sabato 19 novembre 2011

1967 - I'll Be Your Mirror (The Velvet Underground & Nico)

Scegliere una canzone per il 1967 rappresenta una delle imprese più difficoltose che ci possa essere un musicofilo, poiché rappresenta l'anno d'oro della storia della musica contemporanea con correnti e avanguardie che fioriscono soprattutto in USA e UK. In questo anno sono stati partoriti grandi album, molti di esordio, che rappresentano vere pietre miliari del rock. Ne cito solo qualcuno:

- "The Doors" - The Doors
- "The Velvet Undergroun & Nico" - The Velvet Underground & Nico, con in copertina la famosa "banana sbucciabile" di Andy Warhol
- "The Paiper at the Gate of Down" - Pink Floyd, quelli di Syd Barret
- " The Who Sell Out" - The Who
- "Chelsea Girl" - Nico
- "Surrealistic Pillow" - Jefferson Airplane
- "Sgt. Pepper's Lonely Hearts Band" - The Beatles

Per chi volesse approfondire consiglio questo link.

Le canzoni sono davvero tante ed elencarle è un'impresa, tuttavia provo a citarne qualcuna:
- "Femme Fatale" - The Velvet Underground & Nico
- "I'll Be Your Mirror" - The Velvet Underground e Nico
- "Heroin" - The Velvet Underground
- "Sunday Morning" - The Velvet Underground
- "White Rabbit" - Jefferson Airplane
- "Somewhere There's a Feather" - Nico
- "Astronomy Domine" - Pink Floyd
- "The Gnome" - Pink Floyd
- "Mary Anne With the Shaky Hands" - The Who
- "Sunrise" - The Who
- "The End" - The Doors
- "Lucy in the Sky With Diamonds" - The Beatles
- "Tin Soldier" - Small Faces
- "Mellow Yellow" - Donovan
- "What a Wonderful World" - Luis Armstrong
- "Respect" - Aretha Franklin

L'ardua scelta la restringerei al grandissimo album dei Velvet Underground & Nico, e in particolare a due canzoni: "I'll Be Your Mirror" e "Femme Fatale", tuttavia scelgo la prima per l'universalità delle sue bellissime parole racchiuse in poco meno di tre meravigliosi minuti di canzone che catturano sin dall'inizio:
I'll be your mirror
Reflect what you are, in case you don't know
I'll be the wind, the rain and the sunset
The light on your door to show that you're home
When you think the night has seen your mind
That inside you're twisted and unkind
Let me stand to show that you are blind
Please put down your hands
'Cause I see you
I Velvet Underground sono riconosciuti all'unanimità come uno dei gruppi più influenti della storia del rock. Per la prima volta si raccontava nelle canzoni di spacciatori, travestiti, feticismo. L'album del 1967 rappresenta  l'opera perfetta grazie alla produzione di Andy Wharol e la collaborazione della musa tedesca dalla voce vellutata Nico. Solo la copertina ti fa venire voglia di comprare l'album, ma la mia introduzione ai Velvet Underground fu alla fine degli anni '90 grazie a un best comprato da mio fratello.

Per il 1967 mi riserverò di scrivere post anche su altre delle canzoni che ho elencato. Buon ascolto.


mercoledì 9 novembre 2011

2010 - Dai Graffiti del Mercato Comunale (L'Officina della Camomilla)

Qualche settimana fa mi iscrivo a un gruppo su Facebook, Ascolto musiche indie e gruppi sconosciuti. Un gruppo perfetto per la mia inguaribile e malsana ossessione di scoprire qualcosa di nuovo. Tra i video pubblicati dal gruppo mi colpisce l'immagine anteprima e il titolo della canzone "Dai graffiti del mercato comunale" de L'Officina della Camomilla. 

L'impatto è di quelli che non avevo da tempo: quattro ragazzi conciati come carnevalesche markette suonano nella cornice di una discarica e i sovrastanti palazzi in costruzione della periferia sullo sfondo. I loro strumenti sono chitarra acustica, xilofono, tastierine e microfoni giocattolo, a supporto una vecchia radio. Tutto è molto lo-fi: audio, video, scenografia. Poi comincia il canto quasi infantile marcato da una "r" moscia e delle parole che catturano con loro nonsense:

Cecilia oggi, sul presto, ti và di dar fuoco alla scuola?
A cavallo del mio mostro d'armadio,
scatteremo polaroid pop,
          a tutti gli studenti morti nel falò-lò-lò-lò

Il video va avanti con i ragazzi che ad un certo punto cominciano a bruciare strumenti, lottare con spade giocattolo e mazzi di fiori e il frontman che spacca la chitarra acustica dalla quale sembrano uscire tante matite colorate.


Li cerco un po' sul web, tra siti musicali, Youtubemyspaces e fan page Facebook, trovando canzoni tanto naif quanto interessanti e divertenti come Ti porterò a Cena sul Braccio della Ruspa, Una Lunga Serie di Colazioni Sotto il Mandorlo e La Canzone di Piera. Gli Officina della Camomilla vengono da Milano, il vocalist-leader è classe '91 e si chiama Francesco de Leo, sono attualmente senza contratto e senza una lira ma stanno riscuotendo un discreto successo sul web tanto che è nato un gruppo su Facebook per portarli a Roma: cercasi locale che paghi abbastanza per coprire le spese di viaggio e magari qualche anima buona che fornisca un alloggio.

Non contento, sempre su Facebook, sono riuscito a contattare il tastierista/xilofonista del gruppo, Claudio Tarantino che mi concede una sorta di "intervista" allo scopo di entrare in possesso di qualche retroscena della canzone e del video. Claudio è molto gentile e mi rivela che l'intro musicale non è altro che un omaggio a "It's Not Over Yet" dei Klaxons ed è stata scritta da Francesco De Leo. In particolare Claudio mi rivela: "Abbiamo usato Garage band e una chitarra acustica quindi elementi base. Il testo è un pout pourri di sensazioni e immagini che evocano l'indisposizione di giovani liceali che al liceo proprio non ci vogliono stare. Dai graffitti del mercato comunale proprio perchè si è immaginato un mix di scritte e dediche inventate sul muro di un mercato comunale dietro casa di Francesco". 

Poi, sul video:  "lo girammo in zona Cimiano, era un'ala di smaltimento di un cantiere. Si era stabillizzato un piccolo campo rom con addirittura delle capre e l'obiettivo principale era appunto fare delle riprese anche con le capre che però erano molto timide".

Intanto i fan del gruppo aumentano e si cerca sempre un locale che abbia l'intuizione ospitare per la prima volta a Roma un gruppo italiano originale come pochi che un giorno farà molto parlare di sé. Intanto, in bocca al lupo..."camomilli"!