonata e registrata a Fontallorso, bellissima residenza di un amico, Satyadeva, sulle colline fiorentine a Pelago, nonché centro di meditazione e di attività per lo sviluppo e la fioritura dell'essere umano. Ho potuto suonare strumenti indiani, sitar, tambura, campane tibetane, percussioni, flauti bansuri. L'atmosfera era particolarmente ispirata dalla presenza di persone che con il monte Kailash hanno avuto un legame profondo. Mai come in questo caso la sincronicità era tanto evidente. Nella stanza dove lavoravo, proprio davanti a me, vi era un dipinto di Satyananda, un maestro illuminato che si è recato al monte Kailash per lasciare il corpo. Durante la scrittura ricevevo spesso le visite di Atmananda, Simone Vanni, discepolo di Satyananda suo prosecutore e biografo. Nei suoi racconti sul viaggio con Satyananda verso il Kailash, ho potuto percepire un aspetto spirituale e misterico che mi ha permesso di cogliere ancora più chiaramente la vibrazione di quei luoghi sacri che si esprimono principalmente con il silenzio.
Grazie Stefano e in bocca al lupo per questo progetto ambizioso.
Grazie a te.
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