mercoledì 28 gennaio 2015

Fuori oggi l'album di esordio di Divano (ex Jocelyn Pulsar). In esclusiva la traccia "Smashing Pumpinks"

Esce oggi per Cabezon Records “Rimedi per ulcere in bocca, piaghe nelle gambe, rogna, magrezza, stitichezza e malinconia”, il disco di esordio di Divano,  il nuovo progetto di Francesco Pizzinelli (ex Jocelyn Pulsar) che ho avuto il piacere di intervistare diverse settimane fa

(S)controBlog è lieta di annunciare che oggi parteciperà ad un'operazione di lancio inedita nel panorama discografico italiano:  invece di cedere il disco intero in esclusiva ad un sito solo, Divano ha proposto a 7 testate/webzine/blog di pubblicare in esclusiva una canzone a testa, e di uscire contemporaneamente. Un approccio intelligente e mutualistico alla promozione sul web che unisce diverse testate che trattano di musica indipendente.

Oltre a (S)controBlog partecipano infatti all'operazione con la relativa traccia affidata:


Dopo dodici anni alla guida del progetto Jocelyn Pulsar (5 dischi all’attivo con Agos Music, I Dischi della Lavatrice, Garrincha Dischi e 2 Ep con Fosbury Records), Francesco Pizzinelli ricomincia da zero con Divano, il suo nuovissimo progetto. Un nome immediato, che richiama l'indole "lenta"  di Francesco e  dietro il quale si cela la voglia di tornare alla musica indipendente vera, quella in cui i dischi si registrano e promuovono con pochi mezzi e il contatto diretto con la gente.
Un ritorno all’estetica lo-fi di inizio anni novanta, lontano dai fasti dell'attuale indie italiano che per Francesco è diventata una vera e propria moda.

RIMEDI PER ULCERE IN BOCCA, PIAGHE NELLE GAMBE, ROGNA, MAGREZZA, STITICHEZZA E MALINCONIA è il titolo lunghissimo di un disco breve. Otto canzoni nelle quali Pizzinelli perde molto del suo approccio nostalgico e post adolescenziale per raccontarsi in modo più autentico ma sempre con leggerezza. 

"Rimedi" nasce con un’impronta più marcatamente ritmica, dove il groove assume un ruolo decisamente maggiore rispetto alle esperienze precedenti. Mantenendo il proverbiale sarcasmo nelle liriche, con Divano Francesco Pizzinelli fa un salto di qualità a livello musicale. Le nuove canzoni infatti spaziano dal pop al funk, dal cantautorato al raggae, con svisate in generi del tutto inusuali come il french touch dell’opening track. Insomma un disco eclettico dove è la chitarra elettrica fare da filo conduttore.

Il disco, registrato tra casa e sala prove, è stato concepito con i musicisti che l’hanno accompagnato negli ultimi anni di attività come Jocelyn Pulsar: Davide Ponti al basso, Davide Zozzi alla batteria e Mario Ingrassia, che oltre ad aver suonato chitarra e piano, si è occupato del missaggio dell’intero lavoro.
In controtendenza con il mercato discografico, Divano per queste canzoni ha evitato il mastering con l’intento di farle suonare in modo sempre diverso a seconda del mezzo di riproduzione utilizzato. "Rimedi" rifugge dunque da qualsiasi regola imposta di qualità audio di un disco.

Un album che propone una vastità di sonorità indie pop di matrice cantautorale che fanno da colonna sonora a tematiche mai banali, spesso provocatorie e dissacranti. Si pensi allo spazio dedicato a personaggi di secondo piano della nostra storia, come Dino Valdi (la controfigura di Totò) e Don Paolo (soprannome della sorella di Leopardi), che altri non sono che un'allegoria della personalità di Francesco. Nel mirino dei testi soprattutto l'attuale panorama musicale indipendente: Il pezzo è bello se lo canta mia nonna ne è il manifesto.

In esclusiva su (S)controBlog vi proponiamo Smashing Pumpinks, seconda traccia dell'album, un pezzo sul diventare “grandi” e su come l’aspetto fisico e mentale del concetto di crescita il più delle volte non coincidano tra loro. Soprattutto se si fa musica e si ascoltano Sebadoh e Smashing Pumpinks.





TESTO

Patente da un mese
mille pretese, alcune già disattese,
le offese dal camioncino del corriere espresso
che incontravi già spesso a scuola guida, e ti sentivi al sicuro
adesso invece può mandarti affanculo
essere grandi è anche questo, coi sedili lavati di fresco
la ragazzina mediamente carina e la paura, di fare brutta figura,
e di grattare la prima.
Che cosa vuole lei da me, non lo capisco
però intraprendere un rapporto mi sembra un rischio
meglio informarsi per avere successo,
mi dicono che esistono questi documentari sul sesso
la religione la lasciamo da parte almeno per adesso, che ci conviene
e poi per ora ci vedo bene.
Se la maglietta dei Sebadoh una volta mi stava meno stretta
la butterò nel secchio dei panni vecchi, e delle cose perse..
Perchè ingrandirsi e diventare grandi, sono due cose diverse.
Ma Billy Corgan con SuperViky non c' entra niente, non è il fratello
e io che i dischi degli Smashing Pumpkins li avevo comprati solo per quello,
e adesso mi vergogno un pò, se me lo chiedono dico di no
dico "io i Pumpkins li ascolto dagli anni '90, voi invece no"
(e ci mancherebbe)
Se la maglietta dei Sebadoh una volta mi stava meno stretta
la butterò nel secchio dei panni vecchi, e delle cose perse..
Perchè ingrandirsi e diventare grandi, sono due cose diverse
Perchè ingrandirsi e diventare grandi, sono due cose diverse.

martedì 27 gennaio 2015

[Esclusiva] L'Orso: tutti i testi del nuovo album.

A una settimana dall'uscita (3 febbraio) di Ho Messo La Sveglia Per La Rivoluzione, il secondo album de L'Orso prodotto da Garrincha Dischi, in anteprima assoluta per (S)controBlog tutti i testi scritti da Mattia Barro

Insieme ai testi anche i lyrics video già pubblicati su YouTube e il video ufficiale di Giorni Migliori.

L'Orso


01 - POST-IT
La mia casa dimora nei tuoi occhi, ovunque ti volti ci son stati i nostri corpi anche senza di te. Ti ho lasciato dei post-it nei posti più nascosti che se mi conosci li troverai. Per queste prime notti, metti caso che ritorni, non voglio che tu inciampi, lascio accesa l'abat-jour. Ho fatto i bagagli dalla tua vita, ora lasciami solo una buona frase d'uscita. La mia casa dimora tra le tue braccia, in qualunque battaglia, questa mia faccia stanca sa tornare da te. Lascio che la speranza scompaia nella stanza più buia, spero non ti dispiaccia illuminarla di te. Per questa convivenza, metti caso che riprenda, qualunque cosa accada lascio accesa l'abat-jour. Ho fatto i bagagli dalla tua vita, ora lasciami solo una buona frase, ora lasciami solo una buona frase d'uscita. Ho fatto i bagagli dalla tua vita, ora lasciami solo una buona frase  d'uscita. La tua casa ormai dimora altrove, non son bastate le parole, gli accenni di scuse, per fermarti da me. Ti ho lasciato nelle stanze più vuote le cose preziose, quelle ripiene di luce, le noterai. Per questa ultima notte tengo aperte queste porte, ma ho spento la luce e staccato l'abat-jour. Ho fatto i bagagli dalla tua vita, ora lasciami solo una buona frase, Ho fatto i bagagli dalla tua vita ora lasciami solo una buona frase d'uscita.


02 - IL TEMPO CI RIPAGHERA’
Il tempo ci ripagherà, vedrai che ce ne andremo con il soldi per il treno ed un biglietto aereo. Un altro turno di guardia da solo ai piedi del letto. Il tempo ci ripagherà. Hai fatto le tue esperienze è ora di tornare a casa. 'Ho fatto una piccola cosa per te e spero che ti piaccia', quando hai letto questo messaggio, ti prego richiama. Il tempo ci ripagherà. Non vorrei essere il primo a dirti che i tuoi vent'anni son già finiti e la tua testa deve stare su. Il tempo ci ripagherà. Se te lo dico non punirmi, c'era bisogno di schiarirsi le idee e insieme piangere un po'. Il tempo ci ripagherà. Il tempo ci ripagherà, devi dargli un po' di tempo come faccio io con te quando è tardi e non ti sveglio. Tranquilla amore, ho messo la sveglia per la rivoluzione. Il tempo ci ripagherà. Tutta questa merda prima o poi farà curriculum, è al limite del ridicolo la mia idea di felicità; se c'era la possibilità di non sentirmi patetico, l'ho persa. Il tempo ci ripagherà.  Non vorrei essere il primo a dirti che i tuoi vent'anni son già finiti e la tua testa deve stare su. Il tempo ci ripagherà. Se te lo dico non punirmi, c'era bisogno di schiarirsi le idee e insieme piangere un po'. Il tempo ci ripagherà. Non vorrei essere il primo a dirti che i tuoi vent'anni son già finiti e la tua testa deve stare su. Il tempo ci ripagherà. Se te lo dico non punirmi, c'era bisogno di schiarirsi le idee e insieme piangere un po'. Il tempo ci ripagherà. Non vorrei essere il primo a dirti che i tuoi vent'anni son già finiti.

03 - FESTA DI MERDA
È il terzo gin tonic che mi proponi e non hai ancora capito che non è il mio genere di cocktail, che sono un tipo da vodka o da vino e che comunque è mattino, anche se è strano dirlo visto che non abbiamo dormito. La musica è alta, nessuno l'abbassa e mi scoppia la testa. È da un po' che nessuno balla  in questa festa di merda ed io ho bisogno d'aria. Tu mi chiami e mi dici 'rimani'. Io ho bisogno d'aria. Tu mi chiami, mi dici che mi ami, 'beh, si è fatto tardi no?'. La gente come noi non capirà mai. Mi sussurri qualcosa all'orecchio, ammicchi, io non sento nulla, sorrido di cortesia. È una bellissima festa, è una bellissima farsa, hai una bellissima borsa. Ed io ho pregiatissime borse sotto agli occhi, ogni tanto faccio velocissime corse sotto ai portici quando devo pulirmi dai pesi della coscienza, il tuo ragazzo alza pregiatissimi pesi in palestra. Cosa ci faccio qua? La gente come noi non capirà mai. È il terzo vodka lemon che mi propinano, bevo acqua di ferro, m'inquino. Banchi di nebbia, banche di sperma, vino, son tutti giovani bellissimi, ma non io. Mi avvicino, dalle fessure degli occhi sento le paure che sfiori, i miei discorsi sono deliri che abbracci, il tuo vestito è corto, vorremo baciarci, ma poi ci urliamo addosso e non interessa a nessuno. La gente come noi non capirà mai. La gente è troppa, lo spazio non basta, la folla, sale tutto, la pupilla si dilata, nessuno si sposta. È da un po' che non vedo qualcuno che conosco, in questo stare di merda, mi sento fuori posto. Non c'è chimica che tenga, ho bisogno d'aria: è morto il monarca dei miei castelli per aria. Sono in lutto, sbotto, esco al buio e lui è sopra di te. Che cazzo ci faccio qua? La gente come noi non capirà mai. Il mondo si fa piccolo, ho epifanie sull'universo, faccio due anni di analisi. Il mio corpo è minuscolo, sento un formicolio strano, sono coperto da un guscio di alibi. Vedo le luci dell'alba nei riflessi dei capelli tuoi, sento la tua mano leggera sprofondare nella mia e ho solo un immenso bisogno d'amore, un innaturale bisogno d'amore, un immenso bisogno d'amore, un innaturale bisogno d'amore.


04 - IO CHE HO CAPITO TUTTO
E mi piace pensare tu abbia traslocato in una casa fuori che vuoi passare alcuni giorni chiusa per i fatti tuoi. Stai prendendo fiato, e di fatto, è solo un modo per farmi capire che sei stanca da morire e di me non ti frega un cazzo. A tutti i giovani toglierei sicuramente i superalcolici. A quelli giovani vieterei per legge di lamentarsi. A tutti i giovani toglierei sicuramente i superalcolici. A quelli giovani vieterei per legge di lamentarsi. E mi piace pensare tu abbia traslocato in una casa fuori che vuoi passare alcuni giorni chiusa per i fatti tuoi. Stai prendendo fiato, e di fatto, è solo un modo per farmi capire che sei stanca da morire e di me non ti frega un cazzo. A me stesso io proibirei di deconcentrarmi. A te consiglierò sempre di stare in guardia dall'innamorarti. E quel luogo che chiamiamo casa a volte aveva la forma della mia mano in mezzo alle tue gambe e cantarlo è un po' guarirne. E mi piace pensare tu abbia traslocato in una casa fuori che vuoi passare alcuni giorni chiusa per i fatti tuoi. Stai prendendo fiato, e di fatto, è solo un modo per farmi capire che sei stanca da morire e di me non ti frega un cazzo. E mi piace pensare tu abbia traslocato in una casa fuori che vuoi passare alcuni giorni chiusa per i fatti tuoi. Stai prendendo fiato, e di fatto, è solo un modo per farmi capire che sei stanca da morire e di me non ti frega un cazzo.

05 - COME UNO SHOEGAZER
A te è piovuto sulle spalle. Tornati ai quindici anni ti asciugavo col phon. E tu, nel bagno di casa mia, avevi la testa giù come uno shoegazer. Come uno shoegazer. Come uno shoegazer. E se con due dita di una mano formassi un cerchio, disegnerei ciò che più amo di te. E tu un giorno mi capirai e ti scioglierai come si sciolgono le band. E ancora ti chiedi se canto di te, anche se ormai il disincanto mi ha messo a tacere. Col tacito permesso tuo, prenderei una vacanza da queste tue stronzate o una stanza per noi. E se con due dita di una mano formassi un cerchio, disegnerei ciò che più amo di te. E tu, nel bagno di casa mia, avevi la testa giù come uno shoegazer. Come uno shoegazer. Come uno shoegazer.
Come uno shoegazer.


06 - QUELLO CHE MANCA
In stazione. Loro si abbracciano, lei piange. Io sbadiglio distante, ho dormito poco e non provo niente. Le cose più amare d'amare hanno il sapore del mare, le rivesti con cura di uno strato di nulla così ti si abbinano al colore degli occhi. E mettimi alla prova. Con gli occhiali da sole ci siamo persi di vista e senza occhiali da vista ci siamo persi alla luce del sole. Il nostro rapporto è così vuoto che se ti parlo sento l'eco e se ripetiamo i soliti discorsi, beh, questo è il motivo. Rimetti insieme i pezzi ma partendo dagli angoli, siamo abbastanza a pezzi e grandi per sapere che non esistono i miracoli. E non ho paura del tuo buio, il buio ha soltanto un colore, ho paura dell'amore che è pieno di sfumature. E se tutto sfuma non sono bravo a calcare i contorni e se torni dove dormi? Che ho *TOGLIERE già* spostato i mobili. Rimaniamo immobili nei nostri cuori di marmo, nei nostri modi di merda, nel nostro sarcasmo e mi pare che ciò che manca è palese. E se ti va possiamo uscire a pranzo e se i soldi ci avanzano possiamo, possiamo comprarci il mondo. Possiamo comprarci il mondo. Le parole con cui mi dipingono e tutte le pinte in cui ogni sera sparisco spesso tra loro differiscono. E a fatica, mi racconti di noi in differita, se non ti ascolto ti senti ferita nell'animo: siamo emergenti che affogano. E se ti va possiamo comprarci il mondo. Dimmi se la musica ci salverà: è l'unico credo che indosso, ho un cuore di riserva nella tasca del giubbotto che spesso mi riversa addosso questo splendido consiglio. E se ti va, potresti abbracciarmi, non ho le forze per farlo da solo e se non funziona prendiamoci un volo che forse qua al suolo non si ragiona. Per andare avanti, tiriamo calci alle somme. Insomma sei un bellissimo fiume di pixel, ma ho bisogno di qualcosa di più grande che magari nemmeno esiste, se non quando chiudo gli occhi. Scusa, ma è inutile che torni che ho tolto i mobili, ho cambiato indirizzo, ho portato via tutti i dischi e sto bene. E se ti va possiamo uscire a pranzo e se i soldi ci avanzano possiamo, possiamo comprarci il mondo. Possiamo comprarci il mondo. E se ti va possiamo uscire a pranzo e se i soldi ci avanzano possiamo, possiamo comprarci il mondo. Possiamo comprarci il mondo. E se ti va possiamo comprarci il mondo.


07 - GIORNI MIGLIORI
Siamo fatti per amare, dai, scrivilo su un foglio che domani ti interrogo. Vedi di prepararti che son stanco dei voti bassi e delle scuse elementari. Ho visto giorni migliori, pare tu abbia gli occhi grandi per vederli anche tu. Siamo fatti per odiare, dai, leggilo nel mondo che domani ti interrogo. Vedi di prepararti, è tempo di volare bassi e rimanere concentrati. Ho visto giorni migliori, pare tu abbia gli occhi grandi per vederli anche tu. Per vederli anche tu. Per vederli anche tu. Ho visto giorni migliori, pare tu abbia gli occhi grandi. Ho visto giorni migliori, pare tu abbia gli occhi grandi per vederli anche tu. Per vederli anche tu. Per vederli anche tu. Ho visto giorni migliori, pare tu abbia gli occhi grandi per vederli anche tu. Per vederli anche tu. Per vederli anche tu.


08 - I BUONI PROPOSITI
Ricordami chi sei. Nonostante i miei buoni propositi non ricordo più chi sei. Chi sei? Coi buoni propositi ho una pessima mira e non faccio mai centro. In questo stupido gioco di ruolo, non mi concentro, non ci entro. Tutto il male che hai provato, è colpa mia, lo ammetto; c'entro. Tutto il tempo di una vita non mia in cui ti ho rincorso, abbiamo fatto il nostro corso, forse abbiamo corso troppo. Le tappe del nostro percorso che abbiamo perso oppure non colto ci aspettano ancora per ricordarci di quanto non siamo cambiati. Ricordami chi sei. Nonostante i miei buoni propositi non ricordo più chi sei; sei sicura ch'io debba conoscerti? Ricordami chi sei. Nonostante i miei buoni propositi non ricordo più chi sei. Chi sei? Chi sei? Se mi distacco dal tuo ricordo, lo vivrò negli incubi. Abbiamo tirato troppo la corda non conoscendone i limiti. Abbiamo finito i viveri, staccato la spina, percorso cunicoli, sporcandoci. Cerchiamo di arrivare in fondo senza farci male che, infondo, il mare è solo la terra di mezzo tra le nostre persone. E tutta la merda che abbiamo buttato e chiamato tristezza, presto, ci ritornerà indietro come quando millanto che sono cambiato. Ricordami chi sei. Nonostante i miei buoni propositi non ricordo più chi sei; sei sicura ch'io debba conoscerti? Ricordami chi sei. Nonostante i miei buoni propositi non ricordo più chi sei. Sei sicura ch’io debba conoscerti? Ricordami chi sei. Nonostante i miei buoni propositi non ricordo più chi sei. Chi sei? Chi sei? Non ricordo più chi sei. Ricordami chi sei. Non ricordo più chi sei. Ricordami chi sei. Non ricordo più chi sei.

09 - L’ESTATE DEL PRIMO BACIO
Camminavamo per Milano quando ti ho raccontato dell'estate del mio primo bacio, della ragazza a cui l'ho dato e di quel che è successo dopo: dell'incidente, del mio braccio ingessato, di quel film noleggiato. E da quando lavoro prendo il tram due volte al giorno e quando ho fortuna, la mia vita, per una ventina di minuti, ha l'onore d'ospitare una ragazza con la quale consumo un amore platonico fatto di sguardi bisettimanali. I ricordi che hai oramai non parlano più di noi, non sanno più di niente di noi. Non sanno più di niente di noi. I ricordi che hai oramai non parlano più di noi, non sanno più di niente di noi. Non sanno più di niente di noi. Era bello passare l'estate insieme a te su al lago col tramonto appoggiato sul tuo naso, in equilibrio precario. Nuotavamo lontano da una vita qualunque, da ogni essere umano. Un giorno che parlavamo seduti stanchi sul divano, mi hai chiesto quanto un uomo può scavarsi dentro prima di farsi male, se le canzoni d'amore son disoneste che, nel caso, ti piacerebbe poterle bruciare. I ricordi che hai oramai non parlano più di noi, non sanno più di niente di noi. I ricordi che hai oramai non parlano più di noi, non sanno più di niente di noi. Non sanno più di niente di noi.


10 - BAADER MEINHOF
Così iniziò, non ricordo perché, ero al telefono o forse a casa dei miei. Ed è struggente come poi la memoria si permetta di cambiare la storia; io non ci sto. Così iniziò. Nelle luci al neon, la notte e il giorno si confondono e si spengono. Sono stato tremendo, mi sono arreso alle paure,
spero che ora tu possa capire. Io sono qui. E continuò tra tutti quei test, poi l'attesa per gli esiti dove non vinci mai. Ed è struggente come poi la memoria si permetta di cambiare la storia; io non ci sto. Ora lo so che sono stato tremendo e mi sono arreso alle paure, spero che ora tu possa capire. Io sono qui. Io sono qui. Maledetta memoria sempre a cambiare la storia (x6), e non posso accettare come poi la memoria si permetta ogni volta di cambiare la storia. Ti sono grato quando passi a trovarmi la notte e sono in grado di sentir la tua voce. E cosa importa se si è fatto brutto? Rimani l'ultima cosa a cui penso. Ti sono grato quando passi a trovarmi la notte e sono in grado di sentir la tua voce. E cosa importa se si è fatto brutto? Rimani l'ultima cosa a cui penso. Ti sono grato quando passi a trovarmi la notte e sono in grado di sentir la tua voce. E cosa importa se si è fatto brutto? Rimani l'ultima cosa a cui penso. E penso, e penso a te.

giovedì 22 gennaio 2015

2014 - La Deriva (Vetusta Morla)

Fino ad un anno fa non avrei immaginato di avventurarmi nell'indie spagnolo. Poi capita che un amico è stato in Erasmus in Spagna: oltre al raggaeton, genere molto in voga durante le feste universitarie, ogni tanto ci si scambia un po' di musica seria. Così, sempre questo mio amico reduce dai fasti dell'Erasmus mi fa ascoltare un pezzo chiamata Los Buenos, di tal Vetusta Morla. "Non male" penso, approfondiamo su quel paradiso chiamato Spotify!



Nel 2014 questo affollato gruppo spagnolo fondato nel 1998 e per la verità molto seguito in patria, produce un ottimo album chiamato La Deriva il cui omonimo pezzo trovo un capolavoro capace di rapirmi ad ogni ascolto.

Complice soprattutto quell'incipit fatto da aggressive percussioni psichedeliche. Poi entrano in gioco vari strumenti tra i quali spiccano le distorsioni delle chitarre elettriche e la voce tipicamente "caliente" del cantante Pucho.

Ecco il testo, particolarmente introspettivo.

He tenido tiempo de desdoblarme 
Y ver mi rostro en otras vidas. 
Ya tiré la piedra al centro del estanque. 

He enterrado cuentos y calendario, 
Ya cambié el balón por gasolina. 
Ha prendido el bosque al incendiar la orilla. 

He escuchado el ritmo de los feriantes 
Poniendo precio a mi agonía; 
Familias de erizos en sus manos frías. 

Habrá que inventarse una salida, 
Ya no hay timón en la deriva. 

Has tenido pulso para engancharme 
Alistado en ejércitos suicidas. 
Me adentré en el bosque y no encontré al vigía. 

Habrá que inventarse una guarida, 
No quiero timón en la deriva. 
Cada cual que tome sus medidas. 
Hay esperanza en la deriva. 

Habrá que inventarse una salida. 
Que el destino no nos tome las medidas. 
Hay esperanza en la deriva.

C'è da dire che il video non ufficiale rende molto di più di quello ufficiale:


sabato 17 gennaio 2015

MusiCraft: una startup che insegna ai musicisti a diventare imprenditori di sé stessi

Con l'affermazione della musica digitale e dei social network come strumento cardine di promozione oggi per l'artista/band emergente si aprono strade e opportunità impensabili rispetto ad appena un decennio fa. Tuttavia non tutti si fanno cogliere preparati al cambiamento e sono in grado di sfruttare al massimo tutte le opportunità: si finisce col commettere spesso errori che vanno al di là delle proprie capacità artistiche. 
Le motivazioni sono: la molteplicità dei canali di promozione e distribuzione che disorientano il musicista emergente, l'eccessiva produzione e l'elevata concorrenza a fronte di una domanda limitata. Occorre dunque un progetto musicale consapevole e studiato con metodo.

E' proprio alla luce di tali esigenze che nasce MusiCraft, startup milanese vincitrice del bando IC–InnovazioneCulturale 2014 promosso e sostenuto da Fondazione Cariplo. L'obiettivo di MusiCraft è innanzitutto "diffondere la cultura  della  professionalità  in  ambito  musicale  e  allo  stesso  tempo  una sollecitazione nei confronti degli quegli artisti emergenti, che spesso si sentono incompresi, a cui è necessario  dire  che  bisogna  cambiare  forma mentis,  comprendere  che  il mondo  della  musica  è cambiato radicalmente e che se si vuole vivere di musica, bisogna darsi da fare: lavorare su se stessi”- così Francesca Pagnini , Presidente di MusiCraft. Dunque, come qualsiasi altro professionista, anche l’aspirante artista necessità di strumenti e competenze per imparare a muoversi nel suo settore di riferimento e a svolgere una serie di attività che in passato erano demandate a terzi.

Lo staff di MusiCraft

A breve, da metà febbraio 2015, MusiCraft inizierà la parte formativa vera propria. L'obiettivo è quello di fornire agli  associati gli  strumenti utili per poter rendere il progetto musicale il fulcro del proprio lavoro che, oggi più che mai, necessita di conoscenze e strumenti che spaziano dalla capacità di auto-prodursi a quella di auto-promuoversi, dalla consapevolezza di cosa, come e quando proporsi alle case discografiche o agli editori musicali, alle iniziative utili per incrementare e migliorare le proprie esibizioni. “I nostri corsi verranno tenuti da operatori del settore musica”, dice Alessandro Cesqui,coordinatore  didattico  di  MusiCraft “che  non  solo  si  sono  resi  disponibili,  ma  hanno accolto  con entusiasmo l'iniziativa perché consapevoli, loro per primi, di dover mettere a disposizione esperienza e conoscenza se si  vuole  offrire  una possibilità  a chi  intende davvero lavorare intorno al  proprio progetto musicale. Oggi, la capacità di autogestirsi, il self management, è un requisito fondamentale per un artista che vuole sostenere che la musica è un lavoro”.

Sulla base di questo concetto è stata costruita la fortunata campagna social #lamusicèunlavoro durante la quale è stato anche lanciato un video molto divertente intitolato "Musicisti anonimi". 


giovedì 8 gennaio 2015

[MUSICRAISER] Marlene Kuntz: il film per i 20 anni di Catartica

Essere tra i produttori di un film sui Marlene Kuntz? Grazie a Musicraiser oggi si può.

L'occasione è il ventennale dell'uscita di uno degli album simbolo della musica indipendente italiana: Catartica, uscito il 16 maggio del 1994: prodotto dal Consorzio Suonatori Indipendenti (ovvero i CSI di Ferretti, Zamboni, Maroccolo e Magnelli), è un capolavoro di poesia e musica noise rock il cui fascino è rimasto intatto col passare degli anni.



Per i 20 anni dall'uscita dell'album la band di Cuneo ha organizzato un tour commemorativo (994/014) lungo tutta la penisola. La casa di produzione trentina Jump Cut sta realizzando un film, intitolato Complimenti Per La Festa che racconta e celebra questo evento seguendo la band nei furgoni, nei backstage e, naturalmente sul palco. Il film mostra i Marlene Kuntz sotto una veste inedita e molto intima: nelle pause tra una data e l’altra spiccano i momenti domestici e quotidiani e il ritorno a Cuneo. Il goal è di quelli importanti: 15.000 euro. Se si dovesse raggiungere il doppio dell'obiettivo verrà digitalizzato all'interno del documentario anche materiale video degli anni '90, se invece si dovesse raggiungere il triplo il crowdfunding coprirà tutte le spese di produzione e il film sarà finito nei tempi previsti.

Le ricompense sono davvero numerose a seconda dell'importo per il quale si vuole contribuire: l'anteprima in copia digitale, copia in vari formati fisici; roba da feticisti come le pelli delle percussioni del batterista Luca Bergia, le corde di Cristiano Godano, Lagash e Riccardo Tesio; foto in esclusiva del tour; le serigrafie realizzate dai componenti del gruppo (già esaurite!!!); il ruolo di produttore esecutivo del film e per 1.000 euro anche il fondale usato dai Marlene durante il tour.

Una campagna di crowdfunding tra le più prestigiose, un'occasione per dare alla storia della musica indipendente italiana quel documento che si merita.


Link alla campagna Musicraiserhttp://www.musicraiser.com/it/projects/3386-complimenti-per-la-festa