sabato 28 luglio 2012

Geografia del movimento musicale indipendente italiano ai tempi dei social network

In questo post mi occuperò dell'evoluzione della musica italiana indipendente, ovvero fuori dai canoni commerciali e con distribuzione indipendente.
Dopo anni di cantautorato folk che abbracciava gran parte delle regioni italiane (De Andrè, De Gregori, Lolli, Ciampi, Gaetano, Dalla, ecc.) nei garage Firenze, all'inizio degli anni '80, nascevano I Litfiba, i Diaframma, i Moda i Neon. Era un rock italiano indipendente fortemente influenzato dalla dark-wave anglosassone che veniva rivisitata secondo uno stile più latino e una poetica tipicamente nazionale. A Bologna, dove la faceva da padrone il punk, emersero i CCCP (poi CSI e ancora PGR), di gente come Giovanni Lindo Ferretti, Gianni Maroccolo (già Litfiba), Massimo Zamboni e Giorgio Canali. Poi vennero gli anni '90 e i grandi padri dell'indipendente italiana cominciavano a produrre le nuove le nuove leve. Nel 1994 viene pubblicato il seminale album "Catartica" dei Marlene Kuntz da Cuneo prodotti dai CSI. A Milano la dark-wave tornava ad influenzare gli Aftehours e in provincia di Bergamo il grunge fulminava i Verdena, mentre a Torino nascevano i Subsonica, nuovi paladini dell'elettronica made in Italy. In provincia di Novara si faceva conoscere Bugo, il Beck Italiano e Firenze tornava alla ribalta con i primi Baustelle. E ancora gli emiliani Massimo Volume, padri del rock cantato e il marchigiano Moltheni, che dopo un'apparizione a Sanremo diverrà simbolo del cantautorato colto e indipendente, costretto a guadagnarsi da vivere come pompiere a fronte di una folta schiera di fan e l'attenzione della critica.
Ma la vera sorpresa si chiama Pordenone: nella fredda Friuli Venezia Giulia tre ragazzi mascherati con dei teschi e con la passione per i disegni fondavano i Tre Allegri Ragazzi Morti che diventeranno fondamentali per la produzione del nuovo indie italiano.
Dagli anni '70 all'inizio degli anni '2000 la musica indipendente si faceva conoscere al pubblico tramite i concerti (dai piccoli locali ai grandi palchi), rare comparsate televisive, le riviste specializzate e, ovviamente i dischi, dai vinili fino ai compat-disk fino ad adattarsi al formato digitale mp3 che apriva la strada all'incontrollabile mercato nero del web che liberalizzava la conoscenza musicale di nicchia e creava problemi e interrogativi su copyright e ritorni economici.
Nella seconda parte del primo decennio degli anni '2000 il mercato discografico italiano subisce dei mutamenti: cambiano i canali di comunicazione dei gruppi musicali indipendenti che dalle vetrine di un sempre più arrugginito ma efficace MysSpace devono essere in grado di "parlare" agli internauti attraverso i social network, ovvero le fan page Facebook e gli account Twitter, per farsi conoscere, accaparrarsi nuovi fan, fidelizzare i vecchi, renderli partecipi delle loro giornate, magari informarli del lungo e faticoso processo che porta alla registrazione del nuovo album. Perché oggi, essere su Facebook e Twitter significa essere virtualmente "tra le gente", come quando il divo rock si lanciava tra la folla immensa dei suoi fan e lì si faceva trascinare dalle braccia. Oggi quella folla immensa va alimentata sulla rete. Alle riviste si sostituiscono i blog e gli stessi fan possono dire la loro direttamente sui profili dei propri idoli, criticandoli magari una svolta stilistica non proprio gradita o per un concerto deludente.
Proprio analizzando Twitter, Facebook e gli immancabili canali Youtube, trasformando un mucchio di input in output un po' più ordinati, ho cercato di creare una geografia del movimento indipendente italiano, che abbraccia tutta l'Italia ma anche i generi musicali con un ritorno particolarmente prepotente del cantautorato (Brunori Sas, Dente, Mannarino e Vasco Brondi su tutti). Da notare anche la presenza di un interessante movimento lo-fi tra i gruppi emergenti a tutti gli effetti (L'officina della Camomilla).
Da una prima analisi si può notare come oggi gli indipendenti più popolari su Facebook, per numero di fan, siano i seguenti:

1 - Mannarino (70.862)
2 - Il Teatro degli Orrori (51.710)
3 - Le Luci della Centrale Elettrica (49.383)

Nei prossimi post una mappa concettuale e  geografica del nuovo indie italiano.

2 commenti:

  1. Be io avrei aggiunto pure la sicilia con il pan del diavolo

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  2. Ne parlo nell'articolo-approfondimento che ho pubblicato poco fa! :-)

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