lunedì 10 ottobre 2011

1991 - The Unforgiven (Metallica)

Era l'inizio del 1996, un tardo pomeriggio. Un ragazzino di 13 anni giocava nella sua stanza a un calcio balilla improvvisato con le figurine dei calciatori. Da anni era uno dei suoi giochi preferiti. Il necessario per procedere ad avvincenti partite era molto semplice:

1 - figurine dei calciatori: per un collezionista di vecchia data il materiale non mancava con una vasta disponibilità delle figurine Panini, comprese le raccolte del fratello che partono dalla fine degli anni '70. In campo così c'erano contemporaneamente Maradona, Baggio, Van Basten, Falcao, Signori, Rummenigge, ecc.

2 - delle porte, costituite da delle scatole di plastica trasperente nate per contenere modellini di automobili;

3 -  un "pallone" ottenuto accartocciando un pezzo di carta abbastanza dura;

4 - il terreno di gioco: il pavimento.

Le stelle erano pronte per darsi battaglia in campo, ma questa volta sugli spalti (il letto) c'era una novità: una radio-lettore cd Philips, un regalo che il ragazzino aveva ricevuto dal padre, con la quale aveva cominciato ad ascoltare musica che comprendeva gente come Battisti, Venditti, musica classica e addirittura inni nazionali. Quel pomeriggio nel lettore cd però c'era qualcosa di nuovo: un album tutto nero dei Metallica che il fratello del ragazzino aveva quasi "obbligato" ad ascoltare così come nei mesi a venire tutta la sua collezione di cd. Si tratta di una sorta di iniziazione all'educazione musicale".
Per il ragazzino, che ricordava già qualche ascolto dei Metallica, questo gruppo significava solo rumore. Quale momento migliore allora per alleggerire questo "peso" imposto dal fratello se non ascoltare l'album durante una di quelle amate partite a calcio con le figurine?

Il fischio d'inizio era partito con la prima traccia, Enter Sandman, brano celebre dei Metallica, ma ancora troppo rumoroso per le orecchie ancora troppo grezze del ragazzino, ancora troppo concentrato a far dribblare Baggio contro Scirea. Circa il primo quarto d'ora era continuato così, con l'avvincente match sul pavimento che procedeva col sottofondo di un rumore che le orecchie quasi si rifiutavano solo di accarezzare...fino alla quarta traccia, anzi al ritornello della quarta traccia, che diceva così:

What I've felt
What I've known
Never shined through in what I've shown
Never be
Never see
Won't see what might have been

What I've felt
What I've known
Never shined through in what I've shown
Never free
Never me
So I dub thee unforgiven
Il canto apparse sublime al ragazzino, la partita fu improvvisamente sospesa e sembrava che tutti i calciatori in campo tra i quali, Platini, Baresi, Gentile, Gullit, Zenga si fossero rimasti incantati da qual ritornello che proveniva da un posto indefinito, forse dal cielo.

Quelli furono minuti che mi segnarono profondamente. Da quella sera non giocai più a quello strano calcio balilla e mi sarei concentrato nell'eplorazione del mondo sconfinato della musica e delle persone che la creano. 

Era ufficialmente cominciato il mio passaggio culturale dall'infanzia all'adolescenza.


La canzone: buon ascolto!!!



La celebre cover del "Black Album"


ps.: a pensare che i Metallica piacciono molto anche al Drugo Lebowski...

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