martedì 25 giugno 2013

2004 - Le Merde Fanno Affari (Assalti Frontali)

Nel panorama rap italiano, segnato da troppi artisti pseudo-underground divenuti fenomeni mainstream, hanno saputo resistere i romani Assalti Frontali, paladini di un rap di strada impegnato per eccellenza.
L'interesse per il rap nel sottoscritto è maturato solo negli ultimi mesi: dopo aver conosciuto il rapper  bellunese Siruan. Ho deciso di approfondire un po' la scena rap nostrana scoprendo artisti interessanti come Inoki e soprattutto gli Assalti Frontali. Grazie a Spotify mi sono imbattuto in un pezzo che mi ha colpito per la sua rabbia sentita come poche canzoni in Italia: Le Merde Fanno Affari, brano estratto dall'album HSL, che segna il ritorno al'etichetta Il Manifesto dopo la parentesi major in BMG che gli Assalti Frontali hanno voluto subito lasciarsi alle spalle.
Ci sono canzoni belle perché raccontano una storia. Una storia non banale, che non è puro intrattenimento ma è un appello indignato verso le coscienze sociali. In Le Merde Fanno Affari si "rappa" su un tema impegnato piuttosto insolito: l'abuso delle installazioni delle antenne telefoniche sui palazzi e di quanto questo fenomeno sia nocivo per la salute di chi sta intorno. Le rime sono azzeccate, il loop  è coinvolgente e la rabbia è tanto contagiosa da trasmettere l'indignazione. 

La canzone struttura della canzone può essere suddivisa in due parti:

1 - il racconto della storia: l'installazione da parte dei tecnici della 3 delle antenne telefoniche su palazzi vicini con tutte le conseguenze per la salute

So you wanna fry my brain? / so you wanna fry my brain?

Una mattina mi son svegliato e ho trovato l'untore / oh partigiano portami via quel palo ripetitoresu quel te-te-tetto maledetto / punta drit- drit- dritto alla mia camera da letto / h mattina sto in cucinaa prendermi il caffè / quando vedo lassù in cima una squadra della Tre / capisci il mio sgomentole merde fanno affari / piantando addosso a noi antenne per i cellulari / e cari miei amati ascoltatorise li vedete all'opera capite i miei dolori / quegli imbonitori, sono dei violentatori / peggio della Sars,ti sfondano di radiazioni / era una mattina bella quando da st'affaccio / vedo quel corvaccio che mistringe in un abbraccio / apro la finestra e mi sento di morire / oh partigiano... meglio muoversi e agire.



2 - la denuncia, la rabbia che sfociano nella lotta di strada e che raggiungono l'apice nel ritornello.

c'è un qualcuno lassù appeso al palo che lavora / gli grido: "tu scendi giù hai sbagliato personacosa stai facendo a quell'altezza su quella terrazza? / valla a montare in faccia a casa tuaquella schifezza / che mattina da segnarmela nel calendario / scendo In strada e do l'allarmea tutto il circondario / grido: attenzione signori e signore / alzate gli occhi al cielo c'è un bacillo invasore


questo è il business delle antenne sui palazzi / ci sparano le onde come lanciarazzi e sono cazzi e sono cazzi / perché adesso noi diventiamo pazzi


sono quindici metri di ripetitore / la gente passa guarda e dice- ma che brutto fiore! - io al megafono rispondo quello è un fiore velenoso / giorno e notte ti perfora il sistema nervoso / entra in casazitto zitto senza dire nulla / ma le onde se le prende anche mia figlia nella culla / questo mi fa incazzare,avvelenare il sangue / per me è già aperta una guerra civile strisciante / molti forse ancora non lo sannoma chi affitta il tetto becca ventimila euro l'anno / coperto per l'effetto dell'ombrelloai vicini invece le onde friggono il cervello / capito i corrotti? i grandi cuori! / si pittano lo stabile e si pagano i termosifoni / a noi ci lasciano principi e rischi di tumori / capito la città civile sindaco Veltroni!

questo è il business delle antenne sui palazzi / ci sparano le onde come lanciarazzi e sono cazzi e sono cazzi / perché adesso noi diventiamo pazzi


così sono in strada e ne ho raccolti cento / di incazzati del quartiere e vaffanculo a ogni regolamentoil traffico è bloccato, poi anche l' isolato / chiamate chi vi pare, i vigili, la Nato / questo è un allarme socialebuttate giù l'antenna da quel tetto infame / e vergogna per i giuda che l'hanno accettatahanno tradito e violentato questa bella strada / scendono signore, arrivano i ragazzi / siamo in cinquecentoora e diventiamo pazzi / questa è l'aria che noi respiriamo, è la nostra vita / noi l'amiamo e rifinitae quelle onde sono una smaltita. / arriva l'assessore, poi le volanti della polizia / gli untori della Trese ne vanno via / ma questa zona ora h preda da una scossa / lottiamo come fossimo leoni nella fossaio da parte mia ormai sono una belva / perché se guardi in alto vedi che ce n'h ma selvaqui fanno educazione permanente / a subire danni dall'alto e non dire niente


questo e il business delle antenne sui palazzi / ci sparano le onde come lanciarazzi e sono cazzi e sono cazzi / perché adesso noi diventiamo pazzi


So you wanna fry my brain? / so you wanna fry my brain?

Una denuncia genuina, che proviene direttamente dalla strada. Senza troppi compiacimenti.