mercoledì 4 settembre 2013

2008 - La Spesa (Marta sui Tubi)


I marsalesi Marta sui Tubi sono un gruppo ormai consolidato dell'indipendente italiana, anzi, per la verità non sono più così indipendenti. Grazie soprattutto alla vena creativa e imprenditoriale del frontman Giovanni Gulino, fondatore dell'etichetta Tamburi Usati, sono stati prodotti diversi album di rock sperimentale di rara qualità tecnica e artistica fino all'ultima fatica "Cinque, la Luna e le Spine, prodotto insieme a BMG (Sony).
Nel 2008, all'interno dell'album esplosivo "Sushi e Cola", si trova la traccia n. 3 una vera e propria perla dell'indipendente italiano: La Spesa.
Una di quelle canzoni che non smetto mai di ascoltare, scoperta grazie all'amico "pusher" musicale che posta uno splendido video con immagini girate al Circolo degli Artisti a Roma.
Un inizio sottovoce poi all'improvviso la voce di Giovanni Gulino esplode: i sentimenti sono associati agli alimenti e l'anima che necessita di fare la spesa alla ricerca gli ingredienti giusti per la vita. Parole introspettive e laceranti che da allora porto ovunque nel mio lettore mp3.

Un'altra sera a casa a masticare noia e surgelati
La tv vomitava vacui colori, la luce dei pensieri è spenta
Programmerò il mio umore artificialmente e scriverò
un saggio su come perdere
tempo senza sprecare nemmeno un minuto.
Vieni a farmi compagnia fiamma di carta, perditi
con me nel labirinto di un monolocale
a coltivare il miraggio di stare con i piedi per terra
sopra il pavimento di un quinto piano condominiale
E non so come ma arriverò puntuale.
Mi manca un kilo di faccia integrale
e due etti ci comprensione
e un cartone d' amore a lunga conservazione
non rimane che fare la spesa
Continuare a pagare
per quello che voglio e quello che non ho ancora
E non so dove ma arriverò puntuale
Oh che vasta scelta
mi si presenta
che sceglierò
ma voglio di più
per riempire la cesta
Che sceglierò
Vorrei essere io una volta
scelto
"Sai di vivere una vita che è contronatura, dove un giorno è per la notte
dove la paura va scacciata via in un attimo, in un gesto attento di quell'anima un pò scura che ti
porti dentro. O forse è naturale inseguire il destino, perder l'innocenza per sentirsi bambino e dalle facce appese alle circostanze fai uun sorriso beffardo e non ti accorgi neanche"
"...Di spalle o col viso rivolto alla mia ermeticità gravità,
so di aver Dio dentro, ma non è nient'altro che un piacevole stupro,
un fulmine, un fulmine dentro la schiena!"

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