venerdì 28 ottobre 2011

Gli Zombies a Ponte Milvio


Quando G.A. Romero nel 1978 girò "Zombi" immaginò che a un certo punto gli zombies assalissero un centro commerciale negli Stati Uniti in preda allo stesso irrefrenabile bisogno di consumismo che li aveva contraddistinti in vita. Nel 2011 gli Zombies sono tornati, a Roma, per assalire il nuovo megastore Trony di Ponte Milvio, il più grande d'Europa, in occasione della sua inaugurazione. Lo Zombie moderno tuttavia è internettizzato e comincia ad organizzare i suoi assalti dal web: attratto dalla massiccia campagna di prodotti hi-tech sottocosto (es. iPhone 4 a 399 euro) si muove prima sui forum e su Twitter alla ricerca di suoi simili, senza diffondere tuttavia troppo la voce perché la mattina successiva, all'alba, deve essere uno dei primi, magari provvisto di sacco a pelo per dormire lì. Il giorno del giudizio migliaia di zombies sono davanti al megastore per portare via "a pochi spiccioli" iPhones, notebooks, tv lcd, telefonini e qualche elettrodomestico e a questo punto la città impazzisce: tangenziale chiusa, traffico paralizzato, mezzi pubblici bloccati. E gli umani si incazzano, e cominciano ad insultare gli zombies sul web, Twitter, Youtube e  Twittare su Trony comincia ad essere considerato addirittura "cool". 

Gli Zombies diventano l'incompresa feccia della società che fa ritardare lavoratori, concorsi pubblici, consigli municipale. Per colpa loro un uomo non riesce ad assistere alla laurea della moglie. La gente si lamenta soprattutto dell'ipocrisia tipica dello zombie che si lamenta della crisi e poi non va nemmeno a lavorare per assaltare i centri commerciali e acquistare beni non di prima necessità. Ma la colpa sarebbe anche del sindaco Alemanno, che per l'ennesima volta ha definito "imprevedibile" un evento previsto il giorno prima per i blog. Forse Gianni dovrebbe smanettare un po' di più su internet e tener d'occhio da lì anche le previsioni del tempo...aiuterebbe a governare meglio! 

E Trony? I giorni prima gli zombies entusiasti inneggiavano sui forum al famoso slogan "Non ci sono paragoni", ma gli umani incazzati su Twitter aggiungono: "...ma solo coglioni!".

Intanto le offerte stanno finendo, la folla davanti a Trony piano piano svanisce e gli zombies-internauti si danno appuntamento al prossimo assalto.


lunedì 24 ottobre 2011

1965 - Milk and Honey (Jackson C. Frank)

Esistono trailer che sono molto più interessanti dei film che vogliono pubblicizzare. A mio parere un esempio eclatante è quello di The Brown Bunny un film diretto nel 2003 dal più narcisista dei registi indipendenti: Vincent Gallo. Dopo essere stato folgorato da Buffalo '66, prima pellicola dell'attore, modello e musicista Gallo avevo quasi bisogno di vedere un altro suo film così sono corso subito ad indagare circa la sua filmografia. Ho scoperto che la sua seconda opera era appunto The Brown Bunny, un film considerato maledetto a causa di una scena esplicita di fellatio che vedeva protagonisti l'attore-regista e una coraggiosa Chloe Sevigny (si dice che tra loro sarebbe nata una relazione sul set). L'errore più grande di Vincent Gallo è stato sbattere in faccia questa scena al pubblico ultra-chic di Cannes, il quale, colto da borghese ribrezzo ha impietosamente considerato The Brown Bunny "il peggior film mai proiettato nella storia della rassegna". Per Gallo quell'esperianza segnò la fine prematura della promettente carriera di regista e un'ostracismo dal mondo del cinema durato diversi anni. 

Nonostante tali premesse, ero comunque deciso a guardare questo film, tenendo fede alla mia missione da cinefilo e ho cercato subito il trailer su Youtube per farmi una prima idea. Il trailer era semplicemente incantevole, uno dei migliori e più originali che abbia mai visto, per due motivi: era montato in split screen (schermo diviso in due parti ognuno dei quali raffigurava momenti diversi del film) e, soprattutto, aveva come colonna sonora una canzone bellissima, con una chitarra emozionante e una voce di grande personalità e carica intimistica. Le prime parole, bellissime, recitano così:

Gold and silver is the autumn
Soft and tender are her skies
Yes and no are the answers
Written in my true love's eyes


Altre ricerche per il web: di che canzone si trattava? Risposta: "Milk and Honey" di un certo Jackson C. Frank. Ma chi è costui? C'è bisogno del Wikipedia in inglese per avere una risposta: a quanto pare di lui non si sa molto, è un cantautore folk americano nato nel '43 e morto nel '99. Nel 1965 ha pubblicato un album intitolato semplicemente "Jackson C. Frank"  che avrebbe influenzato diversi autori folk indipendenti, primo tra tutti Nick Drake, che avrebbe registrato anche una cover della canzone stessa. Una grande e piacevole scoperta dato che "Milk and Honey" è solo una delle meravigliose tracce di questo album che è una vera e propria pietra miliare del folk indipendente americano.





Forse molti adesso mi chiederanno: e The Brown Bunny? Poi l'hai visto? Beh, il film è roba da cinefili molto allenati, con pochissimi dialoghi, lentezza assoluta, manifesto definitivo dell'egocentrismo delirante del regista che trova il suo culmine nella scena di fellatio in cui mostra il proprio fallo al mondo intero. Tuttavia un vero film di cinema indipendente, minimalismo e realismo allo stato puro, con un discreto lavoro di fotografia, ovviamente curato dallo stesso Vincent Gallo.Curioso notare che Milk and Honey non la si ascolti durante il film, nonostante ciò la colonna sonora del film resta assolutamente da menzionare.

martedì 18 ottobre 2011

1991 - Canzone di Domani (Marlene Kuntz)

Era la fine degli anni '90 quando mi capitò tra le mani una vecchia musicassetta, trovata in omaggio su "Tutto Musica e Spettacolo" intitolata "Rock Targato Italia '92". Tra i gruppi emergenti che parteciparono a quella edizione del concorso c'erano i Marlene Kuntz che ai tempi in cui ascoltai la compilation erano considerati tra i gruppi di punta del nuovo rock indipendente italiano, che allora rappresentava un panorama molto meno vasto di quello attuale.

Mi sono informato su Wikipedia su come la band di Cuneo arrivò a partecipare a quella edizione di "Rock Targato Italia":
"Nel marzo 1991, i Marlene si ritrovano in studio per il terzo demo, contenente cinque pezzi, di cui uno strumentale: M.K., Fuoco (che poi sarà Fuoco su di te in Catartica), La divina (una versione riveduta sarà incisa come Cenere ne Il vile), Ape Regina pezzo strumentale che in questa versione verrà pubblicato da Punto Zero (l'audiorivista curata da Giulio Tedeschi e prodotta ed edita dalla torinese Toast Records). Il demo si rivela subito un ottimo biglietto da visita per il gruppo cuneese, che dopo alcune recensioni entusiastiche su riviste specializzate e non, lo spedisce a una manifestazione per gruppi emergenti: Rock Targato Italia. Questa manifestazione ha il compito di selezionare dei gruppi per una compilation che sarebbe stata pubblicata dopo la manifestazione. I Marlene Kuntz, grazie al loro demo entrano a far parte dei 16 finalisti e si esibiscono a Milano. Il concerto è pessimo e il gruppo non entra fra i primi 8. Fortunatamente, un gruppo si ritira e vengono ripescati. A luglio 1991 si trovano in studio con Gianni Maroccolo e registrano Canzone di domani".
Canzone di domani è una traccia davvero unica nella storia del rock italiano, carica di rabbia e ironiche emergono dal canto e dalle parole strafottenti di Cristiano Godano, che oltre a fare il musicista fa il poeta. Ma il momento clou della canzone è proprio il finale improvvisamente ipnotico ove Godano abbassa notevolmente la tonalità della sua voce e le chitarre tipicamente noise si scatenano:
 
Hey, penso che quanto detto è vero
(rispetto massimo per me)
Hey, penso che quanto detto è raro
(rispetto massimo per me)
Hey, penso che quanto detto è puro
(rispetto massimo per me)

Dopo quell'ascolto Canzone di Domani divenne una delle più cantate e ascoltate da me a quei tempi e i miei amici se lo ricordano bene. Acquistai anche l'album "Catartica" del '94 ove è stata inserita la canzone. A mio parere rappresenta una delle pietre miliari della nascita del rock indipendente italiano.





sabato 15 ottobre 2011

1981 - Ceremony (New Order)

Ho scoperto questa canzone nell'inverno del 2006. Era contenuta in un best dei New Order chiamato "Substance" (1987) che possiedo tuttora in formato mp3 nell'hard disk portatile che io e mio fratello cerchiamo di riempire di tutti quegli innumerevoli album e discografie da possedere assolutamente per essere delle proprie enciclopedie musicali viventi. 
Quando l'hard disk non era così pieno come ora decisi di ascoltare questo album in quanto fan dei Joy Division e fui subito rapito dalla prima traccia.

"Ceremony" è un pezzo dalla forza trascinante che parte con un giro ipnotico di basso ed esplode con le distorsioni della chitarra e la batteria altrettanto ipnotica come volesse asfaltare tutto ciò che c'è intorno a chi lo ascolta. . Il vocalist è il chitarrista Bernard Sumner che per l'occasione canta in stile molto "Curtis" con una bassissima tonalità vocale. All'inizio il canto è allucinato per poi trasformarsi in disperato, quasi carico di rabbia con le parole di Ian che colpiscono come un pugno sullo stomaco:
"Oh, I'll break them down, no mercy shown,
Heaven knows, it's got to be this time,
Watching her, these things she said,
The times she cried,
Too frail to wake this time".
Quando una canzone o un artista mi piace cerco di sapere tutto in merito così ho scoperto che "Ceremony" è stato uno degli ultimi brani scritti dal compianto Ian Curtis il 6 marzo del 1981, circa due mesi  prima della sua morte. E' evidente che ciò ne giustifichi il tono quasi rabbioso e le sonorità dei New Order sono qui ancora più legate al gothic dei Joy Division che a quelle proprie dei New Order, che diventeranno alfieri delle new wave. Tra le varie cover esiste anche una versione dei Radiohead in occasione del "Thumbs Down" webcast del 9 novembre 2007.

Oggi "Ceremony" è una di quelle pochissime canzoni che mi trasmette esattamente le stesse emozioni del primo ascolto. E ti fa venire voglia di chiudere gli occhi e andare veloce verso l'indefinito.



martedì 11 ottobre 2011

Nichi vs. Nichilisti, i rumors della politica da Facebook

Oggi, alle ore 11.37 Nichi Vendola, dalla sua fan page su Facebook pubblica il seguente status:

"L'Italia è un Paese barocco che si aggroviglia sempre: l'unica strada è quella delle elezioni anticipate. Veltroni sbaglia sul governo tecnico. Non si possono affidare scelte politiche ad un Governo tecnico".
Report delle ore 20.33:
- 65 persone hanno condiviso lo status sulla loro bacheca;
- a 552 persone piace lo status;
- 130 persone hanno commentato.
Con i social media per comprendere quale aria tira nella politica non c'è niente di meglio che andarsi a spulciare i commenti agli status dei politici stessi. Nichi Vendola è uno dei poltici più attivi nel mondo dei social network (vedi anche Twitter), e grazie a tali strumenti ha saputo attrarre il consenso e la partecipazione di tantissimi giovani in tutta la Penisola. Un atto coraggioso poiché mettersi in gioco direttamente su un social network come Facebook non è come andare in TV, soprattutto in trasmissioni come Porta a Porta e Ballarò (un po' meno il compianto Annozero) dove i politici possono parlare quanto voglio senza che alcun esponente del Popolo Sovrano possa controbattere, fare domande, in ogni caso dire la sua. Tutto resta circoscritto ad un diatriba tra politici, a volte molto accesa ma che troppo spesso finisce "a tarallucci e vino" nella vita parlamentare.
Su Facebook invece spesso la gente finisce per rispondere impietosa al politico che pensava con una bella frase ad effetto di racimolare consensi.
Nel caso in specie mettendo in ordine tutto questo mucchio di input e output di commenti e tralasciando i vari "mi piace", si può notare un certo malcontento di una fetta dell'elettorato di sinistra che non crede più nella sinistra stessa, oltre che nella destra, possiamo parlare paradossalmente di Nichilisti di sinistra.
Le invettive colpiscono lo stesso malcapitato Nichi, reo, secondo molti "commentatori", di preferire le elezioni al  governo tecnico poiché smanioso di potere per potersi candidare a premier. Volendo dare un sunto Queste evidenze fatte da chi ha commentato risultano essere le seguenti:
- per diversi pugliesi Nichi anziché concentrarsi sulla sua regione, in particolare sulla sanità, sta guardando troppo alle questioni nazionali; 
- il governo tecnico sarebbe comunque la migliore soluzione poiché la sinistra non rappresenta un'alternativa valida e non è in grado di scendere in campo con un programma unitario.
- i politici sono ritenuti fondalmentalmente degli incapaci, immorali e tagliarsi lo stipendio sarebbe un passo dovuto per contribuire e fronteggiare la crisi;
- Vendola parla molto bene l'italiano ma...
- senza una nuova legge elettorale delle elezioni anticipate risultano irragionevoli;
- Veltroni è uno dei maggiori responsabili del suicidio della sinistra, in ogni caso il Partito Democratico è e sarà sempre inaffidabile, allora meglio restare divisi che unirsi.
Ahi Nichi, i tempi della tua Fabbrica ora sembrano così lontani, la gente sta cominciando a perdere la pazienza di certi sterili dibattiti politici. Nonostante tutto io vorrei provare ancora a fare il tifo per te.. Intanto, il Grande Fratello Social Media che ti ha trascinato alla vittoria della tua regione ora ti guarda e ti giudica, spesso impietosamente!
   

lunedì 10 ottobre 2011

1991 - The Unforgiven (Metallica)

Era l'inizio del 1996, un tardo pomeriggio. Un ragazzino di 13 anni giocava nella sua stanza a un calcio balilla improvvisato con le figurine dei calciatori. Da anni era uno dei suoi giochi preferiti. Il necessario per procedere ad avvincenti partite era molto semplice:

1 - figurine dei calciatori: per un collezionista di vecchia data il materiale non mancava con una vasta disponibilità delle figurine Panini, comprese le raccolte del fratello che partono dalla fine degli anni '70. In campo così c'erano contemporaneamente Maradona, Baggio, Van Basten, Falcao, Signori, Rummenigge, ecc.

2 - delle porte, costituite da delle scatole di plastica trasperente nate per contenere modellini di automobili;

3 -  un "pallone" ottenuto accartocciando un pezzo di carta abbastanza dura;

4 - il terreno di gioco: il pavimento.

Le stelle erano pronte per darsi battaglia in campo, ma questa volta sugli spalti (il letto) c'era una novità: una radio-lettore cd Philips, un regalo che il ragazzino aveva ricevuto dal padre, con la quale aveva cominciato ad ascoltare musica che comprendeva gente come Battisti, Venditti, musica classica e addirittura inni nazionali. Quel pomeriggio nel lettore cd però c'era qualcosa di nuovo: un album tutto nero dei Metallica che il fratello del ragazzino aveva quasi "obbligato" ad ascoltare così come nei mesi a venire tutta la sua collezione di cd. Si tratta di una sorta di iniziazione all'educazione musicale".
Per il ragazzino, che ricordava già qualche ascolto dei Metallica, questo gruppo significava solo rumore. Quale momento migliore allora per alleggerire questo "peso" imposto dal fratello se non ascoltare l'album durante una di quelle amate partite a calcio con le figurine?

Il fischio d'inizio era partito con la prima traccia, Enter Sandman, brano celebre dei Metallica, ma ancora troppo rumoroso per le orecchie ancora troppo grezze del ragazzino, ancora troppo concentrato a far dribblare Baggio contro Scirea. Circa il primo quarto d'ora era continuato così, con l'avvincente match sul pavimento che procedeva col sottofondo di un rumore che le orecchie quasi si rifiutavano solo di accarezzare...fino alla quarta traccia, anzi al ritornello della quarta traccia, che diceva così:

What I've felt
What I've known
Never shined through in what I've shown
Never be
Never see
Won't see what might have been

What I've felt
What I've known
Never shined through in what I've shown
Never free
Never me
So I dub thee unforgiven
Il canto apparse sublime al ragazzino, la partita fu improvvisamente sospesa e sembrava che tutti i calciatori in campo tra i quali, Platini, Baresi, Gentile, Gullit, Zenga si fossero rimasti incantati da qual ritornello che proveniva da un posto indefinito, forse dal cielo.

Quelli furono minuti che mi segnarono profondamente. Da quella sera non giocai più a quello strano calcio balilla e mi sarei concentrato nell'eplorazione del mondo sconfinato della musica e delle persone che la creano. 

Era ufficialmente cominciato il mio passaggio culturale dall'infanzia all'adolescenza.


La canzone: buon ascolto!!!



La celebre cover del "Black Album"


ps.: a pensare che i Metallica piacciono molto anche al Drugo Lebowski...

venerdì 7 ottobre 2011

No Steve No Jobs

Al mio secondo post vorrei porgere un saluto a colui che è stato definito giustamente "Il Leonardo Da Vinci del nostro tempo": Steve Jobs, genio dei nostri tempi fondatore della Apple, ma anche, non dimentichiamocelo, della Pixar.

Steve ci ha lasciato ieri dopo una lunga malattia. Se avesse incontrato il Drugo, magari durante una partita a Bowling, probabilmente avrebbe suggerito un App per mettere in ordine questo ingombrante mucchio di input e output.

Con Steve la tecnologia è diventata arte, follia, fame di invenzione. Per i fans della Apple lui è il Genio della lampada che appaga il bisogno di tecnologia.

Caro Steve, ci ha insegnato ad essere liberi ma ci hai reso schiavi delle tue meravigliose creature.

Stay hungry, stay foolish.




giovedì 6 ottobre 2011

Il Drugo docet...

Se non avete mai visto "Il Grande Lebowski", pellicola del 1996 girata dai fratelli Coen,beh, allora dovreste farlo, poiché si tratta di un piccolo manuale di sopravvivenza per gli anni a venire. 

Il protagonista del racconto, il Drugo, insegna che la società in cui viviamo è tartassata da "un mucchio di input e output". Allora è necessario restare coi piedi per terra e non dimenticare che siamo nati per godere in assoluta libertà di ogni cosa che ci offre la vita e la natura.

Denaro, finanza, politica, Facebook, religione. L'uomo è nato senza tutto questo ed è stato felice. Come il Drugo, cui è bastato rifugiarsi nella musica, nel bowling, nelle droghe leggere o in un bicchiere di white russian.

Anche noi, protagonisti della tormentata controcultura del nostro tempo, troveremo qualcosa in cui rifugiarsi, guardano un buon film, ascoltando una canzone, leggendo libri meravigliosi, pensando o semplicemente amando.


"Questo è un caso molto, molto complicato. Ci sono un sacco di input ed output, ma fortunatamente io rispetto un regime di droghe piuttosto rigido per mantenere la mente flessibile." Jeffrey Lebowski, detto "Il Drugo"