martedì 21 aprile 2015

I Nobraino e il barcone affondato: i social non perdonano

Nelle ultime ore è scoppiato un incredibile caso mediatico che ha visto protagonisti i Nobraino, rei di aver postato su Facebook un link con uno status di cattivo gusto riguardante l'immensa sciagura del barcone affondato al largo di Lampedusa che ha visto la morte di quasi 900 migranti africani.

Il post incriminato è il seguente:


Un intento satirico, ma molto ardito per prendere posizione su un fatto molto delicato di cronaca internazionale; sia per il cattivo gusto della battuta in sé per sé, sia perché non bisogna mai pensare che gli utenti sui social colgano il significato di un pensiero così complesso. L'utente medio pensa poco e in maniera molto semplicistica.

Non basta il link al blog Diritti e Frontiere che in realtà era serio e impegnato in quanto denunciava l'immobilismo dell'Unione Europea di fronte agli sbarchi. Non basta che questo link fosse stato condiviso direttamente dalla pagina dell'associazione Boats 4 People, che si occupa attivamente del problema degli sbarchi migratori nel Mediterraneo.

Da questo momento in poi per i Nobraino è una continua debàcle mediatica senza via di uscita scatenata da un errore dopo l'altro nella gestione del social media.

L'account Facebook del gruppo romagnolo è direttamente collegato a quella del leader Lorenzo Kruger, così il famigerato status si trasforma in un suo tweet. Gli utenti indignati quindi cominciano ad attaccare la band e Kruger in generale.

La situazione diventa imbarazzante, la pagina Nobraino risponde a un commento che lo status sarebbe stato pubblicato dal chitarrista Nestor Fabbri, Quasi a lavarsi le mani. Intanto lo status viene modificato prima con la N. di Nestor, poi con la firma Palese di Nestor Fabbri fino a cambiare radicalmente in "La realtà è di cattivo gusto". Si cerca di rimediare con un nuovo status che dice "Unione Europea Premio Nobel per la pace", quasi a voler spiegare il significato del post precedente, ma anche qui gli insulti e le minacce di boicottare la band fioccano, mentre gli haters non aspettavano occasione più ghiotta.

Cominciano anche i boicottaggi belli pesanti: Roy Paci commenta pubblicamente che i Nobraino non faranno più parte del concertone del Primo Maggio di Taranto, lo Sherwood Festival li cancella dalla lista delle loro band.

Intanto Kruger si "ponziopilatizza" e viene pubblicato un terzo status dei Nobraino in cui scrive:

Buongiorno a tutti, qui Lorenzo Kruger.Torno ora da un week-end di concerti e purtroppo solo ora mi accorgo di cosa...
Posted by Nobraino on Lunedì 20 aprile 2015


Le cose non vanno meglio, cominciano a scrivere del caso i siti delle testate nazionali, come Il Fatto Quotidiano e La Repubblica. La risonanza è sempre più forte. La situazione sempre più imbarazzante.
A questo punto si attendono solo le scuse di Nestor Fabbri, che forse si fanno attendere anche troppo. Arrivano con un link al sito ufficiale dei Nobraino corredato da una sorta di curriculum che dimostra che Nestor è un attivista esperto di problemi legati alle migrazioni. Poi arrivano le scuse vere e proprie:  "Il mio imperdonabile errore è di non essere stato retoricamente capace di indirizzare la sfrontatezza contro i reali responsabili del massacro: gli autori delle politiche migratorie europee. Finendo così per offendere associazioni, militanti e liberi cittadini pensanti che mettono la loro vita a disposizione dei più deboli.
Per questo motivo porgo a tutte le persone turbate ed addolorate dall’infelice esternazione di ieri le mie più umili scuse"


Si scatena una frangia di geniali internauti che tirano in ballo niente di meno che Charlie Hebdo, ricordando che una volta si era tutti Charlie, come se in questo caso non fosse stato difeso il diritto di satira. Tuttavia anche questo paragone appare ardito e malamente ponderato, l'esagerazione e il campanilismo sono sempre dietro l'angolo.


Nobraino, e Nestor Fabbri in particolare, quindi martiri o colpevoli? La verità come sempre è nel mezzo. Nella sostanza la posizione e  l'impegno attivo di Nestor Fabbri verso la problematica degli sbarchi clandestini sono nettamente condivisibili, ma nella forma la scelta comunicativa della frase inclusa nel post si è rivelata una satira fallimentare, sostanzialmente una immane cazzata le cui conseguenze dovevano essere immediatamente prevedibili, tanto da far desistere alla pubblicazione.

Le conseguenze per tutta la band sono state pesanti: imbarazzante gestione della crisi sui social network, calo reputazionale, cancellazione da importanti eventi live.

Ma dal punto di vista della popolarità? Nonostante in molti avessero minacciato di togliere i "like" alla fan page l'effetto reale è stato sorprendente, basta analizzare il vistoso incremento al giorno 20/04.


Ciò significa che ad oggi pubblicare qualcosa di imbarazzante su Facebook non significa perdita di popolarità bensì un incremento dovuto soprattutto alla curiosità della rete più che un segnale di approvazione. Lo sa bene Matteo Salvini, ad esempio.

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